Il discorso integrale di Chiara Valerio ai funerali di Michela Murgia, in questa famiglia scorre e scorrerà lo stesso inchiostro VIDEO

Il discorso di Chiara Valerio che ci ha fatto sorridere e piangere: sospendere il tempo e coniugarlo al futuro, senza mai parlare di morte

Se nella vita hai fatto bene, nei giorni dopo la tua morte saranno le parole degli altri a fare bene al tuo posto. E a darne prova arriva puntuale il discorso di Chiara Valerio ai funerali di Michela Murgia. Un intenso agglomerato di parole, di aneddoti del futuro, di attimi presenti che arrivano dal passato, di intimità condivise. Una finestra aperta su un panorama già a disposizione di tutti, ma che ci fa invidiare chi Michela Murgia oltre a conoscerla, sentirla e ammirarla, l’ha vissuta davvero.

La penna di Chiara Valerio taglia il dolore, lo sparge e ce lo lascia in dono trasformato. Ascoltandola, è semplice capire perché queste due donne fossero parte della stessa famiglia. Una famiglia in cui scorreva, scorre e scorrerà lo stesso inchiostro. Michela Murgia è stata bellezza e bellezza lascia tutta intorno.  Le relazioni che ha intrecciato, ricamato e accudito restano a chi ne è stato protagonista.  Ma restano anche a tutti noi, che abbiamo il dono di ammirarne la verità, per poterne prendere spunto per il nostro presente e futuro.

Tutto il discorso di Chiara Valerio su Michela Murgia: ecco cosa ha detto

«Una delle cose più difficili da bambini è coniugare i verbi. Dividere il passato dal presente e dal futuro. Così è difficile adesso parlare di Michela Murgia al passato. Così ne parlerò al futuro», ha esordito in questo modo Chiara Valerio, ai funerali nella chiesa degli Artisti, a Roma, nel suo discorso. E chi era all’ascolto ha sorriso e pianto insieme di questa meravigliosa sospensione del tempo reale. Di seguito il resto integrale del testo.

«Michela Murgia canterà i BTS per la strada con le cuffie, come in quei video anni ’90 dove cambia lo sfondo ma il protagonista fa sempre la stessa cosa. O anche come il pezzo di Forrest Gump in cui lui corre e cambia lo sfondo. Michela Murgia dirà che lei è Tom Hanks.

Michela Murgia anche domani mangerà al *, prenderà le uova strapazzate e dirà che sono o non sono della giusta consistenza, con l’alterigia della nobildonna inglese che non sarà mai.

Michela Murgia telefonerà ancora, raccontando un fatto, e chiedendomi accanitamente ”che ne facciamo di questo?” e io risponderò ”quello che ne facciamo sempre di tutto Miché… Niente!” E scoppieremo a ridere.

Michela Murgia farà un video e lo monterà da sola. Perché essendo cresciuta in una delle tante province italiane porta in sé il profilo del nerd. Inoltre, credendo Michela Murgia sempre al futuro ha sempre vissuto se stessa come un’adolescente appassionata di giochi, strumenti, dispositivi tecnologici e musica pop.

Chiamerò Michela Murgia una volta tanto per darle ragione. Che in effetti sì, il futuro è l’unico tempo che esiste, perché i desideri sono al futuro e lei mi dirà che sono una svenevole sciacquetta sentimentale aggiungendo ”Ma che ti abbiamo fatto studiare a fare!”

Michela Murgia dirà che questo posto è troppo piccolo: ”Ci hanno sottovalutato e sabotato ancora una volta” sussurrerà torva, parlando di se stessa al noi. E del ”noi”, ”noi tutti” come se stessa, come la società. Come se la società fosse un problema suo. Spoiler: avrà ragione Michela Murgia anche domani: la società è un problema di ognuno di noi e in questo consiste il gesto politico di Michela Murgia.

Parlo di gesti, perché Michela Murgia sarà una performer anche domani e il mese prossimo. Dopo l’interpretazione del bollino delle banane sulla copertina del numero di Vanity Fair Queer che ha curato, mi aspetto altre sorprese, altre maschere, metamorfosi e scherzi.

Le dirò che è riuscita a fare diventare la parola queer appassionante come la parola resilienza. Guarderà in alto sconsolata, si coprirà gli occhi con una mano, sbufferà.

Michela Murgia a questo punto intonerà un altro pezzo dei BTS. Michela Murgia non sgrasserà ancora una volta il brodo di carne, così che il giorno dopo nessuno di noi lo avrà ancora digerito. Vale questo anche per la pasta alle vongole con la bottarga.

Michela Murgia canterà a questo proposito Better dei BTS, solo per creare eco, connessioni, rimandi, solo per fare ridere, per ridere e per convincere gli astanti che senza i BTS non c’è politica e nemmeno cucina. Michela Murgia tirerà dal frigo 7 o 8 brodini di pesce diversi e farà una fregula indimenticabile, Michela Murgia dirà che pronuncio male il sardo: SA – FREGUA.

Ribadirà che la cucina è politica, i BTS sono politica, le donne sono politica, i sanpietrini sono politica, ridere è politica, vestirsi è politica, scrivere è politica, parlare è politica, ascoltare è politica, dissentire è politica. Dirà che è politico usare la propria libertà per liberare gli altri. Io le dirò che è una frase di Toni Morrison, lei mi dirà che è anche una frase di Toni Morrison. 

In italiano abbiamo solo la parola ”tempo”. Gli inglesi, oltre a ”time”, hanno anche ”weather” e ”tense”. Allora, siccome Michela Murgia se ne andrà prima del tempo, perché non c’è tempo. E perché – come sappiamo tutti, essendo stati bambini – è difficile coniugare i verbi tense. Allora oggi per Michela usiamo il tempo atmosferico: così domani pioverà Michela Murgia, o splenderà Michela Murgia, o Michela Murgia sarà ventosa o nebbiosa, spesso afosa, ogni tanto fresca e ventilata. C’è tanto weather per Michela Murgia e tutti noi.

Va bene Miché: per tutte, e tutti e tuttu. Facciamo che una volta l’ho detto».

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