È stata la mano di Dio è il film autobiografico di Paolo Sorrentino: l'opera del regista ha scatenato grande scalpore dopo la sua uscita, soprattutto in relazione alla tragica morte dei genitori, quando il protagonista era ancora minorenne. Ma cosa è successo?
È stata la mano di Dio è il film autobiografico di Paolo Sorrentino: l’opera del regista ha scatenato grande scalpore dopo la sua uscita, soprattutto in relazione alla tragica morte dei genitori, quando il protagonista era ancora minorenne. Ma cosa è successo?
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La risposta a questa domanda è sì: È stata la mano di Dio è il film autobiografico di Paolo Sorrentino. Il regista nella sua opera distribuita da Netflix ha voluto raccontare i momenti più incisivi della sua vita, a partire dalla morte dei genitori, deceduti tragicamente a causa di un incidente domestico. Ma quale?
Le cause della morte
Paolo Sorrentino è cresciuto insieme ai suoi genitori nel quartiere Vomero di Napoli; la sua è stata un’infanzia felice assieme a mamma Concetta, conosciuta come Tina, e papà Salvatore, meglio noto come Sasà. Il regista – grande tifoso della squadra calcistica della sua città – ha sempre avuto un’adorazione per Maradona, tanto che – in una vecchia intervista – ha dichiarato che fu proprio il calciatore a salvargli la vita.
Ma perché? Paolo Sorrentino era solito andare insieme ai suoi genitori in vacanza a Roccaraso, in una casetta di montagna. In uno dei weekend di famiglia, però, Tina e Sasà hanno perso la vita: i due coniugi sono rimasti vittime di una fuga di monossido di carbonio sprigionato dalla loro stufa. Il regista si è salvato per un vero e proprio miracolo. All’epoca aveva solo 16 anni.
Cosa c’è di vero nel film?
È stata la mano di Dio ripercorre, come abbiamo detto, i momenti più incisivi nella vita di Paolo Sorrentino, che siano questi positivi o negativi. Ovviamente, come si può immaginare, il film è romanzato, ma fedele all’infanzia e all’adolescenza del regista. Sulla morte dei suoi genitori, e sul suo racconto ne È stata la mano di Dio, Sorrentino – in una vecchia intervista del Corriere della Sera, dichiarava:
A me Maradona ha salvato la vita. Da due anni chiedevo a mio padre di poter seguire il Napoli in trasferta, anziché passare il week end in montagna, nella casetta di famiglia a Roccaraso; ma mi rispondeva sempre che ero troppo piccolo. Quella volta finalmente mi aveva dato il permesso di partire: Empoli-Napoli. Citofonò il portiere. Pensavo mi avvisasse che era arrivato il mio amico a prendermi. Invece mi avvertì che era successo un incidente.
In questi casi non ti dicono tutto subito. Ti preparano, un poco alla volta. Papà e mamma erano morti nel sonno. Per colpa di una stufa. Avvelenati dal monossido di carbonio. Mia sorella più grande, Daniela, che già conviveva, venne eroicamente a vivere per un anno con me e mio fratello Marco. Poi rimasi da solo, nella casa al Vomero. Un tempo che ricordo come un limbo. Ero quasi in stato confusionale.