Amici 20: il cantante Esa Abrate racconta la sua infanzia tormentata e le violenze subite prima di essere adottato dalla sua famiglia FOTO
Esa Abrate, nuovo cantante della scuola di Amici 20, ha commosso i telespettatori con la storia della sua infanzia tormentata. Scopriamo insieme il passato del nuovo giovane artista del talent di canale 5.
Leggi anche: Amici 2020\21, classe cantanti: cognome, foto e INSTAGRAM
Amici: La storia di Esa Abrate
Durante la puntata del daytime del 17 novembre abbiamo assistito al doloroso racconto di Esa Abrate, cantautore della nuova edizione di Amici 20. Il giovane ha alle spalle un’infanzia molto complicata, durante la quale ha subìto delle violenze.
Mia madre è morta quando avevo uno o due anni. Lei aveva 4 figli, però siccome io ero un figlio illegittimo non mi hanno voluto tenere in casa…
Da quel momento inizia il dramma del cantautore. Inizialmente Esa viene affidato ad un’amica della madre. Il racconto di Esa su questa donna è davvero agghiacciante:
Sono andato a stare da un’amica di mia madre che, però, aveva qualche problema e mi picchiava con il caricabatterie. Sulla schiena ho le cicatrici…
A sei anni Esa Abrate viene preso in affidamento dal padre, ma anche con la situazione non è delle migliori:
Mio padre non era in grado di badare a me. Non potevo uscire, potevo solo andare a scuola. Ero un bambino di sei anni e un bambino di sei anni deve andare al parco, deve giocare. Invece ero sempre a casa da solo e vedevo sempre tutti i bambini che giocavano però io non potevo uscire.
Allora quando lui non c’era, dal primo piano mi buttavo giù e andavo a giocare. Delle volte, tornando a casa dal lavoro, mi beccava. Si incazzava e mi picchiava con la fibbia della cintura
Poi, per fortura, arriva la rinascita per il giovane cantante Esa quando viene trasferito in istituto e vengono aperte le pratiche per l’adozione della sua attuale famiglia:
Poi si sono aperte le pratiche della mia adozione e sono stato adottato e se sono quello che sono lo devo a loro. Sono quello che sono grazie al mio passato, ma soprattutto grazie al mio presente