Roberto Vecchioni è stato l'insegnante di una cantante famosissima, di chi stiamo parlando? Il nome a seguire.
Roberto Vecchioni è una delle voci più amate della musica italiana, ma molti non sanno che in passato è stato anche l’insegnante di una cantante famosissima.
Di chi stiamo parlando? Di Paola Iezzi, la sorella mora del duo Paola & Chiara. Oggi lei è giudice di X-Factor e sta vivendo un enorme successo, anche dovuto al ritorno sulle scene musicali insieme a sua sorella maggiore.
In una recente intervista del Corriere della Sera, proprio Paola Iezzi ha raccontato degli insegnamenti di Roberto Vecchioni; il cantautore per trent’anni ha lavorato come docente in alcuni licei tra Milano e Brescia.
Roberto Vecchioni è stato l’insegnante di Paola Iezzi!
Cosa ha detto Paola Iezzi sugli insegnamenti di Roberto Vecchioni? Ecco le sue parole: “Mio padre mi avrebbe spedita a ragioneria, non voleva che fossi legata all’idea di dover frequentare l’università a tutti i costi. Io scelsi e ottenni di iscrivermi al liceo classico Beccaria”.
Ricordando proprio Vecchioni, sempre Paola ha riferito quanto segue: “È stato il mio insegnante solo per un anno, in quarta ginnasio, poi si trasferì a Desenzano con la famiglia”. E ancora, sulle sue esperienze scolastiche, ha aggiunto: “Ero brava in italiano e filosofia, ma con lui ogni tanto sono volati dei votacci in greco e latino che studiavo poco perché ero refrattaria alle regole, non mi piaceva imparare a memoria”.
Ma che insegnante è stato Vecchioni? Paola Iezzi risponde: “Roberto era meraviglioso, un affabulatore, l’insegnante che tutti sognano di avere, quello dell’Attimo fuggente: ti apriva scenari che non avresti mai sospettato”. Sul primo incontro quando entrò in classe, la sorella mora di Paola & Chiara ha detto: “Aveva un’aria austera, arcigna, con il sigaro spento in bocca e il registro sottobraccio. Noi quattordicenni terrorizzati, era l’inizio dell’anno scolastico”.
E poi: “Appoggiò il registro sulla cattedra facendo un rumore d’inferno: “Bene, adesso vi aspettano 5 anni di calci in c…”. Uscì sbattendo la porta. Ricomparve dopo 5 minuti e iniziò a fare lezione come se nulla fosse. L’ingresso con quella parolaccia era un modo per dire: “Raga, parlo la vostra lingua. Sono severo però vi capisco. Quindi non provate a prendermi in giro””.
A quanto pare, però, Roberto Vecchioni in versione professore aveva un punto debole: “Quando l’Inter perdeva era particolarmente di cattivo umore, quindi noi la domenica speravamo sempre che i nerazzurri vincessero. Sennò erano dolori”.