Perché si diceva che Mia Martini portasse sfortuna? Ecco le parole della famosa cantante prima della sua morte...
Perché dicevano che Mia Martini portasse sfortuna? Da dove è nata la storia della iella? La cantante è stata perseguitata per anni da questa onta: cosa è successo?
Mia Martini è stata una delle più grandi voci del panorama musicale italiano. La cantante è venuta a mancare prematuramente a causa delle malelingue che non cessavano di diffondere dicerie sul suo conto. In particolare, erano in molti a dire che l’interprete portasse iella e questo stupido e insensato pregiudizio è riuscito a minare realmente la sua carriera poiché questo aspetto, molto spesso, le rendeva impossibile o comunque molto difficile ottenere ingaggi per concerti ed eventi. Perché si era diffusa questa stupida diceria?
Il tutto ebbe inizio da un fatto in cui era rimasta coinvolta: un giorno, mentre tornava da una tournée, il pulmino su cui si trovava ebbe un incidente. Due passeggeri persero la vita. Questo bastò per far si che si spargesse la voce che Mia Martini portasse sfortuna. Da lì in poi, qualunque evento negativo si verificasse nel mondo dello spettacolo fu accostato a lei. Per questo motivo, molte trasmissioni iniziarono ad evitarla, preferendole altre interpreti come ospiti per non incorrere in supposti incidenti o cattive sorti.
Ma non è finita qui! In una vecchia intervista al settimanale Epoca, Mia raccontò quanto segue: “Tutto é cominciato nel 1970. Allora cominciavo ad avere i miei primi successi. Fausto Taddeu, un impresario soprannominato “Ciccio Piper” perché frequentava il famoso locale romano, mi propose una esclusiva a vita. Era un tipo assolutamente inaffidabile e rifiutai. E dopo qualche giorno, di ritorno da un concerto in Sicilia, il pulmino su cui viaggiavo con il mio gruppo fu coinvolto in un incidente. Due ragazzi persero la vita. “Ciccio Piper” ne approfittò subito per appiccicarmi l’etichetta di “porta jella”.
Perché dicevano che Mia Martini portava sfortuna?
Mia Martini ha dovuto fare i conti per tutta la vita con un’orribile diceria che la dipingeva come una portatrice di “jella”. L’origine di questa terribile diceria risalirebbe addirittura al 1977 quando, nel corso della Mostra della Canzone, l’albergo dove alloggiava prese fuoco. Lei rimase ferita lievemente nell’incendio, ma da lì cominciò a serpeggiare la voce che l’avrebbe ostacolata per tutta la sua carriera portandola infine a togliersi la vita nel 1995.
Sempre nella vecchia intervista, poi, Mia Martini raccontò invece quanto segue: “All’inizio ridevo di questa fama, poi mi accorsi che non soltanto i nemici egli invidiosi, ma anche le persone che amavo si lasciavano condizionare da questa mia ‘fama’. Una volta fui ospite a DISCORING, di cui Boncompagni era il regista. Appena entrai in studio sentii lui che diceva alla troupe: ragazzi attenti, da adesso può succedere di tutto, salteranno i microfoni, ci sarà un black out”.
Ancora, poi, aggiunse: “La mia vita era diventata impossibile. Qualsiasi cosa facessi era destinata a non avere alcun riscontro e tutte le porte mi si chiudevano in faccia. C’era gente che aveva paura di me, che per esempio rifiutava di partecipare a manifestazioni nelle quali avrei dovuto esserci anch’io. Mi ricordo che un manager mi scongiurò di non partecipare a un festival, perché con me nessuna casa discografica avrebbe mandato i propri artisti. Eravamo ormai arrivati all’assurdo, per cui decisi di ritirarmi”.
La difesa della cantante
Loredana Bertè, in passato, ha accusato Patty Pravo di aver infamato sua sorella quando scelse di rifiutare il Premio della Critica intitolato a Mia Martini con la scusa di non avere spazio in casa. Proprio la cantante ormai defunta, prima della sua morte, in un’intervista di Gente al giornalista Gianfranco Moriondo, disse: “Tra coloro che diedero risalto a questa menzogna secondo la quale io porti jella ci sono Fred Buongusto e Patty Pravo. Poi anche la Rai ci ha messo del suo, evitando di mandare in onda le mie canzoni. E dopo lo stesso lo hanno fatto anche i discografici, che rifiutavano i miei brani”.
Patty Pravo, poi, qualche anno ha fa ha voluto smentire categoricamente queste voci, tramite un comunicato stampa ufficiale. Biagio Antonacci – dopo aver collaborato con Mia Martini per l’album Liberatemi – di lei disse: “Certe persone che mi dissero allora di non lavorare con lei perché portava sfortuna (e furono tanti in quel periodo) alla fine la presero sui denti perché il disco vendette moltissimo alla faccia di quelli che oggi non fanno più nemmeno i discografici”.
Pochi giorni dopo la morte di Mia Martini, Adriano Celentano – tramite il Corriere della Sera – invece scrisse: “Finalmente si è capito chi sono quelli che veramente portano jella: quelli del mondo dello spettacolo. Certo non tutti, ma una gran parte di questo mondo di merda, pieno di ipocrisia, deve avere qualche rimorso: in fin dei conti hanno contribuito non poco ad accorciare la vita di Mia Martini. E non parlo solo dei colleghi cantanti, ma dei fonici, dei musicisti, microfonisti, editori, arrangiatori e affini, che quando la vedevano si toccavano dando corso al barbarico rito degli scongiuri, mentre lei (una delle migliori interpreti d’Europa) l’unica cosa che chiedeva ai falsi dello spettacolo era solo un po’ di affetto”