Interviste POP: Da Blonde, una Sensibile che Parla ai Cani

Da Blonde la conosciamo tutti per il suo singolo Sensibile, finito nella colonna sonora di Gomorra. Ma chi è davvero? Leggi l'intervista!

Da Blonde la conoscerete sicuramente per il suo brano Sensibile, finito anni fa nella colonna sonora dell’iconica serie Gomorra. Lei è autentica, pronta a buttarsi con energia nel mondo musicale e non solo; noi l’abbiamo intervistata e qui sotto trovate quello che ci ha raccontato!

Le parole di Da Blonde

Da Blonde, tu in realtà sei Daniela Napoletano. Ti va di raccontarci qualcosa sul tuo nome d’arte?

Certo, in realtà è molto semplice, gli amici e la mia famiglia mi chiamano da sempre “la bionda” e dato che ho iniziato cantando brani dance, principalmente in inglese con un duo di dj techno, la scelta è stata quasi obbligata.

Partiamo innanzi tutto con il fare un breve riassunto di tutta la tua carriera fino a oggi.

Come dicevo ho mosso i primi passi nei club , dopo poco ho preso parte a un trio di musica elettronica, per cui ho scritto i miei primi brani sempre in inglese. Qualche anno dopo ho intrapreso il mio progetto da solista in italiano. Ho rilasciato alcuni singoli e collaborato con vari artisti, soprattutto rappers. Col passare del tempo sentivo crescere l’esigenza di realizzare un progetto completo che mi rappresentasse al cento per cento, non più una canzone per volta, ma un viaggio nel mio mondo interiore. Nel 2017 ho realizzato “Sensibile” un brano molto introspettivo che è stato poi inserito nella colonna sonora della terza stagione della serie Gomorra. Le reazioni a questo brano mi hanno dato la conferma che dovevo seguire le mie intuizioni e ho iniziato a lavorare alle canzoni di quello che sarebbe diventato il mio primo ep. Poi c’è stato l’incontro con Giuseppe Fontanella, già membro dei 24 Grana, con cui ho subito sentito una grande sintonia artistica , e si è rivelato la persona adatta a cui affidare le produzioni e a dare ai miei brani le sonorità che avevo in mente e che rispecchiassero il mio sentire.

Sappiamo che passando dal mondo rap a quello del dream pop hai scatenato qualche polemica. Raccontaci perché e come ti sei sentita.

In realtá io non ho mai fatto rap, ho collaborato, come dicevo,con vari rappers, con cui condividevo il team di produzione. Al tempo i miei
brani avevano delle sonorità urban, scrivevo sui beat, quindi adattandomi in qualche modo a qualcosa di preesistente, ma sentivo che non mi stavo esprimendo al meglio, che il risultato rappresentava più l’idea che le persone con cui collaboravo avevano di me che la mia vera identità. Realizzavo che per la prima volta nella mia vita fare musica non mi rendeva più felice,anzi era diventato un peso insopportabile. Non mi sentivo libera, non mi riconoscevo nei pezzi e mi sentivo giudicata secondo dei valori che non mi appartenevano, quando ho espresso questi pensieri ho capito che ero l’unica a credere nelle mie idee e che la musica che volevo avrei dovuto farla da sola. Da quel momento ho iniziato a scrivere partendo da sessioni di piano e voce, buttando giù accordi e melodie alla ricerca di qualcosa che emozionasse me per prima.

Da Blonde

Tu hai questo nuovo progetto da solista, da dove è arrivata la scelta di intraprendere un percorso di questo tipo da sola?

Come dicevo ci sono state divergenze artistiche tra me e il team con cui lavoravo. È stata una scelta sofferta ,graduale ma quasi obbligata, all’inizio non vedevo un motivo per cui non avrebbero dovuto supportarmi nelle mie intuizioni, poi ho capito che non ci credevano. Io però ci credevo, lo dovevo a me stessa, dare una possibilità alle mie idee, come so darle a quelle degli altri.

