Nel delitto di Garlasco il 13 agosto del 2007 ha perso la vita Chiara Poggi. Chi era Chiara Poggi? Cosa sappiamo? Chi è Alberto Stasi?
Nel delitto di Garlasco, comune in provincia di Pavia, il 13 agosto del 2007, ha perso la vita Chiara Poggi. Chi era Chiara Poggi? Cosa sappiamo sul Delitto di Garlasco? Chi è Alberto Stasi?
Delitto Garlasco, Chiara Poggi: chi era?
Quanti anni aveva alla morte
Chiara Poggi è una giovane impiegata che perde la vita nella sua casa di Garlasco, comune di oltre novemila abitanti in Provincia di Pavia. Il 13 agosto del 2007, giorno del delitto di Garlasco, Chiara ha 26 anni. Il 31 marzo del 1981, infatti, è la data della sua nascita.
Fidanzato
Il fidanzato di Chiara Poggi, all’epoca dei fatti, è Alberto Stasi, un giovane studente della Bocconi, nella facoltà di economia. Alberto è nato a Sesto San Giovanni, il 6 luglio del 1983.
Famiglia
Giuseppe Poggi è il padre di Chiara. Rita Preda, invece, è la madre della giovane Chiara Poggi. Il giorno dell’omicidio della figlia, Giuseppe e Rita non sono in casa. I genitori di Chiara, infatti, sono in montagna, in vacanza assieme al figlio maschio.
Fratello
Il fratello di Chiara Poggi si chiama Marco. Marco ha un amico, Andrea Sempio. Andrea, a sua volta, sarà implicato nelle indagini del delitto consumatosi a Garlasco. L’amico di Marco, durante le vacanze di Natale del 2016, si ritrova iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio di Chiara Poggi, sorella di Marco, suo amico d’infanzia. Il giovane, successivamente, viene prosciolto.
Alberto Stasi
Alberto Stasi dichiara la sua innocenza sul delitto avvenuto nella villetta di via Pascoli sin dal primo momento. A conclusione del rito processuale a suo carico, nel processo d’appello bis del 17 dicembre 2014, però, Alberto è condannato a 16 anni di reclusione da scontare nel carcere di Bollate, Milano. La pena prevede per Stasi 24 anni di reclusione per omicidio volontario, ridotta, poi, grazie al rito abbreviato.
Perché è stata uccisa
Chiara Poggi muore a causa di un colpo inferto con un oggetto contundente mai identificato, forse si tratta di un martello. Chiara Poggi per il suo assassino è forse pericolosa e scomoda, perché può rivelare dei fatti non noti.
A Stasi è imputato il possesso di materiale pedopornografico. L’accusa al processo per omicidio in primo e secondo grado ritiene probabile il fatto che Chiara lo avesse scoperto.
Ricostruzione storia
La mattina del 13 agosto 2007 Chiara è sola in casa, i genitori e il fratello Marco sono in montagna. La giovane donna, molto probabilmente, conosce il suo assassino. Dai rilievi effettuati dagli inquirenti, infatti, non ci sono segni di effrazione. Inoltre, Chiara, quando apre la porta, è in pigiama. Il primo a dare l’allarme del delitto è il fidanzato della ragazza, Alberto Stasi. Sulle scarpe e sui vestiti del giovane Stasi, nonostante la scena del delitto sia intrisa del sangue di Chiara, non è presente alcuna traccia di materiale ematico. Questo particolare, unito ad alcune incongruenze presenti nel racconto di Alberto, portano gli inquirenti a disporre l’arresto per il giovane studente di economia il 24 settembre 2007. Il 28 settembre dello stesso anno, però, con un ordine della procura di Vigevano, Alberto Stasi è scarcerato su ordine del giudice per le indagini preliminari Giulia Pravon, per insufficienza di prove.
Al ricorso in primo grado, il 17 dicembre 2009, al Tribunale di Vigevano, il GUP Stefano Vitelli, assolve Alberto Stasi, per non aver commesso il fatto. Stesso motivo di assoluzione per Stasi nel processo d’Appello, stavolta a Milano, nel 7 dicembre 2011. Successivamente, in Cassazione, la Suprema Corte ordina alcuni esami del DNA su un capello trovato tra le mani di Chiara, particolare non emerso nel primo giudizio, e su residui di DNA trovati sotto le unghie della ragazza. Questi reperti, infatti, non erano stati analizzati prima. Il ricorso è nuovamente annullato, ma con il rinvio dell’assoluzione. Tra le motivazioni della Suprema Corte, emerge la difficoltà a giungere a una sentenza di assoluzione o di condanna per l’imputato Alberto Stasi. Sempre la Suprema Corte dispone, dunque, il rinvio in giudizio per Stasi, in attesa di nuovi esami scientifici.
La condanna
Alberto Stasi è condannato per il delitto di Garlasco nel processo d’appello bis il 17 dicembre 2014. La condanna arriva a seguito della nuova perizia computerizzata sulle impronte lasciate sul pavimento della villetta di Garlasco in cui viene ritrovato il corpo di Chiara. Gli anni di reclusione per Stasi, a seguito della condanna, sono 24. La pena subisce una riduzione a 16 anni grazie al rito abbreviato per omicidio volontario, con l’esclusione però delle aggravanti della crudeltà e della premeditazione. Il 12 dicembre 2015 la Corte di Cassazione conferma la sentenza-bis della Corte d’Appello di Milano, condannando in via definitiva Alberto Stasi a 16 anni di reclusione.
Nel 2020, gli avvocati della difesa di Stasi, presentano l’istanza di revisione della sentenza, perché sembra ci siano alcune prove che potrebbero scagionarlo dall’omicidio.
La signora Rita Preda, madre di Chiara Poggi, alla notizia della richiesta di revisione della sentenza di Stasi, ha dichiarato
Io mi fermo davanti a quello che è stato stabilito dopo nove anni di processi e il pronunciamento di tanti giudici. Alla fine la Cassazione ha concluso che è stato lui ad uccidere mia figlia. E’ una sentenza che ci ha dato il risultato con un nome e un cognome. Un nome che sin dall’inizio era già in tutti gli atti delle indagini e dei processi. Secondo i giudici è stato lui. Per noi è stata fatta giustizia.
Movente
Nonostante gli indizi raccolti nelle indagini e le varie ricostruzioni dell’accaduto durante i riti processuali, il movente che ha portato il reo a compiere il delitto di Garlasco resta sconosciuto.
Tomba
La salma di Chiara Poggi trova riposo nella cappella del cimitero di Pieve Albignola, un piccolo paese sulle sponde del Po tra Sannazzaro e Pavia.
Ultime notizie oggi
Alberto Stasi è in carcere dal 2015, per scontare la pena definitiva a 16 anni per l’omicidio della sua fidanzata, Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Alberto Stasi, però, continua a dichiararsi innocente.
“La mia coscienza è leggera, togliere la libertà a un innocente è violenza”
Queste le parole di Stasi dalla sua cella del carcere di Bollate, in un’intervista concessa ai microfoni de Le Iene
Perché ho deciso di parlare oggi? Per dare un senso a questa esperienza perché certe cose non dovrebbero più accadere. Se una persona vive delle esperienze come quella che ho vissuto io questa deve essere resa pubblica, a disposizione di tutti, e visto che ho la possibilità di parlare lo faccio, così che le persone capiscano, possano riflettere e anche decidere, voglio dire, se il sistema che c’è va bene oppure se è opportuno cambiare qualche cosa
Martedì 24 maggio 2022 va in onda, su Italia 1, la puntata dedicata interamente al delitto di Garlasco.