Franca Viola, ecco la storia della donna che rifiutò il matrimonio riparatore: ecco cosa è successo, stupro, padre, figli, morte

Giovane grande donna, Franca Viola ha rifiutato il matrimonio riparatore aprendo la strada al cambiamento civile!

Franca Viola è la donna che è stata capace di far cambiare la legge del matrimonio riparatore a seguito di rapimento e violenza. Era la metà degli anni Sessanta e la sua testimonianza è stata da apripista a un vero e proprio cambiamento culturale. Scopriamo di seguito chi era la coraggiosa ragazza siciliana!

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Con il suo fermo rifiuto, Franca Viola è riuscita a far cambiare il codice penale, diventando un vero e proprio simbolo di coraggio in una società che la voleva sposata con il suo stupratore. Il tutto per salvare il suo onore violato.

Lei, giovanissima diciassettenne, ha tirato fuori tutta la sua determinazione, sfidando minacce e pettegolezzi, pur di non essere sottomessa a una legge ingiusta. Franca Viola si è battuta con tutte le sue forze, diventando un simbolo per l’emancipazione femminile in Italia.

Ecco cosa è successo a Franca Viola

Franca Viola è stata la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore, a denunciare l’uomo che l’aveva violentata e a farlo condannare. In questo modo, lei, giovanissima ragazza appena diciassettenne, ha dato un forte sclancio alla crescita civile della società anni Sessanta.

Filippo Melodia, nipote del boss mafioso locale, non si era accontentato del rifiuto e la voleva per sé. Aveva iniziato con le minacce al padre e con forti intimidazioni, senza fermarsi lì. La mattina del 26 dicembre 1965, spalleggiato da dodici amici, è entrato in casa della famiglia Viola.

I tredici bruti, dopo aver picchiato la madre, hanno portato via Franca e il suo fratellino minore Mariano di otto anni per condurli in un casolare. Due giorni dopo hanno liberato il bambino. Franca, invece, è stata violentata ripetutamente, malmenata con violenza, lasciata digiuna e tenuta segregata per otto giorni.

Lo stupro

Come dicevamo, Franca Viola è stata rapita dal suo ex fidanzato Filippo Melodia. Segregata per otto giorni, la ragazza ha subito ogni sorta di violenza, è stata stuprata e picchiata selvaggiamente. Era il 1965 e a quel tempo la legge prevedeva che il reato di violenza carnale potesse essere estinto dal matrimonio.

Stiamo parlando del matrimonio riparatore, secondo il quale, se Franca avesse spostato il suo stupratore avrebbe salvato non soltanto il suo onore ma anche quello della sua famiglia. Affiancata dai suoi genitori, la giovane ragazza siciliana ha rifiutato con fermezza tale soluzione, riuscendo a far condannare il suo violentatore.

Ovviamente Franca Viola ha dovuto combattere strenuamente la sua battaglia, con determinazione e coraggio. Da allora Franca Viola è riconosciuta come una delle più importanti protagoniste dell’emancipazione femminile in Italia. In ogni caso, ci vollero comunque altri sedici anni per l’abolizione della legge sul matrimonio riparatore, avvenuta, finalmente, il 5 settembre 1981.

Perché la legge considerasse lo stupro non più come un reato contro la morale, bensì come un reato contro la persona, si dovrà aspettare altri quindici anni: il 1996.

Il rifiuto di Franca Viola al matrimonio riparatore

Il giorno di Capodanno, il papà di Franca è stato contattato dai parenti di Melodia, con l’intento di accordarsi sul matrimonio di Franca Viola con il suo stupratore, Filippo Melodia. Sarebbe stato il matrimonio riparatore, così come voleva la legge, precisamente all’articolo 544 del codice penale.

Con il matrimonio si sarebbe estinto il reato di sequestro di persona e violenza carnale. In tal modo il reato risultava estinto per la legge, mentre l’onore era riparato per la società. In altre parole, Franca avrebbe dovuto sposare Melodia, senza battere un ciglio.

Non andò così. I genitori di Franca, infatti, si misero d’accordo con la polizia, facendo finta di accettare il matrimonio riparatore soltanto per scoprire dove fosse la loro figlia. All’alba del 2 gennaio, il giorno dopo, i poliziotti intervennero facendo irruzione nell’abitazione, liberando Franca e arrestando Melodia, insieme ai suoi dodici complici.

Da donna disonorata per la società del tempo, Franca Viola ha deciso liberamente di non sposare il suo stupratore, Filippo Melodia. Sollevando polemiche e cambiando la storia delle leggi in Italia, lo ha denunciato. Filippo è stato quindi processato e condannato a undici anni di carcere.

Padre

Entrambi i genitori di Franca Viola erano coltivatori diretti. Quando la ragazza ha compiuto quindici anni, sia la madre sia il padre, le hanno dato il consenso di fidanzarsi con Filippo Melodia, appartenente a una famiglia benestante e nipote del boss mafioso Vincenzo Rimi.

A causa dell’arresto di Melodia per appartenenza ad una banda mafiosa e furato, il padre di Franca, Bernardo Viola, ha rotto il fidanzamento. Tale avvenimento ha causato alla famiglia Viola una serie di violente minacce e intimidazioni. Sono stati bruciati e distrutti il loro vigneto e il casolare annesso, mentre Bernardo Viola è stato minacciato con una pistola al grido. Tutto ciò comunque, non fece cambiare la sua decisione.

Figli

Nel 1968 Franca Viola si è sposata con il ragioniere Giuseppe Ruisi, un suo giovane compaesano nonchè amico d’infanzia. Nonostante il timore di rappresaglie da parte della famiglia Melodia e dai loro associati, i due si sono uniti in matrimonio. Per un primo momento la coppia si è stabilita a Monreale, in provincia di Palermo, dove sono nati i loro due figli. Dopo tre anni, Franca e il marito Giuseppe sono ritornati nella città natale, Alcamo.

In occasione delle nozze, Giuseppe Saragat, allora presidente Presidente della Repubblica Italiana, ha inviato a Franca Viola e suo marito Giuseppe Ruisi un dono di nozze, per manifestare alla donna la solidarietà e la simpatia sua e degli italiani. Nello stesso anno i due sposi sono stati ricevuti dal papa Paolo VI in udienza privata.

Morte

Franca Viola è ancora viva e ha 76 anni: è nata ad Alcamo, in provincia di Trapani, il 9 gennaio 1947. L’8 marzo 2014 è stata insignita al Quirinale dell’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della repubblica Giorgio Napolitano con la motivazione: “Per il coraggioso gesto di rifiuto del matrimonio riparatore che ha segnato una tappa fondamentale nella storia dell’emancipazione delle donne nel nostro Paese”.

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