A Mattino 5 Vecchi non ha capito nulla del Pride di Roma e della revoca del patrocinio, ma noi abbiamo capito chi è lui (VIDEO)

A Mattino 5 il conduttore Francesco Vecchi parla della revoca di patrocinio al Pride ma non ha capito nulla: mente sapendo di mentire? VIDEO

A Mattino 5, Francesco Vecchi parla (o sarebbe meglio dire straparla) del Roma Pride (che chiama erroneamente Gay Pride) e del patrocinio revocato dalla Regione Lazio. Utile, penserete. Necessario, aggiungerei io. E attenzione, non è che ci aspettassimo, improvvisamente, una repentina illuminazione e una narrazione autentica di quanto successo. Ma neanche il suo completo opposto. Andiamo con ordine e scopriamo cosa ha detto. E perché nulla, ma proprio nulla, corrisponde ai fatti e alla verità.

Leggi anche: Roma Pride 2023 patrocinio revocato dalla Regione Lazio, cosa significa e cosa comporta? Si farà lo stesso?

L’informazione ci salverà. Ma diventa sempre più complesso capire di chi fidarsi e a chi affidarsi. Fate attenzione, siate curiosi. Meglio malpensanti che ciechi. I canali esistono, le figure a cui fare riferimento ci sono. Bisogna ricercarle e non smettere di stare sul pezzo. La vita è società e bisogna partecipare attivamente almeno con la ricerca dell’informazione giusta. Credete sia tutto un po’ esagerato? Scopriamo insieme come il conduttore Francesco Vecchi ha riportato la notizia sul Pride di Roma e cosa, invece, è successo.

Francesco Vecchi a Mattino 5: cosa ha detto sul Pride di Roma?

Partiamo da un presupposto, in questo articolo analizzeremo frase per frase quanto detto da Francesco Vecchi, giornalista e conduttore di Mattino 5 il cui ruolo è informare. Non interpretare, non ipotizzare, non abbozzare. Quindi, partiamo semplicemente dalle sue parole:

«Io l’ho capita così: la regione Lazio aveva dato il patrocinio, quindi il sostegno e l’adesione al Gay Pride di Roma. Purché non venisse veicolata in quell’occasione la propaganda o la pubblicità dell’utero in affitto. Ricevuto il patrocinio, gli organizzatori del Gay Pride di Roma hanno detto: ‘‘Ringraziamo la Regione Lazio perché sostiene chi vuole fare figli anche con l’utero in affitto”. A quel punto la Regione Lazio ha tolto il patrocinio. Apriti cielo!»

Revoca patrocinio Pride di Roma: cosa è successo veramente? I fatti

«Io l’ho capita così». Partiamo dall’incipit. Il problema è che di come Francesco Vecchi l’abbia capita, considerato il fatto che conduce un programma di informazione su un canale nazionale, non è che ci interessi molto. Ci interessa, piuttosto, che venga riportata una notizia per quello che è. Non per come viene capita. Spoiler: male.

«La regione Lazio aveva dato il patrocinio, quindi il sostegno e l’adesione al Gay Pride di Roma»Non si parla più di Gay Pride, ma solo di Pride (trovare la spiegazione cliccando QUI).  Posso accettare l’errore grossolano o il lecito dubbio da parte della signora Genoveffa di 65 anni. Ma non da un giornalista di punta di Canale 5.

«Purché non venisse veicolata in quell’occasione la propaganda o la pubblicità dell’utero in affitto». 

Ed eccoci qua. Intanto l’ennesima mancanza di aggiornamento di linguaggio: non si parla di ”utero in affitto” ma di gestazione per altri. Le parole sono importanti e non c’è da discutere con chi non vuole capirlo. Non è semplificare, è strumentalizzare e fare sensazionalismo. Così come vengono utilizzate di proposito le parole propaganda e pubblicità. Ma andiamo avanti.

«Ricevuto il patrocinio, gli organizzatori del Gay Pride di Roma hanno detto: ”Ringraziamo la Regione Lazio perché sostiene chi vuole fare figli anche con l’utero in affitto”. A quel punto la Regione Lazio ha tolto il patrocinio».

Mai vero. Il Pride di Roma, come ogni Pride, ha un manifesto chiaro (che potete trovare sul sito ufficiale). Un documento politico bandiera in cui vengono elencati in maniera esplicita tutti i punti. Il patrocinio è stato concesso dalla Regione Lazio che ben conosceva le tematiche portate avanti. Viene mandato un atto formale e la regione risponde con un atto formale. Quindi o bisogna credere che chi doveva non lo abbia mai letto o che le proteste dell’associazione Pro Vita sono bastate per far cambiare idea improvvisamente di fretta e furia.

E con esattezza le parole del portavoce del Gay Pride erano state le seguenti: «Siamo soddisfatti che la Regione abbia deciso di continuare a sostenere la nostra manifestazione e le nostre rivendicazioni e apprezziamo che abbia deciso di sottrarsi alla trappola dei pregiudizi ideologici. Prendendo di fatto le distanze da quanti in Parlamento vorrebbero rendere la nascita dei nostri figli e delle nostre figlie reato universale, perseguendo la gestazione per altri anche se realizzata all’estero».

Quindi l’ordine dei fatti è il seguente: manifesto del pride di Roma, concessione del patrocinio, proteste dell’associazione Pro Vita, revoca del patrocino.

Nessuna trappola in cui la Regione Lazio è caduta accidentalmente in buona fede.

Non possiamo, dunque, far altro che chiederci se Francesco Vecchi abbia intenzionalmente interpretato e riportato i fatti come meglio conveniva, in base alla narrazione scelta o se fosse semplicemente disinformato. Mente sapendo di mentire o non sapeva di cosa stava parlando? Cosa è più grave? Non riesco a scegliere. 

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