Ivan Cottini non ha bisogno di presentazioni: il ballerino è pronto a riprendere in mano le redini della sua vita, anche dopo la separazione.
Ivan Cottini non ha certamente bisogno di presentazioni. Il ballerino ha fatto palpitare i cuori di tutti noi durante la sua esibizione al Festival di Sanremo. Nella nostra intervista, Ivan è stato molto chiaro: ogni giorno sceglie di vivere con dignità e passione per la danza, senza dimenticare – ovviamente – il grande amore per sua figlia, un sentimento grande e potente che lo spinge ad andare avanti. Siamo certi che potrà ispirarvi; di seguito le sue parole!
Le parole di Ivan Cottini
Ciao Ivan, intanto vorrei chiederti come stai e come stai passando questa estate.
È un’estate molto anomala, la sto passando a recuperare le terapie sospese causa lockdown e sto cercando di recuperare fisicamente per poter tornar presto a ballare in autunno, anche se la malattia e i problemi inerenti al ballo aumentano.
Questa – come dicevi – è un’estate particolare, ancora un po’ incerta, che arriva dopo mesi davvero difficili. Come hai vissuto il periodo di quarantena?
La quarantena è stata durissima, forse più della diagnosi di sette anni. Post Sanremo la mia vita è stata stravolta con la fine della mia storia e ho dovuto affrontare un mondo nuovo e uno stress e preoccupazioni che non mi aspettavo e che ancora oggi ammetto che mi hanno bloccato tantissimo, specialmente psicologicamente. Ma la vita è un continuo cadere e rialzarsi. Ne verrò fuori anche stavolta, anche se ancora ci vuole tempo. Ringrazio Viola che anche in questa situazione è stata la mia forza.
Noi di DonnaPOP siamo un po’ impiccione, quindi ti faccio questa domanda subito: sappiamo che hai avuto una compagna e insieme avete una splendida bambina. La vostra storia è finita da poco…Riguardo alla mia storia ci sarebbe tanto da dire, ma lasciamo da parte il rancore, voglio portarmi solo il bello della favola che ho vissuto, anche se è finita. Purtroppo ho imparato due cose: le fiabe non appartengono a questa vita e oggi come oggi ciò che si rompe si butta via. Preferivo l’epoca dei nostri nonni, loro sì che erano pronti sempre a riaggiustare ciò che si rompe…
Ok, ora basta domande scomode. Tu sei un ballerino, abbiamo imparato a conoscerti ad Amici di Maria De Filippi e ti abbiamo visto sul palco dell’Ariston questo inverno. Ti va di raccontarci come sono state queste esperienze televisive?
Ogni palcoscenico ti lascia qualcosa di suo e di bello, aver stimolato migliaia di giovani che vivevano la loro vita nascosti o fermi al muro che la vita gli ha messo davanti è stato molto gratificante per me. Sanremo purtroppo non l’ho vissuto a pieno avendo la rottura in corso della mia fiaba.
C’è da dire che tu sei un ballerino speciale: combatti contro una malattia scoperta nel 2013. Com’è stato il primo impatto quando hai saputo di essere affetto da questa patologia?
Beh, a 27 anni svegliarti malato e in meno di sette mesi non riuscire più a camminare è stata molto dura e vi confido che per quasi un anno ho provato a fare il malato e star seduto a commiserarmi e a piangermi addosso e osservare il mondo che mi passava davanti. Poi mi son rotto le balle, questa cosa non mi apparteneva e ho deciso di riprendere le redini e la regia della mia vita.
Nonostante tutto, comunque, hai davvero una grande forza d’animo. Ci sono giorni in cui ti abbatti o riesci a rimanere concentrato sui tuoi obiettivi e sulla tua vita?Piango spesso, i giorni no li abbiamo tutti, anche noi guerrieri. Poi guardo mia figlia oppure leggo le tante lettere che ogni giorno mi arrivano e torno a sorridere.
Come te, purtroppo, tanti altri combattono con qualche brutto male che li debilita, spesso psicologicamente più che fisicamente. Se oggi volessi mandare un messaggio a tutte queste persone, quale sarebbe?
Noi ogni mattina quando ci svegliamo abbiamo una grande possibilità: scegliere come svegliarci e come decidere di vivere. Se alzarci e vivere da malati con seghe mentali e fermi soltanto a ciò che si è perso oppure portare la mente su ciò che abbiamo oggi a disposizione e su di esso crearci il film della nostra vita, ovviamente con noi stessi come protagonista principale.
Hai un sogno nel cassetto?
Sì, io amo Eleonora Daniele e con lei vorrei portare sempre più diversità in tv. Sogno ragazzi down in corpi di ballo, inviati in sedia a rotelle, opinionisti fighi come me, assistenti di studio autistici. La diversità salverà questo mondo pieno di odio, che ci vuole tanto divisi e diversi.
Se potessi ballare al fianco di un ballerino o una ballerina con cui ancora non hai avuto modo di collaborare, chi sarebbe?
Ho ballato con tanti nomi grandi, ma il mio sogno è un duo con mia figlia, ma ad oggi non le frega della danza…lei vuol far pallavolo.
Se dovessi ballare su una canzone che ti sta accompagnando in questo periodo, quale sarebbe?
Io son un gran romanticone e adoro i passi a due sensuali, lenti magari, anche amorosi. Adoro ogni canzone di Elisa.
Parliamo del futuro, che oggi è davvero la cosa più importante. Che progetti ci sono all’orizzonte?
Tanti progetti tra cui un romanzo che sto scrivendo, spero in una riconferma a Storie Italiane e sto stringendo i denti per arrivare al prossimo Festival di Sanremo e lì sicuramente fare il mio ultimo ballo prima del ritiro.
Concludiamo le nostre interviste sempre con questa domanda: noi ci chiamiamo DonnaPOP e POP è qualcosa di positivo, di bello, di accattivante. Cos’è per te POP in questo momento della tua vita?
Beh, per me è un momento flop più che pop, visto che ancora non son tornato a sorridere… Una cosa pop, comunque, è sicuramente il calore umano e veder mia figlia felice. Questo è tutto molto POP.