Cosa succederà durante la revisione del processo per la Strage di Erba? Olindo Romano e Rosa Bazzi in aula a Brescia: i dettagli
La Strage di Erba e le vite di Olindo Romano e Rosa Bazzi potrebbero trovarsi presto di fronte a una nuova svolta: dopo tanta insistenza nel chiedere la revisione del processo, finalmente gli avvocati della coppia sono riusciti nel loro intento. Cosa succederà ora?
Fino al settembre del 2023 si è sempre esclusa categoricamente una revisione della Strage di Erba da parte della Magistratura, ma a un certo punto le preghiere di Olindo, Rosa e dei loro avvocati sono state ascoltate: oggi – 1 marzo 2024 – si entra in aula, a Brescia, per rivedere il processo che per anni ha tenuto incollati i telespettatori di fronte a TG e programmi di approfondimento.
Le motivazioni sono semplici: nonostante la Giustizia li abbia condannati alla pena dell’ergastolo, Olindo Romano e Rosa Bazzi si dichiarano innocenti, con buona pace di molti italiani che ancora oggi non credono alla copevolezza della coppia di Erba. Dopo qualche anno dal loro ingresso in carcere, sono stati tanti i professionisti di diversi settori a scandagliare la storia, constatando che fa ancora acqua da tutte le parti.
Perché? Semplice: le indagini sono state fatte sommariamente, non esistono prove certe ed evidenti della colpevolezza dei coniugi di Erba e le loro confessioni sono state fatte a fronte di false promesse da parte degli inquirenti. Come sappiamo, Olindo e Rosa sono due persone semplici, che si sarebbero fatte manipolare da un più ampio sistema.
Strage di Erba: perché è stata chiesta la revisione?
La revisione del processo per la Strage di Erba è stata chiesta dagli avvocati di Olindo e Rosa, oltre che – ovviamente – dagli assistiti stessi. Dall’inizio del primo ingresso in aula dei coniugi, è apparso chiaro che i due siano stati, in qualche modo, manipolati dagli inquirenti. Nonostante gran parte dell’opinione pubblica, il Tribunale e la Magistratura tutta li ritengano colpevoli del terribile delitto, alcuni elementi confermerebbero in realtà il contrario.
Olindo Romano e Rosa Bazzi sono in carcere per un crimine che non hanno commesso? Le registrazioni ambientali nei giorni immediatamente successivi alla Strage di Erba non registrano nemmeno un caso in cui la coppia abbia parlato di quanto accaduto: senza sapere di essere ascoltati, nella propria casa, i due presunti assassini avrebbero potuto confrontarsi sulle mosse da attuare per sfuggire alla Giustizia o semplicemente ripercorrere la notte della Strage, ma questo non è mai successo.
Molti prendono come prova la confessione spontanea di Olindo e Rosa che, però, spontanea non è: i coniugi di Erba sono sempre stati l’uno al fianco dell’altra, senza mai perdersi e conducendo una vita semplice e fatta per lo più di sacrifici e rinunce. Di fronte agli inquirenti che volevano dividerli per sempre, con la falsa promessa di ottenere una cella matrimoniale, il netturbino lombardo si è spinto a confessare, seguito poi da sua moglie.
Nella loro ingenuità, così come gli era stato suggerito, i coniugi ritenuti responsabili della Strage di Erba pensavano davvero di poter trascorrere solo 7-8 anni nel penitenziario e insieme, come se nulla fosse cambiato rispetto alla loro precedente vita. Purtroppo, come sappiamo, non è stato così e ancora oggi Olindo e Rosa sono in carcere: lui a Opera e lei a Bollate. La revisione del processo, però potrebbe cambiare tutto…
Ricostruzione della storia
La ricostruzione dei fatti, secondo la Magistratura, vede Olindo Romano e Rosa Bazzi responsabili della Strage di Erba: la coppia avrebbe trucidato cinque persone, ferendone un’altra – unico testimone rimasto – quasi a morte. Il motivo? Da tempo i coniugi avevano un rapporto burrascoso con la loro vicina di casa Raffaella Castagna. Per questo motivo, dopo anni di vessazioni, Olindo e Rosa – l’11 dicembre del 2004 – avrebbero deciso di salire nell’appartamento della donna, uccidendo lei, sua madre Paola Galli, suo figlio di soli 2 anni Youssef Marzouk e un’altra vicina, capitata per caso sulla scena, Valeria Cherubini.
