Padre della senatrice a vita Liliana, Alberto Segre è stato uno dei ragazzi del '99, chiamato al fronte nella prima guerra mondiale
Alberto Segre era il padre di Liliana Segre, la senatrice a vita superstite dell’Olocausto, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz e attiva testimone della Shoah. Il suo nome, come quello della figlia, è legato al binario 21: sapete perchè? Scopriamo di seguito ogni dettaglio!
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Sua figlia Liliana ricorda Alberto Segre come un uomo di estrema dolcezza e sensibilità. Apparteneva a una famiglia ebrea non praticante e nella sua vita è stato un convinto antifascista.
Appena diciottenne, negli ultimi mesi della prima guerra mondiale, è stato chiamato al fronte, tra i ragazzi del ’99. Nel 1943, dopo l’intensificazione della persecuzione degli ebrei italiani, a seguito delle leggi razziali del 1938, si è rifugiato con i genitori e con la figlia a Inverigo, in provincia di Como. Lì i quattro sono stati accolti a casa di amici, utilizzando documenti d’identità falsi.
Il giorno del tredicessimo compleanno di Liliana, il 10 settembre 1943, andò a trovarlo il suo amico Giorgio Pontremoli che lo ha convinto a partire insieme a lui e la sua famiglia in Svizzera, per rifugiarsi presso la Casa Anatta. Una fuga, però durata poco. Il giorno dopo, infatti, lui e la sua famiglia furono respinti dalle autorità del paese elvetico. L’8 dicembre Alberto Segre e Liliana sono stati arrestati a Selvetta di Viggiù, in provincia di Varese. Dopo sei giorni in carcere a Varese, sono stati trasferiti a Como, per poi essere portati nel carcere di San Vittore a Milano, dove furono detenuti per quaranta giorni.
Padre e figlia sono stati deportati il 30 gennaio 1944 e, al loro arrivo nel campo di sterminio di Auschwitz, sono stati separati.
Età alla morte
Alberto Segre era nato a Milano il 12 dicembre 1999. È morto nel campo di sterminio di Auschwitz il 27 aprile 1944, all’età di 45 anni.
Come è morto Alberto Segre?
Alberto Segre è morto il 27 aprile 1944, ucciso nelle camere a gas. La figlia Liliana, nominata senatrice a vita il 19 gennaio 2018, ha sempre mantenuto vivo il suo ricordo, diventando una delle principali testimoni della Shoah in Italia.
Moglie di Alberto Segre
Sua moglie era Lucia Foligno, sposata nel 1929 con Lucia Foligno. La donna è morta a causa del cancro nel 1931, quando la loro unica figlia, Liliana, aveva appena un anno.
Figli
Unica figlia di Alberto è Liliana Segre, una donna forte e tenace ma che non ha certo avuto una vita facile. Oggi è Senatrice a vita e dedica la sua vita a mantenere accesa la memoria dell’orrore che fu la Shoah.
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Genitori
Il Cavaliere Giuseppe Segre (Milano, 3 marzo 1873) e da Olga Loevy (Torino, 11 novembre 1878) erano i genitori di Alberto. Appartenenti a famiglia ebraica non praticante, il 18 maggio 1944 sono stati arrestati a Inverigo, in provincia di Como. Dopo qualche settimana anche loro sono stati deportati nel campo di sterminio di Auschwitz e lì uccisi nelle camere a gas, lo stesso giorno dell’arrivo, il 30 giugno 1944.
Fratello di Alberto Segre
Convinto fascista, Amedeo Segre era l’unico fratello di Alberto. Era stato decorato con la croce di guerra a Caporetto ed è riuscito a scampare all’orrore della deportazione. Non aveva figli e, dopo la Shoah, ha adottato la nipote Liliana. È morto a 88 anni.
Lavoro
Nel 1910 Alberto Segre si è iscritto al liceo ginnasio Alessandro Manzoni di Milano. Prima di esser richiamato alle armi perchè ragazzo del ‘99, nell’ultimo periodo della prima guerra mondiale, era riuscito a diplomarsi nel luglio 1918. Ripresi i panni da civile, si è laureato presso l’Università Bocconi di Milano, in scienze economiche e commerciali. Ha poi lavorato per la ditta di famiglia.
Cos’è il binario 21?
Il binario 21 è il luogo da cui partivano i deportati ebrei verso i campi di concentramento e di sterminio. Proprio da quel binario milanese, Alberto e Liliana Segre sono stati deportati il 30 gennaio, verso il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, che ha raggiunto dopo sette giorni di viaggio.
Arrivati nel luogo tremendo, sono stati immediatamente separati e i due non si sono mai più rivisti.
Dove si trova?
Diventato oggi un memoriale visitabile, il binario 21 si trova all’interno della Stazione Centrale.
Al pianoterra della Stazione Centrale è posto il tristemente noto Binario 21, il luogo da dove partirono treni carichi di ignari ebrei verso i campi di sterminio nazisti. A partire dal 1943 fino al 1945 migliaia di persone vennero stipate nei convogli inizialmente destinati al servizio postale e mandati a morire ad Auschwitz o in altri campi di concentramento. Non è stato possibile ricostruire il numero preciso dei deportati ma sul Muro dei Nomi sono riportati i nomi delle 774 persone che partirono con i primi due treni, nel gennaio del 1944. Di queste solo 27 sopravvissero. Ad oggi solo una è ancora in vita: Liliana Segre.
Il Memoriale della Shoah, inaugurato nel 2013, è la testimonianza di una delle pagine più brutte e atroci della nostra storia, un luogo in cui riflettere e per non dimenticare.
A cosa serviva?
Era il punto di partenza di migliaia di ebrei italiani verso i campi di concentramento e sterminio. Tutte quelle persone erano destinate ai lavori forzati e, nella maggior parte dei casi, alla morte sicura. Da quel luogo è passata anche Liliana Segre.
Una volta arrivata al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, a Liliana è stato immediatamente impresso il numero di matricola 75190, tatuato sull’avambraccio sinistro. In quel luogo degli orrori, per circa un anno, è stata assegnata ai lavori forzati presso la fabbrica di munizioni Union – Siemens. Alla fine di gennaio 1945, dopo l’evacuazione del campo, ha affrontato la marcia della morte verso la Germania.
Per Liliana Segre la liberazione è avvenuta il 1º maggio 1945, nel campo di Malchow, un sottocampo del campo di concentramento di Ravensbrück che fu liberato dall’Armata Rossa. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati ad Auschwitz, Liliana è stata tra i 25 sopravvissuti.