Fabrizio De André è stato uno dei più importanti cantautori del panorama musicale italiano, lasciando opere eterne e immense.
Fabrizio De André è stato uno dei più importanti cantautori del panorama musicale italiano. La sua morte ha lasciato un vuoto immenso in tutte le persone che lo hanno amato, pur rimanendo le sue opere eterne e immortali. Conosciamolo meglio.
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Chi era Fabrizio De André?
Cantautore di profilo elevato Fabrizio De André rimane un punto di riferimento per tanti artisti ma soprattutto per tutti gli appassionati di musica leggera. Incredibilmente anche per le generazioni nate dopo la sua morte. Le sue opere l’hanno reso immortale, le sue parole sono sempre eterne e attuali, la sua musica accompagna i sogni e le fragilità di chi continua ad ascoltarlo.
In quasi quarant’anni di attività artistica, De André ha inciso quattordici album in studio, più alcune canzoni pubblicate solo come singoli e poi riedite in antologie. Molti testi delle sue canzoni raccontano storie di emarginati, ribelli e prostitute, e sono considerate da alcuni critici vere e proprie poesie, tanto da essere inserite in varie antologie scolastiche di letteratura già dai primi anni settanta e da ricevere gli elogi anche di grandi nomi della poesia.
Età quando è morto
Fabrizio De André è morto all’età di 59 anni, stroncato da un carcinoma polmonare.
Dove è nato
Era nato a Genova, il 18 febbraio 1940, mentre è morto a Milano, l’11 gennaio 1999.
Faber
È conosciuto anche con l’appellativo di Faber che gli dette l’amico Paolo Villaggio, con riferimento alla sua predilezione per i pastelli e le matite della Faber-Castell, oltre che per l’assonanza con il suo nome.
Prima moglie
Enrica Rignon, detta Puny, è stata la prima moglie di Fabrizio De André. Più grande dell’artista di quasi sette anni e appartenente a una famiglia borghese di Genova, Puny ha incontrato Faber nel 1961: dopo pochi mesi resta incinta del loro unico figlio, Cristiano e si sposano in chiesa. Il loro matrimonio è finito a metà degli anni Settanta, quando Fabrizio l’ha lasciata perchè innamorato di Dori Ghezzi.
Dori Ghezzi
La storia d’amore tra Fabrizio De André e Dori Ghezzi è stata una delle più seguite del mondo dello spettacolo, negli anni Settanta e Ottanta. A unire i due artisti ci sono state tante cose che si sommavano a mano a mano che il tempo passava: prima l’attrazione fisica, poi la passione per la musica, una figlia, un rapimento sofferto insieme, gli anni vissuti in un sodalizio più inossidabile di tanti legami meno anticonformisti del loro.
Dori e Fabrizio si sono conosciuti nel marzo del 1974 in uno studio di registrazione, dopo vari incontri in cui si erano sbirciati ma non si erano mai parlati. Presentati da un amico comune, è colpo di fulmine. Lei cantante di successo da un pezzo, lui cantautore anarchico e sposato, vanno subito a vivere insieme. Approvata in Italia nel 1974 la legge sul divorzio, un anno dopo De Andrè ha scisso legalmente il matrimonio con la prima moglie. Dori Ghezzi può quindi diventare la sua compagna ufficiale e nel 1977 hanno una figlia, Luisa Vittoria, chiamata da tutti Luvi.
Il 7 dicembre del 1989 Fabrizio De André e Dori Ghezzi, dopo 15 anni di convivenza, si sono sposati a Tempio Pausania.
Dopo la morte di Fabrizio, Dori si è dedicata alla Fondazione Fabrizio De André Onlus e al Centro Interdipartimentale di Studi Fabrizio De André all’Università degli Studi di Siena.
Figli
Sono due i figli di Fabrizio: Cristiano, anche lui cantautore come il padre, nato nel 1962 dal matrimonio con Enrica Rignon, e Luisa Vittoria, nata nel 1977 dalla storia d’amore con Dori Ghezzi.
Padre
Il padre di Faber, Giuseppe De Andrè, torinese di nascita e vissuto a Genova, pur provenendo da una famiglia modesta, con origini provenzali e nobili, è riuscito a fare fortuna acquistando un Istituto tecnico a Sampierdarena.
Fabrizio e il padre ebbero un rapporto ricco di contrasti, per poi riconciliarsi definitivamente in punto di morte, quando il genitore riuscì a strappare al figlio la promessa di smettere di bere, che mantenne.
Nel secondo dopoguerra Giuseppe De Andrè è stato vicesindaco repubblicano di Genova, direttore generale e operativo, poi amministratore delegato e infine presidente dell’Eridania. Ha promosso la costruzione della Fiera del Mare di Genova, nel quartiere della Foce. È stato il padre a pagare il riscatto ai rapitori di Fabrizio e Dori Ghezzi, affinchè i due venissero rilasciati dal sequestro. La madre, Luigia Amerio, è di estrazione benestante, figlia di produttori vitivinicoli.
Malattia
De André è morto l’11 gennaio alle 2.30 all’Istituto Tumori di Milano, dove era ricoverato già da molto tempo. Riguardo la sua salute c’è stata una grande riservatezza, quasi fino al suo ricovero, anche se da tempo si era diffusa la notizia che il cantautore fosse gravemente malato. Lo stesso Fabrizio De André nell’autunno del 1999 aveva pubblicamente annunciato che doveva essere curato, ma parlò di più di un’ernia del disco. Il ricovero ci fu verso la fine del novembre 1998, quando la malattia era già in uno stato avanzato. Uscì dall’ospedale il 25 dicembre per festeggiare il Natale con la famiglia per poi morire un mese prima di compiere 59 anni.
Il cantautore genovese aveva dato i primi segnali di malessere nell’agosto del 1998, durante le prove di un concerto a Saint-Vincent. In quell’occasione, Fabrizio apparve scoordinato e a disagio, in preda com’era a un forte dolore al torace e alla schiena. Poichè il dolore gli impediva di sedersi e di tenere normalmente e tranquillamente la sua chitarra, Faber preferì annullare quella tappa. Qualche giorno dopo, a seguito degli esami medici a cui si sottopose ad Aosta, De André scoprì di avere un tumore ai polmoni. Morì pochi mesi dopo.
Fabrizio De Andrè è morto per la passione per il fumo, la stessa che l’ha salvato durante i mesi i cui fu rapito. Strano scherzo del destino!
Dove è sepolto
Faber riposa nella sua bella Genova, la sua amata Zena, all’ombra di un cipresso e di una palma nel Cimitero Monumentale di Staglieno. Non mancano i fiori e gli omaggi sotto la semplice cappella bianca di famiglia del poeta ambasciatore della genovesità.