Alexei Navalny chi è il maggiore oppositore di Putin morto oggi in carcere: cosa ha fatto e tutta la sua storia
Alexei Navalny, noto come l‘oppositore più famoso di Vladimir Putin a livello internazionale è morto. Ha trascorso gli ultimi periodi della sua vita in un carcere speciale situato nel villaggio di Kharp, nella regione dello Yamalo-Nenets, in Siberia Occidentale. Ma qual è la sua storia?
Alexei Navalny è nato nel 1976 a Butyn, una località poco distante da Mosca, da una famiglia con radici in parte ucraine e con il padre che serviva nell’Armata Rossa. Dopo aver completato gli studi di legge presso l’Università russa dell’amicizia tra i popoli, Navalny ha intrapreso la carriera di avvocato, lavorando per diverse aziende. Tuttavia, è divenuto noto soprattutto per il suo impegno politico.
Chi era e perché era il maggiore oppositore di Putin? Tutta la storia
Navalny è emerso inizialmente come figura di spicco a livello nazionale grazie ai suoi blog, attraverso i quali denunciava ciò che riteneva essere un diffuso sistema di corruzione in Russia. Queste denunce lo hanno portato ad accusare la Federazione russa di essere governata da “truffatori e ladri”, una critica che lo ha reso noto in tutto il paese.
Inizialmente, Navalny era un militante di destra, e nei primi anni del 2000 ha preso parte a diverse marce nazionaliste russe, manifestando posizioni anti-immigrazione.
Tuttavia, la sua visione politica ha subìto una significativa evoluzione nel corso degli anni. Nel 2007, è stato espulso dal partito liberale di opposizione Yabloko, segnando un momento di svolta nella sua carriera politica. La sua trasformazione è diventata evidente durante le manifestazioni contro Putin nel dicembre 2011, quando Navalny è stato uno dei primi leader del movimento ad essere arrestato dalle autorità russe.
Nel 2013, Navalny ha deciso di candidarsi alla carica di sindaco di Mosca, dimostrando il suo impegno civico nonostante le difficoltà e le minacce. Nonostante la scarsa o nulla copertura da parte dei media statali, è riuscito a ottenere un notevole successo, guadagnando il 27% dei voti. Questo risultato ha sottolineato il sostegno significativo che Navalny ha ricevuto dalla popolazione, nonostante le sfide e le restrizioni imposte dal regime di Putin. E proprio per questo si è dimostrato particolarmente ”pericoloso”…
Alexei Navalny perché era in carcere? Cosa ha fatto?
Alexei Navalny si trovava recluso nell’istituto penitenziario noto con il nome di “Lupo Polare”, una colonia penale caratterizzata da condizioni severe e un ambiente ostile. Navalny, 47 anni, era stato condannato ad agosto dello scorso anno con l’accusa di estremismo, infliggendogli una pena aggiuntiva di 19 anni di prigione, che si sommavano agli 11 anni precedentemente ricevuti in due diverse condanne. Complessivamente, le accuse formulate nei suoi confronti ammontavano a una condanna totale di 30 anni di reclusione.
Prima, fino al dicembre dello scorso anno, Navalny era detenuto nella colonia penale IK-6 di Melekhovo, situata a circa 235 chilometri a est di Mosca. Successivamente, era stato trasferito in una località non specificata inizialmente in completa segretezza, senza che ne fossero informati né i suoi avvocati né il pubblico.
Nel 2020 era stato avvelenato, ma aveva deciso di tornare a Mosca
La fama di Alexei Navalny in Europa è cresciuta esponenzialmente nell’agosto del 2020, quando è stato vittima di un avvelenamento in Germania. L’aggressione ha utilizzato una micidiale neurotossina, causando una grave minaccia per la sua vita. Fin dall’inizio, l’Occidente ha sospettato l’intervento dei servizi segreti russi in questo vile attacco. Dopo aver trascorso mesi a Berlino per riprendersi dall’avvelenamento, Navalny, una volta guarito, ha preso la coraggiosa decisione di fare ritorno in patria, nonostante fosse consapevole del rischio di essere arrestato.
Alla sua ripartenza per Mosca nel gennaio del 2021, Navalny è stato immediatamente detenuto e trasferito in una colonia penale di massima sicurezza. Questo avvenimento è stato conseguenza della violazione dei termini della libertà condizionale, concessagli in seguito a una condanna emessa nel contesto del processo Yves Rocher del 2014. In quel processo, Navalny era stato accusato di appropriazione indebita. La sua determinazione nel tornare in Russia nonostante le minacce e le circostanze avverse ha dimostrato il suo coraggio e la sua incrollabile volontà di continuare la lotta contro la corruzione e per la democrazia nel suo paese.
Alexei Navalny: moglie e figlia
Dopo il suo tentativo di candidatura a sindaco di Mosca nel 2013, Alexei Navalny ha incontrato una serie di ostacoli che gli hanno impedito di partecipare ad altre elezioni, a causa di varie ragioni. Nonostante ciò, Navalny e il suo team hanno continuato a criticare apertamente il regime di Putin, producendo video investigativi che hanno suscitato scalpore e indignazione. Attraverso queste produzioni, spesso condivise su piattaforme come YouTube, Navalny ha denunciato lo stile di vita opulento dell’élite russa e la corruzione dilagante all’interno del governo e delle istituzioni russe.
Navalny era sposato con Yulia Navalnaya, con la quale aveva una figlia di nome Darya, conosciuta anche come Dasha, che al momento dei fatti studiava all’Università di Stanford negli Stati Uniti. La coppia ha anche un figlio di nome Zakhar.
Nel 2021, nonostante si trovasse in prigione, Navalny è stato insignito del prestigioso Premio Sacharov per la libertà d’espressione dal Parlamento europeo. Tuttavia, a causa della sua detenzione, il premio è stato ritirato e ricevuto in suo nome dalla figlia Daria, evidenziando così il riconoscimento internazionale della sua lotta per i diritti civili e la libertà di espressione.