Perché non stiamo parlando delle molestie di Gabriele Vagnato in Red Carpet – Vip al tappeto?

Gabriele Vagnato si è distinto in Red Carpet - Vip al tappeto, ma non certamente per il suo talento comico.

Ho visto i quattro episodi di Red Carpet – Vip al tappeto, il game show di Prime Video condotto da Alessia Marcuzzi con la Gialappa’s Band, e vorrei fare due riflessioni.

La prima riguarda la scelta di alcuni comici. Lol l’aveva ampiamente dimostrato e Red Carpet ne ha dato la conferma: quello del comico è un mestiere serio, che richiede impegno, professionalità ed esperienza (gavetta, tanto per usare un termine antico e desueto); non basta fare dei tiktok divertenti, sapientemente costruiti (spesso semplicemente scopiazzati) e montati, per essere dei comici.

Perché un conto è fare ridere attraverso uno sketch di pochi secondi, realizzato – spesso – seguendo il trend del momento, un altro è confrontarsi con l’improvvisazione. Un conto è capire prima cosa creare per divertire l’utente attraverso uno smartphone, un altro è creare qualcosa che diverta il pubblico rischiando di non incontrare il suo favore.

Gabriele Vagnato e le molestie a Red Carpet – Vip al tappeto

Detto ciò, e chiarito che i cosiddetti creator non sono comici, vorrei parlare di uno dei protagonisti di Red Carpet: Gabriele Vagnato. Il giovane youtuber fa certamente parte della schiera dei non comici chiamati a prendere parte al programma, solo che – a differenza di altri e per sopperire alla totale assenza di spirito comico e arguzia – ha pensato bene di sfoderare un’arma che con la comicità non ha nulla a che fare: la molestia.

Il suo comportamento, dapprima nei confronti di Valeria Marini e poi verso Giulia De Lellis, è stato inopportuno, sempre sopra le righe, ma soprattutto molesto. Ora, a scanso di equivoci, quello che voglio dire non è che Vagnato sia un molestatore seriale, quanto piuttosto che non sia un comico: tolto dal suo habitat naturale, il web, ed eliminato ogni copione, la sua comicità (se tale si può definire) si è ridotta a molestie vere e proprie verso le concorrenti del gioco. Le stesse Marini e De Lellis si sono più volte lamentate per il suo comportamento (e Michela Giraud e Alessia Marcuzzi l’hanno richiamato).

Gabriele Vagnato è funzionale al programma perché conta milioni di follower e, si sa, specie per una piattaforma streaming, dove non si parla di telespettatori ma di utenti, i numeri (quei numeri) sono importanti. A nessuno importa il fatto che non abbia un talento strutturato e adatto a una trasmissione in cui bisogna saper dosare comicità, improvvisazione ed estro, importa che abbia follower da “spostare” da una piattaforma all’altra. Questa è, ormai, una regola che funziona in tutti i settori e voglio ribadirla a costo di sembrare retorico: sono i numeri a fare il talento, non viceversa.

Ecco, io temo che Vagnato, tolto dalla sua comfort zone, non sia riuscito a essere all’altezza della realtà che c’è fuori e si sia comportato come un bimbo nel mondo dei grandi: ha cercato di attirare l’attenzione su di sé. Solo che, nel tentativo di sbracciarsi per apparire a proprio agio e adatto a quella circostanza, ha dato il peggio di sé.

Ma Vagnato, seppur molto giovane, non è un bambino, e per stare (e restare) nel mondo dei grandi non bastano i numeri, serve uscire dallo schermo e farsi le ossa. Serve diventare bravi, non bravi a far parlare di sé. L’unico a essere finito al tappeto, in Red Carpet, è proprio lui. Ma la sua comicità no, quella è al sicuro: non è pervenuta affatto.

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