La ministra Roccella contro Zoro e Propaganda Live, cosa ci preoccupa davvero «Amichettismo Pd da cui liberarsi»

Eugenia Roccella torna a commentare la protesta legittima avvenuta al Salone del Libro di Torino e attacca Diego Bianchi e Propaganda Live

La ministra Eugenia Roccella ha espresso la sua preoccupazione riguardo al contesto culturale, sostenendo che vi sia un’egemonia della sinistra nel dibattito pubblico, e ha fatto diretto riferimento al programma televisivo Propaganda Live condotto da Diego Bianchi (Zoro): scopiamo cosa ha detto e rispolveriamo il motivo per cui a preoccuparci dovrebbe essere la sua esistenza politica.

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La ministra Roccella ha descritto l’ambiente culturale come “sempre più asfittico” e ha accusato il Partito Democratico e i suoi alleati di praticare l’“amichettismo”. Secondo la ministra, gli intellettuali odierni sarebbero omologati al mainstream, evitando critiche negative e limitandosi a elogi reciproci.

Cosa ha detto contro Propaganda Live?

Il programma televisivo “Propaganda Live”, condotto da Diego Bianchi (Zoro), è diventato il bersaglio principale della critica della ministra Roccella. La politica ha affermato che il programma è caratterizzato da una mancanza di critiche negative. Ha descritto l’ambiente del programma come un salottino ristretto in cui si muovono gli stessi individui, utilizzando un linguaggio comune. Ha espresso preoccupazione per l’asfissia e la noia che percepisce in questo ambiente culturale.

«Sembra di stare sempre nel salottino di Zoro, fra ex compagni di scuola che vanno negli stessi locali, nelle stesse trasmissioni, e usano un linguaggio condiviso. Un ambiente sempre più asfittico… una noia»

Le dichiarazioni sul Salone del Libro

Roccella che ha commentato quanto successo al Salone del Libro di Torino in un’intervista a Libero, inquadrando il problema proprio nella questione culturale: «Bisogna liberarsi dall’“amichettismo” di Pd e compagni. Gli intellettuali di oggi sono i più omologati al mainstream. Dopo Torino, troppi politici si sono arrampicati sugli specchi per giustificare la censura. E, tra gli scrittori, un silenzio da amebe».

Eugenia Roccella pensiero e posizioni, ecco di cosa dovremmo preoccuparci davvero

Le posizioni di Eugenia Roccella non sono condivisibili né ”aggiustabili”. Avete presente tutte le riforme sociali e civili degli ultimi anni (che non sono ancora abbastanza)? Beh, lei ne prevede lo smantellamento dalle basi. «L’aborto è un diritto?», aveva detto. «Io sono una femminista e le femministe non lo hanno mai considerato un diritto, dicendo che esula dal territorio del diritto. L’aborto è il lato oscuro della maternità». 

Negli anni ha collezionato una serie di posizioni anacronistiche e impossibili da digerire per chi vive di libertà: non solo posizioni contro l’aborto e la pillola abortiva, ma anche contro le unioni civili, contro il reato di omofobia, contro l’eutanasia e il suicidio assistito, contro il divorzio breve, contro la procreazione assistita, contro la gestazione per altri.

In pratica tutte le questioni civili e etiche su cui ci siamo interrogati nell’ultimo ventennio. In merito al DdlZan è riuscita a dire: «Ritengo che la definizione di un nuovo reato penale – l’omofobia – all’interno della legge Mancino (che fu pensata contro il razzismo) rappresenti un reale pericolo per la libertà di espressione nel nostro Paese».

E per continuare nell’assurdo in merito alle unioni civili aveva precisato: «Le battaglie per unioni civili e stepchild adoption sono solo ”una questione politica e ideologica, abbracciata dalle lobby gay, ma non condivise dalla maggioranza degli omosessuali” Le unioni civili gay sono sempre poche. (…) La verità è che gli omosessuali che si vogliono sposare sono effettivamente pochi».

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