Pierfrancesco Favino racconta la sua esperienza omosessuale con un uomo più grande: «Volevo togliermi il dubbio»
Pierfrancesco Favino, intervistato dal Corriere, ha rivelato qualche dettaglio in più sul suo prossimo film in uscita il prossimo 31 ottobre e ha svelato di aver avuto un’esperienza omossessuale.
Nel suo racconto, l’attore è riuscito a riportare una narrazione sana della scoperta del suo orientamento sessuale. Evitando di nascondersi dietro a facili taboo o preconcetti. Il suo aneddoto diventa così un esempio significato per i rapporti tra sé e gli altri.
In una società che fa ben attenzione a dividere in schieramenti e ad etichettare facilmente gli individui in base ai propri gusti sessuali, senza lasciare libertà di scelta o approfondimento, le parole di Favino riportano una narrazione più autentica e semplice del mondo dei sentimenti e dell’attrazione.
Pierfrancesco Favino è gay?
La domanda più banale è immediata resta, purtroppo, sempre la stessa: ma quindi Favino è gay? Ma le domande e le risposte, riguardo all’identità sessuale di ognuno di noi sono ben più sfaccettate.
Partiamo dal racconto dell’attore per capire meglio perché la sua narrazione, senza fronzoli, è così importante. Quando, durante l’intervista, gli è stato chiesto se fosse vero che avesse avuto un’esperienza omosessuale, Pierfrancesco Favino ha rievocato quel momento della sua vita, rivelandone i dettagli:
«Non fu nulla di carnale. Un uomo più grande di me mi corteggiava, e io ho voluto togliermi un dubbio sulla mia sessualità, per non portarmelo dentro tutta la vita. L’ho sciolto, ho capito che omosessuale non lo ero. Era un tempo in cui se sentivi un’emozione per un uomo ti chiedevi cosa avevi di sbagliato».
Ascoltarci ci insegna ad essere chi siamo
L’esperienza raccontata da Favino è un esempio semplice di come nella vita sia importante ascoltarsi e trovare le risposte a tutti i dubbi che il nostro istinto ci suggerisce. L’aneddoto dell’attore è importante perché solitamente si evita di riportare dubbi o pensieri, per non ”rischiare” di essere ”giudicati” o ”etichettati’.
Rendere comune dubbi e domande riguardo la propria sfera sessuale è un invito a non stigmatizzare e sopprimere bisogni o curiosità. Vivremmo in un mondo migliore se tutti riuscissimo a prender confidenza con i nostri pensieri, senza lasciare che soccombano sotto macerie di giudizi inutili.