Alessandro Borghese ha espresso il suo dissenso in merito alle normative governative attuate a causa dell'emergenza sanitaria.
Tempo di crisi per tutti, persino per lo Chef Alessandro Borghese. L’amato cuoco di 4 Ristoranti ha espresso il suo dissenso in merito alle nuove regole emanate dal Governo a causa dell’emergenza sanitaria. Sappiamo che per ripartire ci vorrà tempo e le attività più colpite rimangono bar, ristoranti e locali. Borghese, infatti, non l’ha presa affatto bene. Ecco cosa ha raccontato al Corriere della Sera.
Alessandro Borghese contro lo Stato
È stata un’intervista a cuore aperto, quella di Borghese. Lo Chef ha espresso massimo scontento nei confronti delle normative governative:
Lo Stato sta radendo al suolo la ristorazione italiana con la sua assenza. Non solo manca sostegno economico a un settore che è il fiore all’occhiello del Paese, ma anche le regole per iniziare a progettare la ripartenza non ci sono. Da quando è iniziato il lockdown ho perso quasi metà degli introiti. Sono venute meno cene private, ben 16 matrimoni, per non parlare degli eventi legati al Salone del Mobile. Ora siamo fermi. È tutto chiuso. E sto anticipando l’assegno della cassa integrazione ai miei 64 collaboratori: non potevo permettere attendessero mesi prima dell’arrivo dei fondi a causa della burocrazia. Ma così non si può resistere a lungo. Un altro mese, al massimo. Se le cose non si smuovono dovrò decidere cosa fare con il personale, le spese d’affitto e le bollette. Ma è un’evenienza in cui spero di non dovermi trovare.
Il figlio di Barbara Bouchet ci ha tenuto a specificare che le sue preoccupazioni derivano soprattutto dall’angoscia di immaginare chi vive solo di ristorazione:
Non è per la mia situazione. Ho le spalle larghe e saprò affrontare qualsiasi scenario. Così come tanti miei colleghi per cui il ristorante è solo una parte dei guadagni, accanto ad altre attività. Ma penso a quelli che vivono degli incassi di bistrot, trattorie e osterie, soprattutto in provincia. Sono molto preoccupato per loro… alcuni hanno già chiuso, tanti altri lo stanno per fare.
A questo proposito Borghese suggerisce:
Le istituzioni dovrebbero avviare un tavolo nazionale con i rappresentati dei ristoratori per ragionare su problemi e soluzioni. Un po’ come ha fatto la Regione Campania chiedendo la consulenza di Gennaro Esposito. E, poi, servirebbero finanziamenti a fondo perduto, anche perché ci vorrà tempo prima che i ristoranti tornino a riempirsi. Manca poco alla riapertura e non ci sono ancora le regole d’ingaggio, anche solo per capire quanto costerà far ripartire le attività. Qualche esempio? Sanificare un locale da 300 metri quadrati costa tra i mille e i 3 mila euro. Ogni quanto sarà necessario farlo? E, poi, come dovranno essere allestiti i locali? Non saperlo rende impossibile pianificare e non si potrà improvvisare, ne va della salute dei clienti e dei lavoratori.
Alessandro Borghese ha ragione su tutto, speriamo che in questi pochi giorni si riesca a fare il punto della situazione e, soprattutto, che le saracinesche torneranno ad alzarsi il più possibile.