P. Diddy è nei guai fino al collo: un giovane cantante lo ha accusato di brutali violenze; di chi stiamo parlando?
Il caso P. Diddy non accenna a migliorare, anzi, la posizione del noto produttore musicale è sempre più compromessa: nelle ultime ore, l’ennesima testimonianza fa tremare Hollywood.
Attualmente sembrerebbero essere più di cento le persone che in questi ultimi mesi hanno accusato P. Diddy di aver in qualche modo usato violenza contro di loro. Di recente, anche il famoso Jamie Foxx ha raccontato un inquietante circostanza che avrebbe a che fare proprio con la malvagità del rapper.
Ma non è finita qui! Solo pochi giorni fa, alla Procura di New York sarebbero arrivate in blocco altre sei testimonianze di persone che accusano Diddy di una violenza inaudita. Come sappiamo, al momento il producer è detenuto e gli agenti penitenziari lo sorvegliano 24 ore su 24.
Polizia e Procura, infatti, temono che P. Diddy possa suicidarsi per evitare di andare incontro al processo; nel frattempo Hollywood continua a tremare e la lista di persone che negli anni hanno preso parte ai famosi party esclusivi del rapper aumenta giorno dopo giorno. Cosa succederà?
P. Diddy: un cantante lo accusa di violenza sessuale
P. Diddy al momento si trova nel penitenziario Metropolitan Detention Center di Brooklyn ed è accusato di reati gravissimi contro la persona; su di lui pendono le accuse di tratta di esseri umani e violenza sessuale, ma non solo. Di recente, inoltre, un giovane cantante ha deciso di farsi avanti e denunciare le violenze avvenute quando aveva solamente 10 anni.
L’artista – che per il momento è rimasto anonimo – si è affidato all’avvocato Tony Buzbee. Quest’ultimo ha depositato una regolare denuncia presso la Corte Suprema dello Stato di New York. Ma cosa è successo? Il diretto interessato sostiene che Diddy – nel 2005 – lo abbia drogato e violentato.
All’epoca il cantante aveva solamente 10 anni. Nella denuncia, inoltre, si legge che Sean Combs, vero nome di P. Diddy, dopo gli abusi avrebbe intimato il ragazzino a non dire nulla a nessuno, altrimenti avrebbe fatto del male ai suoi genitori. Da quel momento, per molti anni, l’artista avrebbe sofferto di ansia e depressione cronica.
La testimonianza
Di seguito tutta la testimonianza del cantante nei confronti di P. Diddy, riportata da Variety:
“Il giovane cantante attualmente risiede in California sostiene che l’aggressione abbia avuto luogo nel 2005. All’epoca, era un bambino di 10 anni che cercava di diventare un rapper. Per assecondare le aspirazioni del figlio, i genitori assunsero un consulente che consigliò loro di volare a New York per incontrare personaggi dell’industria musicale. Durante il viaggio, il consulente organizzò un incontro tra Diddy e il ragazzo e Combs chiese di incontrare il ragazzo da solo”.
E ancora, poi, aggiunge quanto segue: “Il consulente portò il ragazzo nella stanza d’albergo di Combs e lo lasciò solo con lui. Il ragazzo si esibì per Combs, che gli disse che avrebbe potuto “renderlo una star” e gli chiese quanto lo desiderasse. Secondo la denuncia, “il querelante rispose, come avrebbe fatto qualsiasi bambino di dieci anni, che avrebbe ‘fatto qualsiasi cosa’”.
Sulle droghe, il cantante ha raccontato invece che: “Un’altra persona presente diede quindi al ragazzo una soda, che lui bevve. Poco dopo, iniziò a sentirsi “un po’ strano”, cosa dovuta al fatto che la bevanda pare fosse mescolata con droghe, tra le quali GHB e ecstasy. Dopo aver consumato la soda, Combs avrebbe detto al ragazzo di avvicinarsi a lui e lo avrebbe spinto giù, dicendogli qualcosa del tipo “a volte devi fare delle cose che non vuoi fare”.
Infine, il ragazzino avrebbe perso conoscenza: “Una volta spinto verso il basso, Combs ordinò al ragazzo di fare delle cose, il ragazzo poco dopo perse conoscenza. Quando riprese i sensi, i “pantaloni di Combs erano slacciati e lui sentiva forti dolori dietro”. Pianse e disse che voleva vedere i suoi genitori, al che Combs gli disse che se avesse detto qualcosa a qualcuno, avrebbe fatto male ai genitori”.