Sulla carta sembrava dovesse essere un trio vincente: Amadeus, Fiorello e Tiziano Ferro. Il risultato, invece, ci è apparso deludente: analisi
Sulla carta, sembrava dovesse essere un trio vincente: la professionalità e l’esperienza di Amadeus, l’irriverenza e la simpatia travolgente di Fiorello e il talento e la sensibilità di Tiziano Ferro. Sulla carta, appunto. In verità, alla luce della prima puntata del Festival di Sanremo (ma, si sa, il tiro può essere ancora migliorato), l’esperimento non è riuscito: Amadeus ha sfruttato poco e male le sue carte e il risultato è stato un enorme calderone, confuso e male amalgamato.
Amadeus, strategia perdente?
L’impressione è che Amadeus sia corso ai ripari prima ancora di iniziare l’avventura di Sanremo 2020 e che si sia fasciato la testa quando era ancora perfettamente integra. Quale migliore arma, dunque, di due fuoriclasse come Fiorello e Tiziano Ferro? Con la scelta del più grande showman italiano e di uno dei cantautori più apprezzati in Italia e non, Amadeus ha deciso di percorrere la strada più semplice e meno insidiosa. Sulla carta, lo ribadiamo.
Sì, perché l’esito è stato ben diverso da come ci si aspettava: Amadeus ha utilizzato poco e male i suoi due ospiti fissi, relegando Fiorello a uno spazio in apertura (al solo scopo di smorzare i toni e allentare la tensione delle ultime settimane, dovuta alle frasi del conduttore considerate sessiste); Ferro, invece, si è limitato a cantare tre brani (Nel blu dipinto di blu, Almeno tu nell’universo, Accetto miracoli), ma è apparso visibilmente emozionato, impreciso e non a suo agio.
Insomma, gli ingredienti c’erano e, meglio amalgamati, avrebbero potuto regalarci una prima serata indimenticabile, invece l’esperimento sembra essere fallito. Amadeus, Fiorello e Tiziano raddrizzeranno il tiro?