INTERVISTE POP: Luca Forlani, dalla fiction Rai a “La vita in diretta”

Abbiamo intervistato Luca Forlani, uno degli inviati più amati de "La vita in diretta": ecco cosa ci ha raccontato Luca!

Giovane, ma con un curriculum alle spalle di tutto rispetto: Luca Forlani, inviato de La vita in diretta nell’edizione appena conclusa, in realtà è un professionista a tutto tondo, giornalista, sì, ma prima ancora attore e conduttore. Ecco cosa ci ha raccontato.

Le parole di Luca Forlani

Luca, partiamo dal tuo ultimo impegno lavorativo, che ti ha visto impegnato come inviato de La vita in diretta.

È stata un’esperienza straordinaria. Una trasmissione quotidiana, in diretta, rappresenta una grande occasione di crescita professionale. Sono entrato in una squadra formata da professionisti di altissimo livello. Ho instaurato un ottimo rapporto con tutti: dai colleghi inviati agli autori, fino ai conduttori.

Sei approdato a La vita in diretta in un’annata non propriamente semplice: il Coronavirus ha messo in ginocchio, tra le altre cose, anche la tv, ma voi non vi siete mai fermati e tu sei stato impegnato in prima linea per testimoniare le difficoltà del nostro paese. Che mesi sono stati?

Sono stati mesi complicati, ho avuto modo di vivere tutte le fasi della pandemia dall’area più colpita. Inizialmente non si capiva bene cosa stesse succedendo, poi è scoppiata l’emergenza e ho dovuto raccontare notizie sempre più drammatiche. Non potrò mai dimenticare le strade vuote del centro di Milano, il silenzio, la paura sui volti delle persone. È stata indubbiamente un’importante esperienza umana e professionale. Ho lavorato tante settimane con la paura. La preoccupazione principale era quella di contagiare i miei familiari, così ho deciso di isolarmi da loro e di andare a vivere in un’altra casa. Tra i tanti ricordi impressi nella mia mente, i collegamenti del venerdì Santo da una Piazza Duomo praticamente deserta: c’eravamo solo io, due ragazzi della troupe e un presidio fisso dei carabinieri.

Luca Forlani, inviato de "La vita in diretta"

Luca Forlani, inviato de “La vita in diretta”

In verità, La vita in diretta è soltanto l’ultimo tassello, in ordine cronologico, della tua storia professionale: oltre a essere un giornalista, sei un conduttore e attore. Quale esperienza del tuo percorso lavorativo ricordi con maggiore affetto?

Indubbiamente quest’ultima, La vita in diretta. È un’esperienza che mi ha permesso di mettere in campo tutte le competenze professionali maturate in questi anni, dalla scrittura dei testi al lavoro davanti alla telecamera. Inoltre, credo che la lunga esperienza in teatro mi abbia permesso di gestire la diretta e i suoi imprevisti con grande tranquillità.

Facciamo un passo indietro. Dicevamo che oggi sei un professionista poliedrico, capace di passare dal set della fiction alla scrittura giornalistica, ma tu – da bambino – cosa sognavi di fare da grande?

Il mio sogno di bambino è sempre stato quello di entrare in questa scatola magica. Volevo lavorare in tv, e non necessariamente davanti alle telecamere, mi ha sempre affascinato anche il dietro le quinte, il lavoro redazionale, l’infaticabile cura e preparazione che si celano dietro ciò che vediamo in onda e che ho avuto modo di conoscere approfonditamente in questo anno a La vita in diretta. Tanti professionisti “non famosi” che svolgono un lavoro impegnativo e prezioso. Per quanto riguarda il sogno di bambino, c’è un retroscena molto divertente. Appena compiuti diciotto anni, mi presentai all’ingresso degli studi Rai di Corso Sempione a Milano e alle impiegate che lavoravano all’ingresso dissi: «Buongiorno, vorrei lavorare in televisione, cosa devo fare?». Loro mi guardarono con perplessità e mi dissero: «Sei un ragazzo carino, potresti fare il figurante». E così, quasi tredici anni fa, iniziò la mia avventura in Rai.

