Gessica Notaro è finita nel mirino di chi le scrive, sui social, che era meglio prima e che è diventata «come tutte le altre».
Gessica Notaro conferma quello che si sa già, ma che è bene ripetere ancora e ancora: sui social (come del resto nella realtà, i social non sono altro che una proiezione della vita “reale”) vige la solidarietà a intermittenza. Che vuol dire? Semplice: se una persona soffre e vive un momento drammatico, la gente le è solidale; se è felice e libera, storce il naso. E giudica, insulta, offende.
Poi, se si tratta di una donna (magari anche bella e avvenente) le cose non possono che peggiorare. È il caso di Gessica Notaro, salita agli onori della cronaca – ormai anni fa – per la drammatica vicenda che l’ha vista coinvolta suo malgrado: l’ex fidanzato l’ha sfregiata con l’acido. Quando Gessica parla di quello che le è successo e mostra i segni della violenza subita, il pubblico le riserva solo attestati di vicinanza e affetto.
Se, però, si mostra felice e pubblica scatti sensuali (Notaro – tra l’altro – è una modella) ecco che arrivano gli insulti, i «ti preferivo prima» oppure «Sei come tutte le altre». Di recente – a corredo di alcuni scatti in intimo – ha spiegato che si tratta di un servizio per Yamamay uscito su Grazia e, soprattutto, che lavora come modella sin da quando aveva 14 anni.
A nulla è valsa questa spiegazione, tant’è che a un utente ha risposto così: «Sono sempre stata egocentrica e vanitosa. Solo che quando avevo la faccia distrutta vi facevo pena e quindi vi stavo più simpatica». Parole dirette, crude e lucide che confermano quello che sappiamo già e dicevo in apertura: la gente ti apprezza se soffri, mentre ti disprezza se sei felice.
«Ti preferivo prima», le scrive qualcuno. «Quando?», viene da chiedersi. Forse quando il suo volto era distrutto dall’acido? Quando si copriva perché portava i segni della violenza subita? Quando sembrava che per lei non ci fossero speranze? Forse a voi piacciono le donne solo quando soffrono e stanno in panchina. Dovreste farvi qualche domanda, se fate tanta difficoltà ad accettare che una donna sia libera e felice.
Chiedetevi cosa c’è che non va in voi, non in lei.