Cosa è successo davvero a Elisa Claps? Nel nostro articolo tutti i dettagli sulla sua spazione: dove è stata ritrovata?
Cosa è successo a Elisa Claps? La storia di questa ragazza ha dell’incredibile: dopo la sua sparizione – avvenuta il 12 settembre del 1993 – è stata ritrovata 17 anni dopo nel sottotetto della chiesa che frequentava da quando era piccola.
Elisa è scomparsa da Potenza all’età di 16 anni e per oltre 17 anni non si è saputo più nulla di lei; nonostante i numerosi appelli da parte dei familiari e diverse piste investigative che si sono poi ritenute fallimentari, il corpo della giovane è stato ritrovato proprio di recente. A essere accusato della sua sparizione – con annessa morte – è stato un ragazzo, oggi uomo, che all’epoca frequentava la minore scomparsa. Attualmente Restivo, responsabile di quanto successo alla protagonista di questa triste storia, si trova a Londra, in carcere. Ma perché?
La vicenda di Elisa Claps ha inizio il 12 settembre del 1993: la ragazza, come accennato, ha 16 anni e dopo esser uscita con un’amica, scompare nel nulla. Il suo corpo ormai senza vita da lungo tempo verrà poi ritrovato ben 17 anni dopo, nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Ma cosa le è successo? Il luogo sacro è stato recentemente riaperto al culto, a poche settimane dal trentesimo anniversario dal delitto.
Elisa, il giorno della sua scomparsa, era insieme all’amica Eliana De Cillis; le ragazze dovevano prendere parte a una funzione religiosa e a suo fratello, la giovane di cui si persero poi le tracce, aveva promesso che – prima delle 13:00 – sarebbe rientrata per accompagnarlo nella casa di campagna di Tito. Purtroppo, però, non fece mai ritorno. Insieme a lei, in chiesa, oltre alla sua amica c’è anche Danilo Restivo, un ragazzo che da tempo cercava di attirare la sua attenzione, purtroppo per lui invano…
Tutta la storia di Elisa Claps
La storia di Elisa Claps, purtroppo, è caratterizzata da tanti depistaggi e silenzi lunghi oltre 10 anni. I misteri di questo caso hanno accompagnato le indagini per oltre un ventennio e oggi si può dire che giustizia sia stata fatta, seppure parzialmente. La sparizione e l’omicidio della giovane sono stati, alla fine, attribuiti a una sola persona che ancora oggi paga per i crimini commessi. Stiamo parlando di Danilo Restivo, ma cosa sappiamo di lui?
Danilo è figlio del Direttore della Biblioteca Nazionale di Potenza; è un ragazzo problematico, ma innocuo. La sua famiglia vive a pochi passi dalla Chiesa della Santissima Trinità frequentata da Elisa Claps, in un alloggio del comprensorio del seminario: il padre di Restivo e il parroco – un certo Don Mimì – erano molto amici. Proprio per questo motivo, anche il giovane era ben visto. Il 12 settembre del 1992, con la scusa di consegnarle un regalo, Danilo Restivo incontra Elisa.
Qualche ora dopo la denuncia di scomparsa della ragazzina, quello che poi si rivelò essere il suo aguzzino arriva in ospedale con un taglio sulla mano e i vestiti intrisi di sangue. Sostenendo di essere caduto, però, non viene ritenuto sospetto di alcun crimine. Purtroppo, come poi si scoprirà in seguito, è proprio lui ad aver ucciso Elisa Claps e verrà scoperto solamente 17 anni dopo l’orrendo crimine. Secondo alcune ricostruzioni l’avrebbe accoltellata almeno 13 volte nella soffitta della chiesa, dopo aver tentato di violentarla. Ancora oggi, però, non è chiaro se sia riuscito ad abusare di lei oppure no.
Il DNA dell’assassino
A inchiodare Danilo Restivo, oltre all’essere l’ultimo ad aver visto Elisa Claps la mattina del 12 settembre del 1993, è un reperto biologico ritrovato sul maglione che indossava la ragazza il giorno della sua scomparsa e presumibilmente della sua morte: si tratta di una traccia di saliva di Restivo mista al sangue di Elisa.
Il corpo di Elisa Claps è stato ritrovato nel 2010, proprio nel sottotetto della chiesa che frequentava; all’epoca Don Mimì era già morto e a capo del luogo sacro vi era un giovane parroco, Don Wagno. Proprio quest’ultimo, nel marzo di quell’anno, aveva allertato i Carabinieri sostenendo che – nel mezzo di alcuni lavori di ristrutturazione – era stato rinvenuto un cadavere mummificato. Si trattava proprio dei resti di Elisa.
