Che malattia ha avuto Daria Bignardi? La conduttrice ne ha parlato con Vanity Fair: ecco cosa ha detto sul suo tumore!
Daria Bignardi ha combattuto per diverso tempo con una brutta malattia; la conduttrice ha scoperto anni fa di avere un tumore al seno tramite un controllo di routine.
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All’epoca la giornalista stava finendo di registrare l’ultima stagione de Le Invasioni Barbariche; in una vecchia intervista di Vanity Fair si è raccontato a cuore aperto.
Daria Bignardi rivela come ha scoperto la malattia
Daria Bignardi, raggiunta da Vanity Fair, ha raccontato quanto segue circa la sua malattia:
Ho scoperto di avere un tumore facendo una mammografia di controllo appena terminata l’ultima stagione delle Invasioni barbariche. Sei mesi dopo, a una settimana dall’ultima chemioterapia, mi è arrivata la proposta di Campo Dall’Orto per dirigere Rai Tre. Gli ho raccontato tutto. Mi ha chiesto soltanto: ‘Sei guarita?’. Gli ho risposto di sì. ‘Ti aspetto a Roma‘, mi ha detto e io sono partita. La chemioterapia fa schifo, ma serve. Curarsi o operarsi non è divertente.
A causa del tumore al seno – e della conseguente chemioterapia – Daria Bignardi perse i capelli e per questo motivo decise di indossare una parrucca. Ecco cosa ha detto in merito:
Il giorno della nomina a direttore di Rai Tre, quando c’è stata la conferenza stampa a Roma, avevo la parrucca. L’ho portata per diversi mesi, era molto carina, capelli identici ai miei, anzi più belli. Poi andando avanti e indietro in continuazione tra Milano e Roma, a gestire ’sta parrucca, a un tratto, non ce l’ho fatta più. Un bel giorno l’ho tolta dalla sera alla mattina e mi sono presentata al lavoro con i capelli corti e grigi che stavano ricrescendo sotto. Ma non ho dato spiegazioni, tranne che ai miei vicedirettori, coi quali eravamo diventati amici.
La carriera televisiva di Daria Bignardi: la ricordate al Grande Fratello?
Sono passati esattamente 23 anni dalla prima edizione del Grande Fratello; il reality andò in onda per la prima volta in Italia nell’anno 2000 cambiando in modo irreversibile la televisione del nostro Paese. All’epoca, la curatrice e mediatrice del programma era Daria Bignardi, tutt’ora conduttrice di tutto rispetto. Proprio lei, a distanza di due decenni, ha raccontato a Repubblica la sua esperienza in merito, non dimenticandosi di citare – ovviamente – Rocco Casalino e Pietro Taricone, i due eclettici personaggi della Casa più spiata d’Italia.
Insomma, il passaggio da una televisione consapevole a una più “alla buona” è avvenuto proprio in quegli anni e proprio con il Grande Fratello. All’epoca questo esperimento segnò la popolazione che poi, entusiasta, fu accontentata e rimpinzata di programmi trash e sullo stesso filone. Ecco cosa ne pensa la Bignardi:
Il GF 1 ha segnato il passaggio “tra una tv pettinata – e in qualche caso ingessata – e una più spettinata, più vicina alla realtà in tutti i suoi aspetti, anche quelli “discutibili, imbarazzanti o noiosi.
Nessuno immaginava un simile successo. Daria Bignardi ha poi voluto aprire una parentesi su Pietro Taricone, morto qualche anno fa in un tragico incidente con il paracadute. Le parole della conduttrice:
Mi colpì Pietro: vulcanico, magnetico, molto affettuoso. Un personaggio marcato e definibile, verace e vero. In tutti i sensi.
Nella stessa edizione del reality, insieme a Taricone, anche Rocco Casalino, oggi braccio destro di Giuseppe Conte. La conduttrice ha ricordato l’ex gieffino in questo modo:
Rocco mi è sempre sembrato una persona particolarmente intelligente ma difficile da interpretare, più autore che personaggio. Aveva un’energia più riflessiva, meno spontanea.
Ma il Grande Fratello è stato davvero il punto di svolta della vita di Casalino? Il reality lo ha cambiato così tanto da avergli fatto trovare la sua vera strada (vent’anni dopo)? La Bignardi dice:
Forse o forse no. Può essere che il GF lo abbia aiutato a trovare la sua strada, ma potrebbe anche non essere così. Capisco che da un punto di vista narrativo sia interessante farlo, ma mi sembra che i grandi cambiamenti arrivino spesso per caso e siano provocati da un complesso di cose: mai da nulla di prestabilito o prevedibile.
Un’analisi attenta che però – purtroppo – arriva tardi, ormai Rocco Casalino ha fatto a tutti gli effetti parte del nostro panorama politico e – che ci piaccia o no – dobbiamo accettarlo. Forse erano addirittura meglio i tempi in cui il volto della politica italiana era Cicciolina.