Anche il marito di quest’ultima, accorso nel sentire le urla di sua moglie, è stato ferito quasi a morte con un colpo alla gola precisissimo, lo stesso che ha portato alla morte le quattro persone appena citate. Mario Frigerio, però, aveva un difetto congenito alla carotide, motivo per il quale la lama del coltello non ha raggiunto punti vitali, risparmiandone così la morte. Lui è l’unico testimone della Strage di Erba; oggi è deceduto per causa naturali, ma le sue parole sono state la chiave che ha portato Olindo e Rosa alla detenzione. Insieme a questa, poi, anche una piccola goccia di sangue rinvenuta nel battitacco della macchina del Romano.
La macchia di sangue, però, appariva praticamente impercettibile anche usando il Luminol e, inoltre, non appariva così pregna di DNA da poter incastrare alcuna persona. Nonostante tutto, però, è stata ritenuta comunque una prova da coinvolgere nelle indagini, associata poi, più tardi, alla confessione “spontanea” dei coniugi di Erba: i due hanno iniziato ad auto-accusarsi nella speranza di scagionare l’altro. Ancora oggi, però, avendo capito di esser stati presi in giro, chiedono che si possa giungere a una revisione del processo e si dichiarano innocenti. Del loro caso si è occupato a lungo Antonino Monteleone, giornalista de Le Iene.
Cosa sappiamo fino a ora?
Fino a oggi, dopo vent’anni dalla Strage di Erba, molti si sono semplicemente accontentati della versione di Media e Magistratura, altri invece hanno sempre dichiarato di essere non solo a favore della revisione del processo, ma anche totalmente convinti dell’innocenza di Rosa e Olindo.
Effettivamente, procedendo con la revisione, ci sarebbero ben tre elementi che potrebbero totalmente ribaltare la sentenza: un testimone oculare, una prova scientifica e alcune confessioni. Proprio su questi dettagli, gli avvocati di Olindo e Rosa e la Procura Generale di Brescia, discuteranno nell’aula di Tribunale riservata al processo per la Strage di Erba.
Il processo sarà dibattuto di fronte ai giudici della seconda sezione penale della Corte d’Appello di Brescia; l’accusa sarà rappresentata dal procuratore Guido Rispoli e dall’avvocato dello Stato, Domenico Chiaro. Ancora, poi, ci saranno gli avvocati di parte civile, Massimo Campa e Daniela Spandri, che rappresentaranno i fratelli Castagna, Giuseppe e Pietro.
Per i coniugi Frigerio, oggi entrambi defunti, ci sarà invece il legale Adamo De Rinaldis. I Castagna e i Frigerio si sono sempre dichiarati totalmente contrari a qualsiasi revisione del processo per la Strage di Erba. I difensori di Olindo e Rosa – Fabio Schembri e Nico D’Ascola per lui e Luisa Bordeaux e Patrizia Morello per lei – ovviamente sono alla posizione opposta.
In aula, a Brescia, anche una sorpresa: il Procuratore Generale di Milano, Cuno Tarfusser, si è detto dalla parte dei coniugi Romano ed è stato il primo a depositare la richiesta di revisione per la Strage di Erba. Insieme a lui, anche Azouz Marzouk – padre di Youssef e compagno di Raffaella – sostiene la tesi che non vede colpevoli Olindo e Rosa ed è rappresentato da Solange Marchignoli.