Chi sono i due carabinieri condannati per l'omicidio di Stefano Cucchi? Cosa è successo? Tutti i dettagli all'interno!
Entra nel nuovo canale WhatsApp di DonnaPOP.itIl caso di Stefano Cucchi continua a far parlare anche a distanza di 12 anni. Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo sono i due carabinieri condannati per l’omicidio del ragazzo, ma cosa è successo? Quanto dovranno scontare?
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Il caso di Stefano Cucchi fa ancora discutere: oggi la Suprema Corte di Cassazione ha stabilito che ci sarà un nuovo processo in appello per i due carabinieri accusati dell’omicidio del ragazzo romano. Finalmente è stata pronunciata una parola definitiva sul caso che ha sconvolto l’Italia nel 2009: Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo sono stati condannati per la morte del geometra Stefano Cucchi.
La condanna
La pena che dovranno scontare i due carabinieri accusati per l’omicidio di Stefano Cucchi passa da 13 a 12 anni di reclusione. La Cassazione, inoltre, ha stabilito che ci sarà un nuovo processo di appello per Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo; l’appello bis è per Roberto Mandolini, condannato a 4 anni di reclusione e Francesco Tedesco (il miliare che ha collaborato alle indagini) condannato a 2 anni e mezzo di carcere. Per queste due condanne, però, c’è il rischio di prescrizione.
Ilaria Cucchi
Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi, si è pronunciata in merito alla pena per i due carabinieri Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo; ecco le sue parole:
A questo punto possiamo mettere la parola fine su questa prima parte del processo sull’omicidio di Stefano. Possiamo dire che è stato ucciso di botte, che giustizia è stata fatta nei confronti di loro che ce l’hanno portato via. Devo ringraziare tante persone, il mio pensiero in questo momento va ai miei genitori che di tutto questo si sono ammalati e non possono essere con noi, va ai miei avvocati Fabio Anselmo e Stefano Maccioni e un grande grazie al dottor Giovanni Musarò che ci ha portato fin qui.
Anche la mamma di Stefano, Rita Calore, ha parlato della giustizia fatta a suo figlio:
Finalmente è arrivata giustizia dopo tanti anni almeno nei confronti di chi ha picchiato Stefano causando la morte.
Moglie e figli dei due carabinieri condannati per l’omicidio di Stefano Cucchi
A fornire una testimonianza chiave nel caso di Stefano Cucchi ci ha pensato l’ex moglie di Raffaele D’Alessandro, Anna Carino. La donna ha raccontato spesso cosa diceva il suo ex marito del ragazzo morto ammazzato dalle percosse dei carabinieri:
Raffaele si sentiva come Rambo. Con quella divisa addosso diventava aggressivo, una volta mi disse ’a Cucchi quante botte gli abbiamo dato. Quante gliene ne abbiamo date, però Cucchi era un drogato di merda’. Me lo disse in dialetto. Dopo alcuni mesi ricevette una convocazione e mi aggiunse che anche altri erano stati pestati da lui ed altri, specie extracomunitari. Non era certo preoccupato sino a quando non ricevette la lettera. Quando venni convocata dai magistrati avevo paura. Lui, in seguito alla separazione, aveva avuto reazioni violente. Faceva continue telefonate, minacce, atteggiamenti intimidatori. Litigavamo tantissimo. In una occasione Raffaele ha anche cercato di togliersi la vita; gli tolsi io la pistola dalle sue mani. Lo convinsi a lasciar perdere. Lui non è aggressivo nei miei confronti. Una volta però mi prese per la maglietta e mi spostò vicino ad una finestra, lì si che ebbi paura.
Sui figli avuti con Raffaele D’Alessandro, la sua ex moglie ha detto:
È venuto il 6 maggio scorso alla comunione di uno dei figli. Non ci siamo salutati. Da circa un anno e mezzo non mi passa l’assegno di mantenimento. Comunque anche io dalla mia scelta di verità non ho avuto certo premi. All’inizio non parlai della storia dell’arresto di Cucchi per paura perché Raffaele era mio marito. Poi perché in fondo non gli credevo. Pensavo dicesse quelle cose per darsi delle arie in qualche modo. Diceva che era secco, secco e pieno di lividi e poi ha aggiunto che lui così lo aveva lasciato…
Non abbiamo notizie in merito alla ex moglie e ai figli di Alessio Di Bernardo, il secondo dei due carabinieri condannati per l’omicidio di Stefano Cucchi.
Tutta la storia
Stefano Cucchi è stato fermato il 15 ottobre del 2009 durante un controllo ed è poi stato portato in caserma per possesso di droga. Qui, secondo i fatti e le testimonianze, venne preso a calci e pugni così forte da provocargli la rottura di una vertebra e la lesione dei nervi con gravissime ripercussioni sulla vescica. Le foto del volto tumefatto del giovane Cucchi hanno fatto il giro del web negli anni e hanno lasciato tutti senza parole. Il Pg Epidendio ha detto:
Tutti i testimoni che hanno visto Stefano dopo il pestaggio sono rimasti impressionati dalle sue condizioni, e sono tante persone, infermieri, agenti di guardia, agenti delle scorte: non si può pensare che si siano messi d’accordo per un complotto contro i carabinieri.
Negli anni ci sono voluti ben sette processi, tre inchieste e due pronunciamenti della Cassazione per arrivare finalmente alla verità giudiziaria che conosciamo oggi. Stefano Cucchi è morto a causa delle percosse ricevute mentre si trovava in stato di custodia cautelare, affidato allo Stato. Il suo calvario, vissuto in ospedale, è durato una settimana.