Israele – Palestina chi ha ragione? Perché c’è la guerra? Le origini del conflitto e tutta la storia

Israele - Palestina è un conflitto che sta seminando milioni di morti tra le due parti! Chi ha ragione su una guerra incomprensibile?

Israele – Palestina è una guerra drammatica che sta seminando odio e morte nel Medio Oriente. Sapete da dove sono partite le origini del conflitto? Leggendo di seguito scoprirete non soltanto tutta la storia delle contese ma anche se c’è una parte ad aver ragione!

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Il conflitto Israele – Palestina è uno dei più antichi e complessi del mondo. Le sue origini risalgono alla fine del XIX secolo, quando il movimento sionista iniziò a promuovere la creazione di uno stato ebraico in Palestina, una regione storicamente abitata da arabi.

Oggi la guerra israelo-palestinese è più che mai aperta, tragica e dolorosa. Una soluzione pacifica richiederebbe un compromesso da entrambe le parti. Israele dovrebbe riconoscere lo Stato di Palestina e rinunciare a parte dei territori occupati. I palestinesi, dal canto loro, dovrebbero riconoscere lo Stato di Israele e rinunciare alla violenza. Anche se è difficile immaginare che ciò accada presto, è l’unica soluzione che può garantire la pace. Ma quando ha avuto origine un dissidio bellico di tale portata? Scopriamo di seguito tutta la storia del conflitto Israele – Palestina.

Perché c’è la guerra oggi?

La mattina del 7 ottobre 2023, la Striscia di Gaza è stata teatro di un attacco di Hamas, il gruppo terroristico che controlla la regione. L’attacco ha colto di sorpresa Israele, che è stato colpito da migliaia di razzi lanciati da Gaza. Allo stesso tempo, miliziani di Hamas hanno attraversato il confine israeliano per dare inizio a un’operazione di terra.

L’attacco ha causato la morte di oltre 1.500 israeliani e più di 3.000 feriti. L’escalation tra Hamas e Israele è stata descritta come la più violenta degli ultimi anni. L’attacco di Hamas è stato paragonato alla guerra dello Yom Kippur, iniziata il 6 ottobre 1973 durante i festeggiamenti del Kippur. Fu un’operazione militare congiunta organizzata da Egitto e Siria che colse di sorpresa Israele. L’attacco di Hamas ha avuto inizio a un giorno dal cinquantesimo anniversario della guerra del 1973.

Le cause dell’attacco

Le cause dell’attacco di Hamas non sono ancora state completamente chiarite. Tuttavia, è probabile che siano legate a una serie di fattori, tra cui la frustrazione di Hamas per il fallimento dei negoziati di pace con Israele e, come conseguenza, dimostrare la sua forza e il suo potere, minando la stabilità degli israeliani. Israele, dal canto suo, ha risposto all’attacco di Hamas con una serie di raid aerei contro la Striscia di Gaza. I raid hanno causato la morte di almeno 2.500 palestinesi, tra cui molti civili.

Lescalation di violenza tra Hamas e Israele ha suscitato la condanna della comunità internazionale. Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e le Nazioni Unite hanno invitato le due parti a cessare le ostilità e a tornare al tavolo dei negoziati.

Le origini del conflitto Israele – Palestina

La nascita dello Stato di Israele nel 1948 ha segnato l’origine del conflitto in corso. La guerra arabo-israeliana del 1948, che ha visto la vittoria di Israele, ha portato alla fuga o all’espulsione di centinaia di migliaia di palestinesi dai loro villaggi e città. Da allora, il conflitto si è caratterizzato da una serie di guerre, scontri armati e violenze. Nel corso degli anni, si sono susseguiti diversi tentativi di pace, ma nessuno di questi ha avuto successo.

Complesse e multifattoriali sono le ragioni del conflitto. Tra le principali cause ci sono le rivendicazioni nazionali ebraiche e arabe sulla Palestina, come anche il rifiuto da parte di Israele di riconoscere lo Stato di Palestina.

Tutta la storia del conflitto Israele – Palestina

Il conflitto israelo-palestinese è un conflitto complesso e drammatico che ha radici profonde nella storia. Per comprenderne le origini, bisogna fare un passo indietro, fino alla fine del XIX secolo.

In quel periodo, il giornalista ungherese-austriaco Theodor Herzl elaborò l’ideologia del sionismo, un movimento politico che rivendicava il diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico. Herzl era convinto che gli ebrei non avrebbero mai potuto vivere in pace in Europa, a causa dell’antisemitismo. Per questo, propose la creazione di uno stato ebraico in Palestina, una regione storicamente abitata da arabi.

