Alberto Stasi è condannato dalla Suprema Corte alla reclusione per l'omicidio di Garlasco. Dove si trova oggi? È in carcere o è libero?
Alberto Stasi è condannato dalla Suprema Corte alla reclusione per l’omicidio di Garlasco. Dove si trova oggi? È in carcere o è libero? Leggiamo!
Delitto Garlasco, Alberto Stasi: dove si trova oggi?
Il 12 dicembre 2015 Alberto Stasi è condannato definitivamente a 16 anni di reclusione dalla Suprema Corte per il delitto di Garlasco. Dove si trova oggi Alberto?
È in carcere o libero?
Alberto Stasi è in carcere per scontare la sua pena. Si trova nel carcere di Bollate, Milano. Il trentottenne lavora all’interno della prigione come centralinista, lavoro che gli dà un guadagno di circa 1000 euro al mese. Alberto alla condanna di reclusione, dovrebbe versare alla famiglia di Chiara Poggi un risarcimento di un milione di euro, a seguito di condanna civile. Stasi pare abbia rinunciato all’eredità del padre Nicola, morto nel 2013. Alberto. oggi, risulterebbe nullatenente.
Ricostruzione storia
La mattina del 13 agosto 2007 Chiara è sola in casa, i genitori e il fratello Marco sono in montagna. La giovane donna, molto probabilmente, conosce il suo assassino. Dai rilievi effettuati dagli inquirenti, infatti, non ci sono segni di effrazione. Inoltre, Chiara, quando apre la porta, è in pigiama. Il primo a dare l’allarme del delitto è il fidanzato della ragazza, Alberto Stasi. Sulle scarpe e sui vestiti del giovane Stasi, nonostante la scena del delitto sia intrisa del sangue di Chiara, non è presente alcuna traccia di materiale ematico. Questo particolare, unito ad alcune incongruenze presenti nel racconto di Alberto, portano gli inquirenti a disporre l’arresto per il giovane studente di economia il 24 settembre 2007. Il 28 settembre dello stesso anno, però, con un ordine della procura di Vigevano, Alberto Stasi è scarcerato su ordine del giudice per le indagini preliminari Giulia Pravon, per insufficienza di prove.
Come continua…
Al ricorso in primo grado, il 17 dicembre 2009, al Tribunale di Vigevano, il GUP Stefano Vitelli, assolve Alberto Stasi, per non aver commesso il fatto. Stesso motivo di assoluzione per Stasi nel processo d’Appello, stavolta a Milano, nel 7 dicembre 2011. Successivamente, in Cassazione, la Suprema Corte ordina alcuni esami del DNA su un capello trovato tra le mani di Chiara, particolare non emerso nel primo giudizio, e su residui di DNA trovati sotto le unghie della ragazza. Questi reperti, infatti, non erano stati analizzati prima. Il ricorso è nuovamente annullato, ma con il rinvio dell’assoluzione. Tra le motivazioni della Suprema Corte, emerge la difficoltà a giungere a una sentenza di assoluzione o di condanna per l’imputato Alberto Stasi. Sempre la Suprema Corte dispone, dunque, il rinvio in giudizio per Stasi, in attesa di nuovi esami scientifici.
Movente
Nonostante gli indizi raccolti nelle indagini e le varie ricostruzioni dell’accaduto durante i riti processuali, il movente che ha portato il reo a compiere il delitto di Garlasco resta sconosciuto.
Condanna
Alberto Stasi è condannato per il delitto di Garlasco nel processo d’appello bis il 17 dicembre 2014. La condanna arriva a seguito della nuova perizia computerizzata sulle impronte lasciate sul pavimento della villetta di Garlasco in cui viene ritrovato il corpo di Chiara. Gli anni di reclusione per Stasi, a seguito della condanna, sono 24. La pena subisce una riduzione a 16 anni grazie al rito abbreviato per omicidio volontario, con l’esclusione però delle aggravanti della crudeltà e della premeditazione. Il 12 dicembre 2015 la Corte di Cassazione conferma la sentenza-bis della Corte d’Appello di Milano, condannando in via definitiva Alberto Stasi a 16 anni di reclusione.
Nel 2020, gli avvocati della difesa di Stasi, presentano l’istanza di revisione della sentenza, perché sembra ci siano alcune prove che potrebbero scagionarlo dall’omicidio.
La signora Rita Preda, madre di Chiara Poggi, alla notizia della richiesta di revisione della sentenza di Stasi, ha dichiarato
Io mi fermo davanti a quello che è stato stabilito dopo nove anni di processi e il pronunciamento di tanti giudici. Alla fine la Cassazione ha concluso che è stato lui ad uccidere mia figlia. E’ una sentenza che ci ha dato il risultato con un nome e un cognome. Un nome che sin dall’inizio era già in tutti gli atti delle indagini e dei processi. Secondo i giudici è stato lui. Per noi è stata fatta giustizia.
Innocente
Alberto Stasi era innocente e la sua condanna è stata ingiusta.
Il criminologo Francesco Bruno commenta così all’Adnkronos la decisione della Cassazione di dichiarare inammissibile l’istanza, presentata dai legali di Alberto Stasi, di revisione della condanna riportata per l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2007. Siamo nel 19 marzo 2021, per la Suprema Corte permane la valenza indiziaria di altri numerosi e gravi elementi contro Stasi.
Poi il criminologo Bruno continua:
Stasi è innocente – afferma Bruno – Non aveva alcun movente per uccidere la ragazza, non aveva possibilità di farlo, è stato un capro espiatorio: si è preso il primo che aveva scoperto il cadavere, e il fatto che non stesse a casa sua nel momento dell’omicidio ha ingenerato subito sospetti, ma parliamo di sospetti. Sono state fatte perizie inutili, per vedere se avesse calpestato il sangue o meno e non lo hanno mai trovato sotto le scarpe. E poi la bicicletta trovata nei pressi dell’abitazione non era sua. Quello di Garlasco – conclude Bruno – è uno dei tanti delitti che in Italia finiscono così, con un innocente tenuto in galera per anni
Ultime notizie
Alberto Stasi è in carcere dal 2015, per scontare la pena definitiva a 16 anni per l’omicidio della sua fidanzata, Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Alberto Stasi, però, continua a dichiararsi innocente.
“La mia coscienza è leggera, togliere la libertà a un innocente è violenza”
Queste le parole di Stasi dalla sua cella del carcere di Bollate, in un’intervista concessa ai microfoni de Le Iene
Perché ho deciso di parlare oggi? Per dare un senso a questa esperienza perché certe cose non dovrebbero più accadere. Se una persona vive delle esperienze come quella che ho vissuto io questa deve essere resa pubblica, a disposizione di tutti, e visto che ho la possibilità di parlare lo faccio, così che le persone capiscano, possano riflettere e anche decidere, voglio dire, se il sistema che c’è va bene oppure se è opportuno cambiare qualche cosa
Martedì 24 maggio 2022 va in onda, su Italia 1, la puntata dedicata interamente al delitto di Garlasco.
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