Grande Fratello 16, Luxuria: «Per strada mi urlavano “ricch**ne”»

Vladimir Luxuria ha raccontato le difficoltà vissute negli anni passati, come quando le urlavano "ricch**ne", anche in presenza di suo padre.

Vladimir Luxuria è entrata nella casa del Grande Fratello 16 per due settimane. Durante il suo soggiorno a Cinecittà, ha raccontato ai suoi coinquilini le difficoltà vissute negli anni passati, come quando le urlavano “ricch**ne“, anche in presenza di suo padre.

La confessione di Luxuria

Luxuria è un fiume in piena: tra le lacrime e la commozione, sua e dei suoi compagni d’avventura, Vladimir ha deciso di ricordare alcuni momenti delicati del suo passato, come ad esempio quando ha capito di essere intrappolata in un corpo che non le apparteneva oppure quando ha deciso di affrontare la sua famiglia e vivere la sua vita appieno.

Ecco cosa ha detto:

I miei genitori all’inizio non l’hanno presa bene, erano molti anni fa e in qualche modo li capisco. Io però ho avuto le sorelle e le amiche dalla mia parte, mi hanno sempre aiutata. Mia sorella mi ha dato un suo vestito, me lo sono messo e allo specchio mi sono detta ‘finalmente sono io’. Poi a un certo punto mi sono detta ‘voglio provare a farlo anche fuori’. Avevo 14 anni, sono uscita di casa, in una cabina telefonica mi sono cambiata, ho messo il vestito di mia sorella, ho provato a truccarmi e quando sono uscita dalla cabina ho affrontato la strada. Cercavo di capire dagli sguardi delle persone se mi avevano capita o mi stavano disprezzando. Cominciai a sentire gli insulti. Alcuni la prendevano coma se fosse una sfida alla loro identità. Poi sono arrivate anche le botte, ma non voglio fare la vittima, adesso ho superato tutto.

Ma non è finita qui, ecco cos’altro ha raccontato Vladimir:

Secondo me le mamme lo sanno da subito. Chi ti ha portato in grembo e capisce se piangi perché hai fame o hai sonno, sa tutto. Un pomeriggio ero su una panchina di una piazza della mia città, passarono mio padre con un suo amico. L’uomo guardandomi disse «Guarda quel ricchi**e». Mio padre ha girato lo sguardo e quel ricchi**e ero io. C’è stato un momento di silenzio ed entrambi eravamo congelati. Poi sapevo che dovevo tornare a casa ed affrontare tutto. Avevo il passo lento, come avessi le catene. Salgo a casa, apro la porta e sento che in cucina i miei litigavano, sento le urla, incolpandosi l’uno con l’altra di questa cosa. Io mi sentivo responsabile dell’infelicità di coloro che mi avevano messo al mondo. Responsabile di aver reso infelici i genitori che mi avevano cresciuto, dato da mangiare. Ma non sapevo cosa fare, la mia era una cosa profonda, non era la voglia di mettere un piercing, in quel caso avrei potuto non metterlo e risolvere la situazione. A tavola non abbiamo parlato, c’era solo il rumore delle forchette e dei coltelli. Non vedevo l’ora che il piatto finisse e chiudermi nella cameretta, per poi sentirmi sola al mondo, senza futuro, pensando di farla finita. Per fortuna avevo un barboncino, Dolly, io vedevo lo sguardo di questa cagnolina e mi dava forza. Poi avevo le mie sorelle. Poi dopo pian piano le cose sono migliorate

Il racconto, come anticipato, ha commosso tutti e Vladimir ha sentito intorno a sé la vicinanza e l’affetto dei suoi amici coinquilini.

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