La migrazione di ebrei europei verso la Palestina iniziò già alla fine dell’Ottocento, ma divenne più consistente dopo la fine della Prima guerra mondiale. In quel periodo, gli inglesi controllavano la Palestina, che era stata sottratta all’Impero ottomano. La dichiarazione Balfour, un documento rilasciato dal governo britannico nel 1917, sosteneva la creazione di un focolare nazionale ebraico in Palestina.

La dichiarazione Balfour fu accolta con favore dal movimento sionista, ma fu vista come una minaccia dagli arabi palestinesi. Questi ultimi temevano che la creazione di uno stato ebraico avrebbe portato alla loro espropriazione e alla perdita della loro patria.

Le tensioni tra ebrei e arabi si intensificarono negli anni successivi. Nel 1947, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò una risoluzione che prevedeva la partizione della Palestina in due stati, uno ebraico e uno arabo. La risoluzione fu accettata dai sionisti, ma fu respinta dagli arabi. Il rifiuto arabo alla partizione della Palestina portò alla guerra arabo-israeliana del 1948. La guerra si concluse con la vittoria di Israele e la creazione dello Stato ebraico.

La guerra del 1948 ebbe conseguenze devastanti per i palestinesi. Circa 700.000 palestinesi furono costretti a fuggire dalle loro case o furono espulsi dalle forze israeliane. Questi profughi divennero rifugiati e furono costretti a vivere in campi profughi nei paesi arabi vicini.

Il conflitto israelo-palestinese è ancora in corso oggi. Le due parti sono ancora molto lontane da un accordo di pace.

Il futuro del conflitto Israele – Palestina

L’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 ha reso ancora più difficile la ricerca di una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese. Le due parti sono ancora distanti tra loro e non c’è alcuna indicazione che siano disposte a fare concessioni.

Il crescendo delle operazioni belliche, sempre più violente e atroci, soprattutto verso la popolazione inerme, è un segno che il conflitto è ancora in corso e che potrebbe peggiorare ulteriormente in futuro.

Israele – Palestina chi ha ragione?

Nel conflitto Israele – Palestina c’è una parte che ha ragione? Si tratta di una guerra complicata e drammatica, dalle molteplici sfaccettature. Non esiste una risposta semplice alla domanda chi ha ragione?. Entrambe le parti hanno le loro rivendicazioni valide e hanno subito atroci sofferenze.

Difficile trovare una soluzione pacifica a una guerra che può essere vista e letta sotto diverse prospettive, tutte spinose. Come altrettanto arduo è stare da una parte piuttosto che da un’altra. Sono troppi i morti innocenti sia israeliani sia palestinesi che gravano, inesorabilmente, sul conflitto israelo-palestinese.

Probabilmente tutti noi dovremmo smettere di chiederci chi ha ragione nel conflitto tra israeliani e palestinesi. È verissimo che l’attacco dei miliziani di Hamas ha scioccato l’opinione pubblica mondiale: non poteva essere diversamente. Le drammatiche immagini dei massacri nel cuore degli insediamenti israeliani hanno provocato sgomento, disperazione, rabbia. D’altro canto, anche la tremenda risposta israeliana, con i bombardamenti su Gaza e il successivo embargo che ha colto le fasce più deboli della popolazione, sono state artefici di grande paura.

Dallo sgomento iniziale, il mondo intero si è visto inondare da una voragine senza fine di senso di incertezza per il futuro che investe anche chi, come noi italiani, vive lontano dal centro degli eventi e, teoricamente, al sicuro.

Si arriverà alla pace?

La necessità di schierarsi da una parte piuttosto che da un’altra e il bisogno di essere rassicurati sono due forze potenti che possono influenzare il nostro modo di pensare e di agire. In un mondo complesso e caotico, è naturale cercare dei punti di riferimento e delle certezze. Scegliere da che parte stare ci dà un senso di appartenenza e di sicurezza, permettendoci di sentirci parte di un’entità grande e di avere un’idea di come interpretare la realtà.

Tuttavia, questa tendenza può portare anche alla polarizzazione delle opinioni e alla diffusione di informazioni distorte. Quando ci schieriamo da una parte, tendiamo a vedere le cose in bianco e nero e a demonizzare l’altra parte. Questo può ostacolare il dialogo e la comprensione reciproca.

È importante essere consapevoli di queste forze e cercare di superarle. Dobbiamo ricordare che la realtà è complessa e che non esiste una risposta facile a tutte le domande. Dobbiamo essere disposti a ascoltare le opinioni diverse dalla nostra e a cercare di capire il punto di vista dell’altra parte. Soltanto così potremo costruire un mondo più pacifico e tollerante.

In tutto questo tutti dovremo essere disposti a cambiare idea.
Non è facile, ma è possibile.

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