L'omicidio della Sapienza è un drammatico delitto commesso nel 1997 nella città universitaria a Roma con la morte della giovane Marta Russo.
L’omicidio della Sapienza è un drammatico delitto commesso nel 1997 all’interno della città universitaria a Roma e che ha portato alla morte di Marta Russo, una giovane studentessa. Scopriamo tutti i dettagli.
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L’omicidio della Sapienza è uno dei più drammatici delitti accaduti all’interno della città universitaria di Roma. È il 9 maggio 1997, quando Marta Russo, una giovane ragazza, studentessa ventiduenne di giurisprudenza, fu gravemente ferita da un colpo di pistola, morendo cinque giorni dopo in ospedale.
Omicidio della Sapienza: un caso mediatico
Alla fine degli anni Novanta l’omicidio della Sapienza è stato al centro di un caso molto complesso, oggetto di enorme rilievo mediatico, sia per il luogo in cui fu perpetrato, sia per la difficoltà delle prime indagini. Gli investigatori non sono riusciti a delineare un movente, puntando tra diverse ipotesi non confermate: lo scambio di persona, il delitto perfetto e il terrorismo. Nei primissimi momenti si è pensato addirittura a uno sparo accidentale.
L’atteggiamento dei due pubblici ministeri, ritenuto da molti eccessivamente inquisitorio, oltre ad aprire un breve procedimento per abuso d’ufficio e violenza privata, ha causato l’intervento di alte personalità politiche per ricostruire in maniera più proficua le fasi del delitto e della soluzione.
La condanna
Nel 2003 è arrivata la condanna in via definitiva per il delitto, principalmente sulla base di una controversa testimonianza. Il condannato è un assistente universitario di filosofia del diritto, Giovanni Scattone, per omicidio colposo aggravato. Salvatore Ferraro, un suo collega, è stato condannato limitatamente al reato di favoreggiamento personale.
Omicidio Sapienza: i condannati
Entrambi, Ferraro e Scattone, si sono sempre professati innocenti. Nella prima sentenza è stato specificato che Scattone avrebbe esploso un colpo per errore, maneggiando una pistola per motivi ignoti, forse per provare l’arma sparando contro un muro o senza sapere che fosse carica. Ferraro lo avrebbe coperto, tacendo e portando via l’arma.
Il delitto è stato definito colposo anche perché Scattone, dalla posizione in cui era, non avrebbe potuto mai esplodere un colpo mirato, né avrebbe mai potuto compiere un’azione così tremenda in presenza di parecchi testimoni.
Omicidio Sapienza: altri indagati
Francesco Liparota, l’usciere dell’istituto e laureato in Legge, nonchè il terzo indagato, ha ottenuto l’assoluzione dall’accusa di favoreggiamento dalla Cassazione, tramite annullamento senza rinvio. Tutti i numerosi altri indagati, principalmente per i reati di favoreggiamento, diffamazione o falsa testimonianza, sono stati assolti con formula piena in primo grado.
Il caso di Marta Russo è diventato nel corso degli anni uno dei misteri irrisolti della cronaca nera italiana.
La storia della studentessa uccisa
La mattina del 9 maggio 1997, alle ore 11:42 circa, Marta Russo, studentessa di giurisprudenza ha ricevuto in testa un proiettile calibro 22. La ragazza era con l’amica Jolanda Ricci: insieme percorrevano un vialetto all’interno della Città Universitaria, tra le facoltà di Scienze Statistiche, Scienze Politiche e Giurisprudenza.
Il proiettile incriminato le ha penetrato la nuca, dietro l’orecchio sinistro, spezzandosi in undici frammenti che causarono danni irreversibili. I testimoni parlarono di un colpo attutito, come sparato da un’arma col silenziatore, identificata in una carabina o una pistola (come verrà detto nel processo). Tra i soccorritori vi fu anche lo zio della studentessa, dipendente della Sapienza.
La ragazza fu trasportata al vicino Policlinico Umberto I, dove arrivò in coma.
Omicidio della Sapienza: la morte di Marta Russo
Marta morì cinque giorni dopo. Il 13 maggio, alle ore 22, i medici hanno constatato la morte cerebrale della ragazza. I genitori, Donato Russo e Aureliana Iacoboni, e la sorella Tiziana hanno deciso di donarne gli organi, seguendo un desiderio espresso anni prima da Marta dopo aver visto un servizio televisivo sul delitto di Nicholas Green.
La spina ai macchinari che tenevano in vita Marta sono stati staccati durante la notte del 14 maggio: così la ragazza è stata dichiarata morta. Ai funerali presso l’ateneo, hanno partecipato parecchi personaggi politici del tempo: Romano Prodi, Walter Veltroni, Luciano Violante e Luigi Berlinguer, oltre a una folla numerosa di studenti, amici e persone comuni. Anche Papa Giovanni Paolo II inviò un messaggio alla famiglia.
Marta Russo è sepolta nel Cimitero del Verano di Roma. La tomba si trova, dal 2007, in un nuovo settore rispetto a quello originario, al riquadro 85.
In memoria di Marta Russo
A Marta Russo è stata concessa la laurea alla memoria alla presenza del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, inoltre è apposta una targa commemorativa e intitolate alcune aule dell’ateneo. Il 26 maggio 2001 la seconda edizione del torneo di scherma Trofeo Marta Russo è diventato internazionale.
Nel 2001 fu dedicato a Marta Russo un parco nel quartiere Labaro in Roma, adiacente a via Gemona del Friuli. Dal 14 maggio 2003 si svolge il premio Marta Russo. La Donazione degli organi: gesto d’amore a favore della vita, rivolto agli studenti degli istituti di scuola media superiore di Roma e provincia, promosso dall’Associazione Marta Russo e dalla Provincia di Roma. Il 5 maggio 2010 l’Istituto Comprensivo Via Italo Torsiello di Roma, frazione di Trigoria, fu intitolato a Marta Russo con una cerimonia alla quale parteciparono i genitori della ragazza.