La ragazza è stata cercata ovunque per quasi 20 anni e, infine, si trovava a poche centinaia di metri da casa sua, come la famiglia aveva sempre sostenuto. L’ultimo luogo in cui era stata avvistata, infatti, era proprio la Chiesa della Santissima Trinità; a raccontare dove fosse stata notata poco prima di sparire era stato lui: Danilo Restivo.
L’uccisione di Heather Barnett
Danilo Restivo da tempo ha cambiato vita, trasferendosi in Inghilterra. Nel Regno Unito è finito sotto l’occhio vigile degli inquirenti perché sospettato dell’omicidio di una donna, sua vicina di casa. Quest’ultima, Heather Barnett, è stata trovata senza vita nel bagno della loro abitazione dai figli di 11 e 14 anni. La vittima presentava il reggiseno strappato, entrambi i seni mutilitati e la testa staccata dal collo. Facendo irruzione nella casa di Restivo, la Polizia dovette inorridire.
A quanto pare, l’assassino di Elisa Claps non era nuovo a certe pratiche: all’interno della sua abitazione, infatti, gli agenti ritrovarono diverse ciocche di capelli e moltissimi articoli riguardanti casa di pedofilia. Sempre lui, anni prima, si era appostato negli autobus di Potenza, la sua città natale, per tagliare i capelli alle ragazze, seminando così il panico fra le giovani della cittadina. A incastrare Restivo è stato il ritrovamento del corpo di Elisa Claps: perché?
Similitudini fra caso Barnett e Claps
Come abbiamo detto, il ritrovamento del cadavere di Elisa ha permesso alla Polizia di incastrare Danilo Restivo: era chiaro, infatti, che tutti e due i delitti presentassero delle similitudini e fossero avvenuti per mano della stessa persona. Anche alla 16enne potentina erano infatti stati tagliati i capelli. Nel 2011, poi, la Crown Court di Winchester ha deciso di condannare l’uomo alla pena dell’ergastolo per l’omicidio della 48enne Heather Barnett. Oggi si trova in carcere; in Italia, invece, è stato condannato a 30 anni.
Nonostante tutto, la storia di Elisa Claps ha da sempre presentato molte incongruenze e punti ciechi: la famiglia, inoltre, ha sempre sostenuto che Don Mimì – forse proprio per la vicinanza con il padre di Restivo – potesse essere in qualche modo implicato nel caso. È probabile, infatti, che qualcuno sapesse che la giovane fosse stata occultata proprio nella Chiesa della Santissima Trinità di Potenza. Dopo il processo, la madre della 16enne ha dichiarato quanto segue:
“L’unico prete in grado di sapere era Don Mimì, Danilo non ha potuto fare tutto da solo. È arrivato il momento di pulirsi la coscienza”. La famiglia Claps, nonostante fossero passati oltre 10 anni, non ha mai smesso di chiedere – pubblicamente e non – a chiunque sapesse di parlare, quantomeno per far ritrovare il corpo della ragazza. Recentemente, poi, tutti i familiari si sono opposti alla riapertura della chiesa in cui sono stati ritrovati i resti di Elisa.
La riapertura della Chiesa della Santissima Trinità
La Chiesa della Santissima Trinità è stata riaperta al culto, nonostante i familiari della ragazza scomparsa, uccisa e occultata lì dentro si siano sempre opposti a questa possibilità. Il luogo sacro, comunque, è divenuto nuovamente dei fedeli il 24 agosto del 2023. Sulla sparizione di Elisa Claps, il Sindaco di Potenza – Mario Guarente – ha detto: “Una tristissima ricorrenza: la scomparsa di Elisa Claps ha segnato indelebilmente la nostra comunità. Avevo solo 10 anni quando svanì nel nulla ma quei momenti li ricordo nitidamente. Con ancora più sgomento ricordo il ritrovamento del suo corpo nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, laddove, probabilmente, se qualcuno si fosse preoccupato di andare a cercare subito avrebbero potuto trovare i resti di Elisa anni prima, senza lasciare una famiglia all’oscuro della sua sorte.
Sulla riapertura della Chiesa della Santissima Trinità, poi, il Sindaco ha aggiunto: “Come tutta la comunità potentina, ho saputo della sua riapertura nel giorno stesso in cui è stata restituita al culto della comunità. La Curia non ha avuto la premura di avvisare il sindaco, e non stiamo parlando di una chiesa qualsiasi ma di un luogo al centro di tantissime attenzioni cittadine. Francamente, questa silenzio mi ha lasciato un po’ perplesso e con l’amaro in bocca pensando al rispetto che si deve almeno alle istituzioni. Dal giorno della sua riapertura, il 24 agosto, io non sono più rientrato nella Trinità. Ho sentito poi Gildo, il fratello di Elisa, che si è detto rammaricato”.