Barù (Gherardo Gaetani) e Victoria Cabello sono stati una coppia: li ricordate? Ecco tutto quello che c'è da sapere: come sta lei oggi?
Barù, all’anagrafe Gherardo Gaetani Dell’Aquila D’Aragona, è stato fidanzato con Victoria Cabello? Scopriamo insieme i dettagli della loro relazione e dove possiamo rivedere oggi la celebre conduttrice (che ha attraversato negli ultimi anni un periodo difficile per motivi di salute).
Barù, Gherardo Gaetani, era fidanzato con Victoria Cabello: che fine ha fatto la conduttrice?
Barù, all’anagrafe Gherardo Gaetani Dell’Aquila D’Aragona, è da sempre molto riservato sulla propria vita privata, ma alla lente del gossip non è riuscita a sfuggire la sua relazione con Victoria Cabello. La love story è durata solo qualche mese nel corso del 2013. Non sono mancate paparazzate di romantici baci in quel di Milano. In un’intervista a Le Invasioni Barbariche, l’ex vj di Mtv aveva parlato dell’allora compagno in questi termini:
Non so se sia il mio fidanzato, non me l’ha mai chiesto. Comunque ci frequentiamo e non è che giochiamo a Risiko quando ci vediamo, ovviamente. Però non lo so, stiamo capendo.
La conduttrice, sparita da qualche anno dalla tv, farà il suo grande e atteso ritorno come concorrente di Pechino Express (questa volta su Sky) previsto nel 2022.
Barù, Gherardo Gaetani, era fidanzato con Victoria Cabello: come sta dopo la malattia?
Il nipote di Costantino della Gherardesca nel 2013 è stato legato alla nota conduttrice Victoria Cabello che, negli ultimi anni, ha avuto una serie di problemi di salute che l’hanno purtroppo tenuta lontana dai riflettori. Nelle specifico, l’ex vj di Mtv è stata colpita dalla malattia di Lyme che è un’infezione trasmessa dalle zecche e causata dalla spirocheta Borrelia spp. I sintomi precoci comprendono rash cutaneo eritematoso migrante, che può essere seguito dopo settimane o mesi da alterazioni neurologiche, cardiache o articolari.
Nel corso del primo lockdown per la pandemia di Copvi-19, la Cabello ha rivelato al Corriere come avesse vissuto la scoperta di questa sindrome (che l’ha tenuta per tre anni dentro casa, senza possibilità di uscire):
L’isolamento mi fa tornare alla mente il periodo in cui mi sono ammalata gravemente e mi sono dovuta chiudere in casa, ad un certo punto ero impossibilitata persino a camminare. Dovevo scrivermi tutto, ero veramente malridotta. D’altronde mi sono imbattuta nella disinformazione della comunità scientifica: dicevano che ero depressa, che dovevo tornare a lavoro. Dopo un anno e mezzo di questo calvario, i medici del reparto infettivi del Sacco sono stati i primi a darmi una diagnosi, in particolare Agostino Zambelli: è stata la prova che non ero pazza.
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