Il discorso perfetto di Elena Cecchettin su patriarcato, femminicidio e cultura dello stupro: unica pecca? Paolo Del Debbio.
Elena Cecchettin, sorella di Giulia Cecchetin, la ragazza uccisa dal fidanzato Filippo Turetta, è intervenuta domenica 19 novembre, durante la puntata del programma Dritto e Rovescio. Il discorso presentato da Elena Cecchettin è perfetto in ogni sua virgola, in ogni parola scelta, in ogni pensiero presentato ed è un’analisi attenta della società patriarcale che raramente ci capita di ascoltare in tv.
E come purtroppo ci si poteva aspettare, non è stato accolto né capito e ha ricevuto una reazione che tutti con forza dobbiamo sottolineare e contrastare. Alle parole di Elena sono state contrapposte dichiarazioni da ”Not, all men”. Alla forza della verità di Elena è stata servita incompetenza, condita dalla solita dose di patriarcato.
Il conduttore Paolo Del Debbio, dopo aver ascoltato le parole di Elena Cecchettin ha deciso di reagire immediatamente in maniera contrariata e ignorante. Per questo abbiamo deciso di analizzare quanto successo e riportare la nostra indignazione.
Elena Cecchettin, cosa ha detto la sorella di Giulia a Dritto e Rovescio?
Non è necessario aggiungere molto al discorso che Elena Cecchettin ha fatto a Dritto e Rovescio. L’analisi è lucida e le parole sono state scelte con la massima attenzione. Si parla di cultura dello stupro, del perché non è corretto parlare di ”mostri” ma di ”figli sani del patriarcato”, ha descritto il concetto ”Yes, all men”, il perché tutti gli uomini (indistintamente) sono presi in causa e sono causa di quanto succede e ha sottolineato con forza che il femminicidio è un fenomeno sistemico e un omicidio di Stato. Ecco le sue potentissime parole, riportate fedelmente da Biccy:
«Io voglio lanciare un messaggio e spero che possa raggiungere più persone possibile. In questi giorni si è sentito parlare di Turetta e molte persone lo hanno additato come un mostro, come un malato. Ma lui mostro non è, perché mostro è l’eccezione alla società. Mostro è quello che esce dai canoni normali della nostra società. Ma lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupr0. La cultura dello stupr0 è quell’insieme di azioni che sono volte a limitare la libertà della donna. Come controllare un telefono, come essere possessivi o fare catcalling. È una struttura che beneficia tutti gli uomini
Non tutti gli uomini sono cattivi mi viene detto spesso. Sì, è vero. Ma in questo caso sono tutti uomini e tutti gli uomini trattano benefici da questo tipo di società. Quindi tutti gli uomini devono essere attenti. Devono richiamare l’amico che fa catcalling ai passanti, devono richiamare il collega che controlla il telefono alla ragazza. Dovete essere ostili a questi comportamenti che possono sembrare delle banalità ma sono il preludio del femminicidio.
Il femminicidio non è un delitto passionale. Il femminicidio è un delitto di potere. Il femminicidio è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge. Bisogna prevedere un’educazione s3ssuale e affettiva in maniera da prevenire queste cose. Bisogna finanziare i centri antiviolenza in modo tale che se le persone devono chiedere aiuto siano in grado di farlo. E per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto».
"Turetta non è un mostro, lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro"
A #Drittoerovescio parla la sorella di Giulia pic.twitter.com/JETBDvqkvx
— Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) November 19, 2023
Del Debbio, cosa vuol dire bruciare tutto? Te lo spieghiamo
Elena Cecchettin conclude il suo discorso con «E per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto». Il suo messaggio arriva dritto, affilato e emotivamente potente. Ma trova un terreno marcio: quello del conduttore Paolo Del Debbio che si mostra sbigottito, saccentemente scettico e pronto a bacchettare quanto detto.
«Cosa vuol dire ”bruciate tutto”», lo ripete circa quattro volte, con il tono di uno che ti ha fatto parlare, ma adesso non esageriamo. E continua imperterrito a richiamare l’attenzione su questo presunto errore, fino a chiedere a Elena Cecchettin una spiegazione e una giustificazione per quanto detto.
Così Elena si è ritrovata a dover precisare che la frase era una metafora: «Il senso è che dobbiamo rivoltare questo sistema. Vuol dire rivoltate tutto in modo che Giulia sia l’ultima». A quel punto, né soddisfatto né tantomeno convinto, Del Debbio ha replicato «Ok, ok ho capito».
Trovate la puntata intera e il momento descritto cliccando QUI.
Caro Del Debbio, vorremmo rassicurarti sul fatto che non bruceremo tutto appiccando incendi. Conosciamo i roghi e da lì arriviamo. Non distruggeremo tutto applicando la forza. Conosciamo la violenza e da lì arriviamo. Ma lasceremo dietro di noi le macerie di questa società patriarcale. Lo faremo a colpi di consapevolezza e sorellanza. Lo faremo esistendo, mentre i figli sani del patriarcato non hanno mai dovuto imparare a resistere. Non chiediamo il permesso, abbiamo già conquistato il diritto e il dovere di essere furiose. Cosa vuol dire che distruggeremo tutto? Lo vedrai succedere, visto che a spiegarlo adesso ti risulta incomprensibile.
Ps. Yes, all men.