Vivienne Westwood è morta, la stilista e regina del punk aveva 81 anni: la sua storia, le battaglia per i diritti civili e l'ambiente
È morta Vivienne Westwood, la stilista e regina del punk aveva 81 anni. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulla sua storia e i dettagli noti sulla sua scomparsa.
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Vivienne Westwood è morta
La morte di Vivienne Westwood, è stata annunciata dai suoi profili social ufficiali e ha sconvolto il mondo della moda:
29 dicembre 2022. Vivienne Westwood è morta oggi, serenamente e circondata dalla sua famiglia, a Clapham, nel Sud di Londra. Il mondo ha bisogno di persone come Vivienne, che lo cambino in meglio
Vivienne Westwood nella sua vita e nel suo lavoro rinnegò tutte le regole, contribuì a creare lo stile punk e usò la sua arte per parlare di politica di diritti civili e di difesa dell’ambiente.
Nata a Tintwistle nel 1941, la Westwood ha continuato a fare le cose che amava, fino all’ultimo momento, tentando e riuscendo in parte a cambiare il mondo. Era malata da tempo.
29th December 2022.
Vivienne Westwood died today, peacefully and surrounded by her family, in Clapham, South London.
The world needs people like Vivienne to make a change for the better. pic.twitter.com/YQwVixYUrV
— Vivienne Westwood (@FollowWestwood) December 29, 2022
Vivienne Westwood «La cultura salverà il mondo»
In un’intervista rilasciata lo scorso anno a Vogue, Vivienne Westwood ripercorse la sua ammiratissima carriera. La stilista raccontò come ”scoprì” di essere una fashion designer e quale ruolo volesse avere in questa vita:
Ho disegnato la mia prima collezione semplicemente perché, dopo aver assistito ad alcune sfilate a Parigi, ho pensato: «Sono solo una ragazza dell’Inghilterra del Nord, ma ci tengo a fare del mondo un posto migliore, a fermare la violazione dei diritti umani. Perché non sfruttare il mio potenziale?». E così è nata la Pirate Collection.
L’unica rivoluzione è la cultura. La cultura può salvare il mondo. Il XX secolo è stato un errore.
Alle persone è stato insegnato a rifiutare il passato, a credere che fossimo tutti meravigliosi, che bastasse essere belli e tirare avanti, perché il mondo sarebbe diventato un paradiso.
Così abbiamo perso un’intera generazione. E adesso ci ritroviamo con gente priva di istruzione perennemente intenta a twittare su Internet
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