Teo Mammucari, cosa resta di un personaggio fragile quando il suo ego viene sgonfiato da una donna?

Teo Mammucari soffre le donne che hanno un ruolo apicale e non gregario: l'aveva dimostrato con Selvaggia Lucarelli e l'ha confermato ieri.

Francesca Fagnani è riuscita nell’impresa titanica di mettere a nudo l’intervistato senza, di fatto, intervistarlo. È ciò che è successo ieri sera a Belve, quando un fragilissimo (badate bene che userò spesso questo aggettivo) Teo Mammucari si è seduto di fronte alla giornalista e si è svelato. Ha tolto la maschera. Nessuna finzione, nessun artificio, solo la verità, nient’altro che la verità. È vero, l’intervista (se così si può definire) è durata una manciata di minuti, ma sono stati sufficienti a raccontarci chi è.

No, non parlerò della sua totale assenza di autoironia, di quanto soffra quando deve togliere i panni del personaggio e svelare la persona, di quanto sia smisurato ma esile il suo ego, tanto da chiedere un’intervista per poi sminuire la giornalista che gliela concede. No, non parlerò nemmeno del fatto che, evidentemente, non conosca Belve e il ruolo che Fagnani interpreta nel suo show (perché è uno show, ma questa è un’altra storia)

Teo Mammucari e il suo ego smisurato ma fragile

Parlerò, piuttosto, di quanto sia fragile di fronte a una donna che è intera. Di quanto soffra una donna che è intera e che ha un ruolo apicale o, quantomeno, di maggiore potere rispetto al suo. Perché Mammucari è abituato alle donne che stanno sotto a un tavolo di vetro, mica a quelle che conducono il gioco. Tutta la sua fragilità era venuta fuori già qualche tempo fa, quando ha partecipato a Ballando con le stelle: in quel caso, soffriva la presenza di Selvaggia Lucarelli, la sua ironia, l’acutezza dei suoi giudizi, il fatto che fosse più “cattiva” di lui (e per cattiveria intendo la capacità di mettere a nudo i punti deboli di chi si ha di fronte).

Verso Lucarelli si era mostrato prevaricante, a tratti aggressivo, di sicuro sminuente. Ma, soprattutto, aveva tentato di rimetterla al suo posto, là dove stanno le donne: un passo indietro. E quindi aveva messo in piazza una presunta frequentazione con la giornalista, ma – soprattutto – un presunto debole che lei aveva nei suoi confronti. Insomma, nel momento esatto in cui aveva capito di avere di fronte una donna non gregaria, che non avrebbe potuto trattare come un soprammobile, ha pensato bene di svilirla: «Di’ a tutti cosa abbiamo fatto io e te», «Racconta al pubblico di quella volta che siamo stati a cena insieme», «Confessa che avevi un debole per me».

Teo Mammucari, la belva che non ce l’ha fatta (ma guai a dirglielo)

L’intelligenza di Lucarelli ha fatto sì che il pubblico percepisse l’atteggiamento di Mammucari come quello di un mattatore e che il clima, per quanto possibile, restasse leggero. È stata al gioco (che non era un gioco) e Mammucari ne è uscito bene. A Belve, però, non è andata esattamente allo stesso modo: di fronte a sé, ha trovato una giornalista che non ha fatto un passo indietro, ma che – al contrario – l’ha messo di fronte alla sua inadeguatezza. «Dai, non ce l’ha fatta», gli ha detto Fagnani, e lui ha prontamente risposto «Non è che non ce l’ho fatta io, non ce l’hai fatta tu, tu non sei la stessa persona carina che fa la simpatica, quella dei messaggi whatsapp».

Sì, perché Mammucari voleva una donna «carina» e «simpatica», accomodante, compiacente, conciliante. Voleva una donna che gli puntasse i riflettori addosso e che illuminasse il suo personaggio, la sua maschera, la sua recita. E invece ha trovato una giornalista che ha osato dirgli che non ce l’ha fatta: allora il castello di carte è crollato e Mammucari si è svelato.

«Io non sono Flavia Vento», ha detto il comico. Ed è vero, Mammucari non è Flavia Vento: lei, a Belve, ha regalato un ritratto di sé bizzarro, surreale, sopra le righe. Lui ha regalato il ritratto di un ego fragile, sgonfiato da una donna che ha osato non essere un accessorio di scena.

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