Pamela Mastropietro era una ragazza di soli 18 anni, brutalmente uccisa e ritrovata fatta a pezzi in due valigie nella periferia di Macerata.
Pamela Mastropietro era una ragazza di soli 18 anni, brutalmente uccisa nel 2018 e ritrovata fatta a pezzi in due valigie nella periferia di Macerata. Ma cosa le è successo? Chi è il responsabile di questo terribile atto?
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Pamela Mastropietro è una ragazza di 18 anni, bionda, minuta e fragile. Lei è di Roma, ma vive a Corridonia (Macerata) in una comunità per tossicodipendenti dove è ospite da tre mesi; il 29 gennaio del 2018 Pamela decide di allontanarsi dalla struttura portando con sé solamente due valigie, una rossa e una blu. La ragazza si allontana dalla comunità e si perdono le sue tracce, sua madre – Alessandra Verni – ne ha immediatamente dato l’allarme a Chi L’ha Visto. Il profilo di Pamela Mastropietro presenta subito una personalità fragile e inquieta; sui suoi profili social scriveva:
Smetterò di fumare quando la realtà sarà più bella dei miei viaggi.
Da tempo, infatti, la giovane è dipendente dalla droga e vive nelle comunità di recupero proprio per sfuggire a questa terribile morsa. La mattina del 29 gennaio del 2018 non era la prima volta che Pamela si allontanava dalle strutture che l’aveva in cura per cercare una dose.
Il ritrovamento del cadavere
Sono passati due giorni da quando Pamela Mastropietro è letteralmente scomparsa nel nulla: mamma Alessandra e papà Stefano sono a pezzi, ma qualcosa cambia il 31 gennaio del 2018. Un uomo, passando per caso in Via dell’Industria – fra Casette Verdini e Pollenza – scruta poco distante da una villetta due valigie, una rossa e una blu, abbandonate in un piccolo fossato. Dentro ci sono i resti del corpo di una giovane donna, fatta a pezzi. La Polizia giunge immediatamente sul posto e facendo gli esami di rito, scopre che il DNA combacia con quello di Pamela Mastropietro. I genitori della ragazza vengono chiamati per l’identificazione e – tramite Chi L’ha Visto – fanno sapere quanto segue:
Speriamo che non sia lei, anche se questo vorrebbe dire che un’altra famiglia dovrà vivere quest’incubo.
Purtroppo per la famiglia Mastropietro, però, i pezzi della giovane dentro le valigie sono proprio quelli di Pamela.
Chi ha ucciso Pamela Mastropietro?
Scattano immediatamente le indagini per ricostruire le ultime ore della ragazza uccisa e fatta a pezzi, ma queste durano – per fortuna – poche ore. La mattina del 1 febbraio 2018, un 29enne nigeriano – Innocent Oseghale – viene fermato in relazione all’omicidio di Pamela. Il ragazzo è stato identificato grazie alle videocamere di sorveglianza che lo hanno ripreso vicino a una farmacia, mentre seguiva la vittima la notte della sua scomparsa. Innocent è nigeriano e vive in Italia dal 2015: è un rifugiato senza permesso di soggiorno ed è già noto alle forze dell’ordine per lo spaccio di droga. Il 1 febbraio del 2018, però, viene fermato con l’accusa di omicidio. Il suo stato di fermo fa piombare l’Italia nello sconforto.
Riti voodoo
Durante le indagini emergono dettagli agghiaccianti per ciò che riguarda l’uccisione di Pamela Mastropietro. Innanzi tutto il nome di Innocent Oseghale viene affiancato a quelli di Desmond Lucky e Lucky Awelima, inizialmente sospettati per concorso in omicidio, ma poi usciti di scena con la sola accusa di spaccio di stupefacenti.
Per Oseghale, invece, la situazione è molto più grave: lui continua a professarsi innocente, ma è evidente che non lo sia. Le prime indagini fanno emergere un quadro davvero brutale: Pamela potrebbe essere stata uccisa per agevolare dei riti voodoo e il suo corpo potrebbe anche esser stato parzialmente mangiato. C’è chi parla invece di Mafia Nigeriana, ma cosa è successo davvero alla Mastropietro?
Le ultime ore della giovane uccisa
Pamela Mastropietro avrebbe incontrato Innocent Oseghale il giorno dopo la sua fuga dalla comunità, nei giardinetti di Via Diaz a Macerata. La ragazza si era fatta accompagnare proprio lì, andando a colpo sicuro, per poter comprare della droga. Ma come ci è arrivata? Da Corridonia, la giovane si è fatta accompagnare alla stazione di Piediripa da un uomo di Mogliano e ha poi passato la notte in compagnia di un tassista, arrivando – il giorno dopo – proprio in Via Diaz. I due uomini vengono accusati di violenza sessuale per essersi approfittati di una ragazza in evidente stato di difficoltà.
La morte
Innocent Oseghale ha ricostruito i fatti: secondo le sue parole, Pamela Mastropietro sarebbe morta a causa di un’overdose di eroina. L’accusa, invece, dichiara che la ragazza sia stata attirata appositamente nella casa del nigeriano in Via Spalato e, dopo aver ottenuto la dose di cui era alla ricerca, sarebbe stata trattenuta contro la sua volontà. A questo punto, sempre per l’accusa, Innocent Oseghale si sarebbe approfittato di lei, abusandone e colpendola con una coltellata ritenuta poi fatale. L’autopsia conferma che dopo la morte causata da un fendente, il corpo di Pamela Mastropietro sarebbe stato smembrato e successivamente lavato con la candeggina per eliminare ogni residuo organico. Nonostante l’acido usato, però, il DNA di Innocent Oseghale è rimasto sulle mani e sotto le unghie della povera ragazza uccisa.
Processo e accuse
Il processo ai danni di Oseghale inizia con rito ordinario il 13 febbraio del 2019, dopo un anno di indagini. Le accuse per il nigeriano sono di omicidio e violenza sessuale, aggravate dall’aver agito nei confronti di una ragazza in condizioni di inferiorità psichica e fisica e, infine, vi è anche l’accusa di vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere. Il processo tutto si regge sulla presenza di un testimone chiave, Vincenzo Marino, un ex boss della ‘ndrangheta che ha accettato di collaborare quando nella sua cella del carcere di Ascoli è arrivato proprio Innocent Oseghale.
Il supertestimone
Vincenzo Marino, in merito all’omicidio di Pamela Mastropietro, dice di avere delle notizie sicuramente inedite: Innocent Oseghale gli ha fatto una confessione. Ma quale? Il nigeriano avrebbe raccontato di aver accoltellato la ragazza e di averne poi tagliato il corpo partendo da una gamba, mentre era ancora viva.
La condanna
Il processo di Innocent Oseghale per la morte di Pamela Mastropietro si è concluso con la condanna all’ergastolo e diciotto mesi di isolamento. Fra l’assassino e il fine pena mai, oggi, resta solamente la Cassazione.