Luca Forlani, durante un servizio per "La vita in diretta"

Luca Forlani, durante un servizio per “La vita in diretta”

Oggi che rapporto hai col futuro e con i sogni?

Sono una persona molto razionale. Ho i piedi ben piantati nel presente con uno sguardo attento al futuro. I miei sogni attuali sono: affermarmi nella professione e comprare una casa.

Giochiamo un po’. Ti arrivano, contemporaneamente, due proposte: una fiction da protagonista o la conduzione de La vita in diretta. Quale accetti?

Nessuna delle due (ride, ndr). La fiction fa parte del mio passato e in questo momento non è una mia priorità. A La vita in diretta, invece, ci sono dei conduttori bravissimi. Ad ogni modo, per rispondere alla tua domanda, sceglierei la conduzione di un programma.

Hai studiato all’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico, hai fatto una lunga gavetta per diventare giornalista e oggi raccogli i frutti del tuo lavoro. Tuttavia, di questi tempi, sembra che si diventi bravi perché si è famosi e non viceversa: basta farsi conoscere e apprezzare sui social e arrivano le proposte di lavoro. 

In realtà, l’Accademia è stata solo un tassello – per quanto estremamente prestigioso e importante – del mio percorso formativo. Ho conseguito una laurea triennale con lode presso la facoltà di Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano e mi sono specializzato, laureandomi con lode, in giornalismo all’Università La Sapienza di Roma. Detto questo: è molto svilente che ci siano persone che aspirino a diventare “famose” senza alcun merito o talento. Sono dei personaggi che non stimo.

Se ti chiedessi di dare un consiglio a chi vuole lavorare in tv, cosa ti sentiresti di dire?

Purtroppo noto che molti giovani che mi scrivono sui social chiedendomi consigli aspirano a fare questo lavoro solo per “andare in tv”. C’è chi vorrebbe fare il giornalista televisivo ma dice di non amare leggere o scrivere, leggendo quei messaggi provo molta tristezza. Il mio consiglio è di laurearsi, studiare dizione e di non pensare subito a Rai, Mediaset o Sky. È fondamentale fare la “gavetta”, partire da piccole realtà – locali o web – anche se poco prestigiose e se le paghe sono basse. Quando ho iniziato a scrivere per dei giornali online, venivo pagato cinque euro ad articolo. È qui che si capisce se si è spinti da una vera passione o da effimeri e sciocchi sogni di gloria.

Luca Forlani, impegnato come giornalista e inviato de "La vita in diretta"

Luca Forlani, impegnato come giornalista e inviato de “La vita in diretta”

Chi è il tuo mito?

Non ne ho uno in particolare. Da bambino guardavo con ammirazione i mostri sacri della tv e mi colpivano il carisma di Pippo Baudo, l’ironia di Corrado e l’empatia di Mike Bongiorno. La vita in diretta, per esempio, nella sua lunga e gloriosa storia, è stata condotta da professionisti che sono per me dei modelli di riferimento: Lamberto Sposini, Marco Liorni, e, da ultimo, Alberto Matano, con cui è stato un onore lavorare.

Chiudi gli occhi: Luca Forlani tra dieci anni. Cosa vedi?

Vedo una persona realizzata nel proprio lavoro ma non necessariamente davanti alle telecamere. Ecco, magari tra dieci anni preferirei una vita un po’ più sedentaria (ride, ndr), anche se trovo che sia un grande privilegio viaggiare costantemente in giro per l’Italia.

Concludiamo le nostre interviste sempre con questa domanda: noi ci chiamiamo DonnaPOP e per noi la parola POP ha un’accezione positiva, rappresenta qualcosa di bello, di accattivante, di tendenza. Cosa è per te POP?

È il Festival di Sanremo. Sono un grande appassionato di questa manifestazione. È stato un sogno realizzato poterlo seguire da cronista per Raiuno. Amo il pop perché sa “parlare” a tutti, e credo sia una qualità estremamente preziosa.

Luca Forlani, durante un servizio per "La vita in diretta" da Sanremo

Luca Forlani, durante un servizio per “La vita in diretta” da Sanremo

Luca Forlani a Sanremo durante un servizio per "La vita in diretta"

Luca Forlani a Sanremo durante un servizio per “La vita in diretta”

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