Tre anni dalla morte di Raffaella Carrà, ma lei si è conquistata l’eternità

Oggi sono tre anni da quando Raffaella Carrà ci ha lasciato, ma in fondo rimarrà per sempre, perché si è conquistata l'eternità.

Ci sono artisti bravi, artisti straordinari e artisti necessari. Raffaella Carrà ha fatto parte di quest’ultima categoria, perché è stata – innanzitutto – una donna rivoluzionaria. E la rivoluzione, da che mondo è mondo, non la fa chi aderisce pienamente a una tendenza, uno stile e un gusto, ma chi li crea.

Raffaella è stata una vera creativa, innanzitutto perché è stata una donna emancipata, intelligente, indipendente. Ha avuto il coraggio di essere libera in un tempo in cui non bastava prendere parte a una causa, ma bisognava iniziarla da zero. E Raffaella è stata una pioniera in tutto ciò che ha fatto, detto e rappresentato: è stata la prima, vera donna pop della musica italiana, ha anticipato i tempi quando nessuno immaginava che ci sarebbe stato un tempo giusto per le donne, per la loro emancipazione, per la loro libertà.

Raffaella Carrà, che si è conquistata l’eternità

Raffaella è stata la cantante pop per eccellenza, sempre all’avanguardia, attenta a ogni dettaglio dell’esibizione, interprete credibile, voce libera dagli schemi del belcanto, performer totale, sensuale, raffinata. Un’artista con un piglio internazionale, diremmo oggi, visto che siamo abituati a pensare che il pop che unisce canto, ballo e trasgressione sia un’invenzione d’oltreoceano. Ma così non è, lei ne è la prova, perché è stata, è e rimarrà la musa ispiratrice di artisti italiani e stranieri.

Raffaella è stata, peraltro, un’artista a tutto tondo: cantante, ballerina, attrice, conduttrice e autrice, capace di ideare format televisivi che esistono tutt’oggi, dai giochi in tv all’ora di pranzo ai varietà che uniscono le arti dello spettacolo all’emotività. Ha rivoluzionato il costume, la moda, la televisione, la musica e la danza, l’ha fatto grazie alla sua personalità spiccata e riconoscibile, al suo gusto, al suo sguardo sul mondo, sempre sensibile e privo di sovrastrutture. E, senza saperlo, almeno all’inizio, è stata fondamentale per l’emancipazione delle donne (tutte le donne, non solo quelle di spettacolo), per la lotta ai diritti, alla parità, alla libertà di essere.

Infine, ma non ultimo per importanza, è stata l’icona gay più importante di sempre, perché ha rappresentato un riparo per chi, nei primi anni Settanta, fuggiva da discriminazioni, violenze e vessazioni. Raffaella Carrà ha amato il suo pubblico senza mai ridurlo a uno stereotipo, perché è stata, appunto, un esempio di libertà, coraggio e riscatto.

Spesso, quando muore un artista, si dice che resterà immortale. Nel suo caso, è una verità sacrosanta: Raffaella Carrà non c’è più, ma rimarrà per sempre ciò che è stata, ciò che ha creato, ciò che ha saputo inventare quando non esisteva ancora. E poi rimarrà la sua risata travolgente e la dignità con cui ha scelto di andarsene, senza clamori, con eleganza.

Raffaella Carrà è sempre stata nel “per sempre”, perché si era già conquistata l’eternità molto prima di lasciarci. 

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