Vicenza, chi è Sara Pinna, la giornalista accusata di razzismo col tifoso calabrese?

Sara Pinna è la conduttrice accusata di razzismo nei confronti di un giovanissimo tifoso del Cosenza. Ma cosa ha fatto? Perché il caso è diventato mediatico?

Sara Pinna è la conduttrice accusata di razzismo nei confronti di un giovanissimo tifoso del Cosenza. Ma cosa ha fatto? Perché il caso è diventato mediatico?

Leggi anche: Max Giusti, sapevate che era fidanzato con Selvaggia Lucarelli? Tutto sulla storia d’amore: quando sono stati insieme, perché si sono lasciati, FOTO

Biografia

Le informazioni su Sara Pinna sono davvero pochissime: sappiamo che la donna è nata nel Nord Italia, ma non sappiamo precisamente dove o quando. Di certo, come da lei stesso ammesso, ha origini sarde.

Le accuse di razzismo

Sara Pinna è la conduttrice di Diretta Biancorossa: dopo la partita disputata fra Vicenza e Cosenza, la squadra veneta è retrocessa in Serie C. Non appena finito il match, il giornalista inviato del programma ha intervistato i tifosi calabresi che tornavano a casa festanti dopo la loro vittoria. Fra questi un bambino che, avvicinandosi al microfono, ha detto “Lupi si nasce!“. A questo proposito, la conduttrice Sara Pinna ha risposto:

E gatti si diventa. Non ti preoccupare che venite anche voi in Pianura a cercare qualche lavoro.

La frase pronunciata dalla donna ha subito suscitano amare polemiche.

La polemica

Dopo lo scivolone di Sara Pinna, il padre del bimbo tifoso, ha voluto mandare una lettera aperta alla conduttrice. Ecco le sue parole:

Alla gentilissima Sara Pinna Sono il papà di Domenico, il bambino che nel post partita Cosenza-Vicenza esultando per la vittoria della sua squadra ha detto ‘lupi si nasce’ sotto consiglio del papà e con non poco orgoglio. Prima di parlare è necessario pensare bene a cosa si dice perché lei non sa cara Sara Pinna, che Domenico è figlio di due imprenditori calabresi che amano la propria terra e che certamente con non poca fatica dimostrano quotidianamente di voler contribuire per migliorarla e supportarla nel pieno delle proprie possibilità. Lei dovrebbe ben sapere e dimostrare a coloro a cui si rivolge cosa sono etica e morale. Due qualità a quanto pare a lei sconosciute. La invito, senza rancore, a visitare la Calabria così che possa anche lei capire che terra meravigliosa è e quanta bella gente la abita, noi a differenza Sua, detestiamo i pregiudizi e il razzismo proprio non ci appartiene.

Anche l’Ordine dei Giornalisti del Veneto, comunque, si è pronunciato contro Sara Pinna:

I video con la frase a sfondo razzista – ma anche la battuta di rincalzo dell’inviato di Tva, ‘non male, Sara’ – sono stati acquisiti e inviati ai Consigli di disciplina territoriali, che istruiranno le pratiche.

Le scuse

In realtà Sara Pinna non è una giornalista e lo ha ribadito lei stessa al Corriere della Sera nella sua recente intervista. Fra le righe del quotidiano, poi, si è anche scusata con la famiglia del piccolo:

Ribadisco le mie scuse al bambino, alla sua famiglia, ai tifosi del Cosenza e a tutti coloro che si sono sentiti offesi per una frase sbagliata che non rispecchia in alcun modo il mio pensiero e la mia sensibilità; io stessa sono di origini sarde, in Veneto per lavoro dei miei genitori, quindi non vi erano in me le intenzioni maligne che mi vengono attribuite dai numerosi commenti sui canali social, molti dei quali hanno oltrepassato ogni limite di decenza e di legge, ma di questo si occuperà nelle sedi opportune la magistratura. Sono sarda e questo cognome, in realtà, riporta anche alla motivazione della frase infelice che mi è uscita. Mio nonno paterno è di Taranto ed è venuto qui a fare il ferroviere… Noi, famiglia sarda, siamo venuti in Veneto per lavorare e ho cambiato tifo, diventando tifosa del Vicenza piuttosto che del Cagliari. Era questo il senso…

 

(Clicca su una delle 2 foto)
Seguici su Instagram