Femminicidio Troina, Mariella Marino aveva già denunciato il marito per violenza

Femminicidio Troina, Mariella Marino uccisa a colpi di pistola, il marito Maurizio Impellizzeri è accusato: perché lo ha fatto

Il comune di Troina, situato nell’Ennese, è stato sconvolto da un nuovo caso di femminicidio; Mariella Marino, una donna di 56 anni, è stata brutalmente uccisa con colpi di arma da fuoco: responsabile del delitto sembra essere il marito della vittima, un imprenditore di nome Maurizio Impellizzeri.

Leggi anche: Femminicidio, smettete di educare le donne a non essere uccise

La coppia aveva una storia segnata da violenze e maltrattamenti, tanto che Mariella, un anno fa, aveva deciso di lasciare il marito e denunciarlo alle autorità. La drammatica vicenda di violenza domestica, purtroppo, si aggiunge alla triste lista di femminicidi che hanno colpito l’Italia.

Femminicidio a Troina: cosa è successo?

Il tranquillo comune di Troina, situato nella provincia di Enna, è stato scosso dal femminicidio di Mariella Marino, per cui è accusato il marito. L’evento si è verificato nella centrale via Sollima, nel rione di San Basilio. La donna è stata uccisa con spietatezza, colpita da proiettili sparati da un’arma da fuoco. I vicini di casa sono stati gli unici testimoni del tragico episodio, poiché hanno sentito i colpi di pistola risuonare nell’aria e immediatamente allertato le forze dell’ordine.

Accusato il marito Maurizio Impellizzeri

Dopo il delitto, le indagini si sono concentrate sul marito della vittima, Maurizio Impellizzeri, un imprenditore sessantenne. L’uomo è stato subito sospettato di essere l’autore del terribile gesto e si è dato alla fuga. Inizialmente si pensava che l’omicidio fosse avvenuto davanti a un supermercato nel centro della cittadina, ma in realtà, il delitto è avvenuto all’interno di una abitazione. Mariella, dopo essere uscita dal negozio, si è rifugiata nella casa dove è stata raggiunta e uccisa dal suo carnefice.

Circa un anno prima del delitto, Mariella aveva deciso di separarsi dal marito a causa delle continue violenze a cui era stata sottoposta. L’uomo, tuttavia, non aveva smesso di perseguitarla e molestarla. Mariella aveva avuto il coraggio di denunciare le violenze subite, ma purtroppo la tragica fine della sua vita dimostra quanto sia difficile sradicare la violenza domestica.

Dopo aver commesso il delitto, Maurizio ha cercato di scappare, rifugiandosi in una casa di campagna. Le forze dell’ordine, però, sono state rapide nell’accerchiarlo e catturarlo.

La coppia aveva due figli adulti, che sembrano aver sostenuto la madre nella decisione di separarsi dal marito violento. Secondo alcuni conoscenti di Mariella, i figli hanno incoraggiato la madre a prendere questa difficile ma necessaria scelta, per allontanarsi da una situazione di abuso e pericolo.

Il femminicidio è un fenomeno sistemico: smettiamo di educare le donne a non essere uccise e non gli uomini a non ucciderle

Il femminicidio è un fenomeno sistemico e va gestito dallo Stato. Noi donne non dovremmo essere educate alla sopravvivenza. Da vive non veniamo tutelate ma ci piangono da morte. E anche da morte continuano a giudicare cosa avremmo dovuto o non dovuto fare. Quale incontro avremmo dovuto evitare e quale gonna non avremmo dovuto mettere.

Sono gli uomini a dover essere educati e non ritenere le donne come proprietà. È la società a dover smantellare la radice tossica del patriarcato e delle sue ramificazioni. È lo Stato a dover agire. A noi donne il compito di essere consapevoli e inca**ate.

(Clicca su una delle 2 foto)
Seguici su Instagram