Facendo ancora un passo indietro, nel 2017 il tuo brano Sensibile, è stato inserito nella terza stagione della serie cult Gomorra. Raccontaci com’è stata questa esperienza.

Un piccolo sogno che si realizza. Sono appassionata di cinema e serie, e sono anche una fan di Gomorra, soprattutto delle prime stagioni. È stato indicativo per me che proprio “Sensibile”, un brano in cui ho creduto tanto e in cui già c’erano i semi di quello che avrei fatto in futuro, abbia avuto questo riconoscimento, mi ha aiutato a prendere coscienza di me, ed è stata una grande emozione vedere la mia musica legata alle immagini di un prodotto italiano così importante.

Oggi invece ti dedichi, come dicevamo, al tuo nuovo progetto dal titolo Parlo ai Cani. Parlacene un po’ e aiutaci a capire chi sei.

Parlo ai Cani è il mio primo lavoro da solista, si tratta di otto tracce scritte a cuore aperto, lasciando semplicemente fluire le emozioni e i pensieri che ho dentro, senza condizionamenti, senza forzature, senza featuring. Un viaggio nel mio universo caratterizzato da sonorità malinconiche , essenziali e sognanti. Il disco è interamente autoprodotto,ora mi riconosco nella mia musica e sono felice di non essermi arresa davanti alle difficoltà.

Cosa ti auguri per il futuro, lavorativamente parlando e non?

Mi auguro di poter cantare presto queste canzoni dal vivo, di arrivare un giorno a vivere della mia musica, che sembra un traguardo ancora lontano. Per il resto questo è un momento storico singolare, credo sia il minimo essere un tantino destabilizzati, sembra che l’umanità si trovi ad affrontare una situazione mai vista prima. Probabilmente dovremo apportare dei cambiamenti sostanziali al nostro modo di vivere, spero si riesca a farlo al meglio, e che questa riorganizzazione possa essere anche un’occasione di progresso.

Noi di DonnaPOP siamo un po’ impiccioni: ti va di raccontarci qualcosa della tua vita privata?

Sono una persona abbastanza introversa, anche queste esperienze che ho vissuto mi hanno segnata molto. Vivo i sentimenti e i miei ideali in modo totalitario, ho pochi affetti importanti che sono dei punti di riferimento nella mia vita: la mia famiglia, il mio compagno che ha avuto un ruolo fondamentale nella realizzazione di questo ep ed è anche il regista di tutti i miei video, e pochi amici stretti.

Per il tuo lavoro di cantante ti fai trascinare dalle emozioni o subisci alcune influenze da parte di altri artisti?

Entrambe le cose. Principalmente mi lascio trasportare da quello che sento, ma inevitabilmente i miei ascolti mi hanno influenzata nel tempo, fino a diventare parte di me.

Da Blonde

Quando è nata la necessità di fare musica?

Non ricordo un momento della mia vita in cui la musica non fosse fondamentale per me. Le prime cose che ho scritto risalgono a una decina d’anni fa, all’inizio è stato per gioco, prima non avevo mai osato misurarmi, vivevo la cosa con una sorta di rispetto religioso.È stato il mio compagno a incoraggiarmi a scrivere, subito mi sono resa conto che niente mi aveva mai fatto sentire meglio, senza quasi rendermene conto è diventata una ragione di vita.

Se potessi duettare oggi con un cantante del passato, chi sarebbe?

Il primo nome che mi viene in mente è Lucio Battisti, che ascolto da quando ero bambina e a cui sono particolarmente legata.

E con uno dei giorni nostri?

Ce ne sono tanti che ammiro, uno su tutti Riccardo Sinigallia, sarebbe un sogno che si avvera.

Da Blonde

Concludiamo le nostre interviste sempre con questa domanda: noi ci chiamiamo DonnaPOP, e per noi il termine POP rappresenta qualcosa di attraente, accattivante, di tendenza. Cos’è per te POP?

Per me POP vuol dire immediato, universale, qualcosa di semplice, diretto e d’impatto, capace di suscitare reazioni ed emozioni.

Da Blonde la trovate su Instagram cliccando qui.

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