Paolo Borsellino scorta: chi c’era con lui? Chi è morto nella strage di via D’Amelio? Chi sono gli agenti uccisi? Nome, FOTO, riassunto storia completo

Chi erano gli agenti della scorta di Paolo Borsellino, morti insieme al giudice nella Strage di Via D'Amelio?

Paolo Borsellino è morto il 19 luglio del 1992 assieme alla sua scorta, nell’attentato di Via D’Amelio a Palermo. Ma cosa è successo? Chi sono le persone coinvolte nella strage?

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Chi c’era nella scorta di Paolo Borsellino?

Il 19 luglio del 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia insieme alla moglie Agnese e ai suoi figli, Paolo Borsellino va via insieme alla sua scorta. Arriva quindi in Via D’Amelio, dove abita sua madre. Ben 100 chili di esplosivo vengono posizionati in un’automobile che nell’esplosione uccide il magistrato e i cinque agenti della sua scorta. Proprio il giorno prima, infatti, era stato comunicato a Borsellino che sarebbe divenuto Superprocuratore. Insieme a lui muoiono anche Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Ma chi erano?

strage via d'amelio

Via D’Amelio dopo l’esplosione

Emanuela Loi

L’agente Emanuela Loi fu la prima donna poliziotto a morire in una strage di mafia. Aveva vinto il concorso nella Polizia di Stato nel 1989 e fu trasferita a Palermo per lavorare proprio nelle scorte. Fra i diversi incarichi che le furono affidati prima della morte ricordiamo anche:

  • I piantonamenti a Villa Pajno, a casa dell’allora parlamentare Sergio Mattarella
  • La scorta alla senatrice Pina Maisano (già vedova di Libero Grassi)
  • Il piantonamento del boss Francesco Madonia

Dopo la Strage di Capaci viene affidata alla scorta del magistrato Paolo Borsellino. Aveva solamente 24 anni quando morì svolgendo il suo lavoro. Sognava di sposare presto il suo fidanzato Andrea e di tornare dalla sua famiglia a Cagliari.

Emanuela-Loi

Emanuela Loi

Agostino Catalano

Agostino Catalano era il capo scorta; aveva 43 anni ed era stato sposato con Maria Pace, purtroppo rimanendo vedovo 3 anni prima di morire. Sua moglie era morta a causa di un tumore e lui era rimasto solo con tre figli: Emanuele, Emilia e Rosalinda. Nel 1991 si era risposato con Maria Fontana e per far fronte alle esigenze economiche della famiglia aveva iniziato a prestare servizio come agente di scorta, solitamente assegnato a quella di padre Bartolomeo Sorge. Il giorno della Strage di Via D’Amelio in cui ha perso la vita anche Paolo Borsellino, Agostino era in ferie, ma per una tragica fatalità era stato chiamato a raggiungere il numero sufficiente per la scorta del magistrato e giudice. Poche settimane prima aveva salvato un bambino che rischiava l’annegamento in mare, sulla spiaggia di Mondello.

agostino catalano

Agostino Catalano

Vincenzo Li Muli

Vincenzo Li Muli era amante delle moto e delle auto da corsa, ma il suo sogno era sempre stato quello di diventare poliziotto. Nel 1990 passò il concorso e nel 1992 fu trasferito a Palermo, dove prestò servizio anche come scorta di Paolo Borsellino. L’agente era fidanzato con Vittoria, con la quale avrebbe voluto sposarsi e creare una famiglia. Durante le immagini della Strage di Capaci pianse e si fece assegnare alla scorta del giudice. Aveva solamente 22 anni quando morì in Via D’Amelio. L’unico sopravvissuto di quel giorno, il poliziotto Antonino Vullo, ha raccontato così l’incubo vissuto il 19 luglio del 1992:

Il giudice è sceso dalla macchina e si è acceso una sigaretta. I ragazzi si sono messi a ventaglio intorno a lui per proteggerlo, come
sempre. Sono entrati nel portone, poi… sono uscito dall’auto distrutta. Ho camminato e camminato. Ero disperato, vagavo. Gridavo. Ho sentito qualcosa sotto la scarpa. Mi sono chinato. Era un pezzo di piede. Mi sono svegliato in ospedale. Ogni volta, quando cade l’anniversario, sto malissimo.

vincenzo li muli sorella

Vincenzo Li Muli e sua sorella

Walter Eddie Cosina

Walter Eddie Cosina era nato in Australia, da una famiglia triestina emigrata nel dopoguerra. A metà degli anni Sessanta i suoi familiari decisero di tornare in Italia, a Muggia. Rimasto orfano di padre, a soli 21 anni è costretto a rinunciare al corso di formazione per divenire operatore di polizia giudiziaria e nel 1983 entra invece nella Digos. Dal 1990 fa parte del nucleo anti-sequestri e in seguito prende servizio per la divisione anticrimine. Dopo la Strage di Capaci vengono richiesti poliziotti disposti a fare da scorta, trasferendosi da Trieste e Palermo e Walter accetta questa sfida. Nel maggio del 1992 fa richiesta per entrare nella direzione investigativa antimafia. Il giorno della strage in cui muore Paolo Borsellino, l’agente decide di far riposare un collega che doveva dargli il cambio e si presenta come agente di scorta del giudice. Lascia la moglie Monica.

walter eddie cosina

Walter Eddie Cosina

Claudio Traina

Claudio Traina presta servizio militare nell’aeronautica e decide di entrare in Polizia giovanissimo. Dopo aver frequentato il corso di formazione ad Alessandra entra a far parte della squadra volanti a Milano e trasferito – sotto sua richiesta – a Palermo. Nel 1990 decide di farsi assegnare all’ufficio scorte, aveva 27 anni ed era sposato e padre di un bimbo, Dario, di soli 11 mesi. Il figlio di Claudio Traina oggi vive in Brasile. Suo fratello, invece, Luciano Traina – oggi in pensione – faceva parte della Squadra Mobile di Palermo. Dopo la strage in cui morì Borsellino fece parte del pool che catturò Giovanni Brusca, il noto boss.

claudio traina

Claudio Traina

Le parole di Agnese Borsellino sulla scorta del marito

Agnese Borsellino, moglie del più noto Paolo, ha parlato così della morte dei giovani poliziotti della scorta di suo marito:

Erano persone che facevano parte della nostra famiglia. Condividevamo le loro ansie e i loro progetti. Era un rapporto, oltre che di umanità e di amicizia, di rispetto per il loro servizio. Mio marito mi disse ‘quando decideranno di uccidermi i primi a morire saranno loro’, per
evitare che ciò accadesse, spesso usciva da solo a comprare il giornale e le sigarette quasi a mandare un messaggio ai suoi carnefici perché lo uccidessero quando lui era solo e non in compagnia dei suoi angeli custodi.

Gli uomini della scorta di Paolo Borsellino sono stati premiati della Medaglia d’Oro al Valor Civile per aver assolto il proprio compito, con estremo coraggio e assoluta dedizione, pur essendo consapevoli degli enormi rischi a cui si stavano esponendo. Inoltre lo Stato ha onorato il sacrificio degli agenti costituendosi parte civile nel processo. 

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