Chiara Ferragni è stata rinviata a giudizio con l'accusa di truffa continuata e aggravata: cosa succede ora all'ex di Fedez?
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Nonostante alcuni facciano finta che non sia mai successo, Chiara Ferragni compresa, le indagini per il Pandoro-Gate continuano ad andare avanti, ma che novità ci sono ora?
A quanto pare, proprio questa mattina – 29 gennaio 2025 – è stato notificato tramite un verbale che l’influencer di Cremona sia stata rinviata a giudizio con l’accusa di truffa aggravata. A renderlo noto sono stati i legali di Chiara e – ovviamente – tutto questo riguarda lo scandalo dei pandori Balocco.
Lo scorso ottobre, le indagini per pubblicità ingannevole sono state chiuse dalla Procura di Milano e – ricordiamo – riguardavano sia i pandori Pink Christmas, che le Uova di Pasqua distribuite da Dolci Preziosi. I PM che si occupano del caso sono Eugenio Fusco e Cristian Barilli, ma chi sono gli altri indagati?
Oltre a Chiara Ferragni, sul registro degli indagati c’è anche Fabio Maria Damato, storico manager e amico dell’ex moglie di Fedez. Ancora, poi, anche Alessandra Balocco, manager dell’omonima azienda e l’imprenditore Francesco Cannillo; anche loro – infatti – dovranno rispondere dell’accusa di truffa continuata e aggravata.
Quando si terrà il processo contro Chiara Ferragni?
Il processo – con udienza predibattimentale – inizierà il 23 settembre prossimo. Ma come ha reagito Chiara Ferragni alla notizia? L’imprenditrice digitale, tramite una nota stampa, ha comunicato quanto segue: “Pensavo non fosse necessario celebrare un processo. Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno”.
Ancora, poi, Chiara ha aggiunto: “Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza”. Ovviamente, anche i suoi legali sono convinti che, prima o poi, sarà completamente assolta.
La risposta degli avvocati
Ecco cosa hanno dichiarato gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana: “Chiara Ferragni non ha commesso alcun reato. Restiamo fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti l’Agcom. L’interlocuzione con i pubblici ministeri non ha avuto l’esito auspicato e la Procura ha preferito demandare al giudice del dibattimento ogni decisione, nonostante sia evidente l’assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità. L’innocenza della nostra assistita verrà certamente acclarata in giudizio, che affronteremo serenamente”.
L’accordo con il Codacons
Solamente un mese fa, Chiara Ferragni aveva raggiunto un accordo con il Codacons, versando ben 200mila euro in beneficenza a un ente che si occupa di tutela delle donne vittime di violenza. La Procura, tuttavia, è comunque andata avanti con le indagini. Ma con quale fine? Ecco cosa si legge nei verbali: “[Le indagini, ndr.] hanno permesso di ricostruire la pianificazione e diffusione di comunicazioni, con l’obiettivo di trarre in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e iniziative benefiche“.
I testimoni
La Procura avrebbe una lista di ben 27 testimoni; fra questi, inoltre, compaiono anche 8 consumatori che avrebbero acquistato i prodotti sponsorizzati da Chiara Ferragni proprio con l’intento di fare del bene.
La ricostruzione della Guardia di Finanza
Secondo la Guardia di Finanza, la strategia di Chiara Ferragni era semplice ed efficace: l’influencer, infatti, pubblicizzava i suoi prodotti su tutti i canali social a sua disposizione che – ricordiamo – sono ancora oggi seguiti da milioni di persone. Sempre l’ex moglie di Fedez, poi, sottolineava il nobile scopo per il quale era necessario acquistare quei prodotti, anziché altri.
In realtà, però, come sappiamo, le donazioni all’Ospedale Regina Margherita di Torino e all’Associazione I Bambini delle Fate sarebbero state irrisorie rispetto ai guadagni ricavati da Chiara Ferragni mediante la vendita dei pandori e delle uova di Pasqua. Il dolce Balocco, infatti, era venduto a un prezzo di circa 9,73 euro. Dunque, tre volte superiore al prezzo standard, che costa invece 3,08.
Le società di Chiara Ferragni hanno incassato oltre un milione di euro per pubblicizzare l’iniziativa via Instagram e l’azienda dolciaria Balocco ha donato “solamente” 50mila euro all’ospedale torinese, indipendentemente, però, dalle vendite dei pandori con lo zucchero rosa sponsorizzati dall’influencer di Cremona.
Le vendite, facendo un calcolo approssimativo, sarebbero vicine alla cifra di almeno 362.577 pandori Balocco Pink Christmas. La Procura, infatti, durante la chiusura delle indagini, non è riuscita a giustificare, dunque, un così alto – e ingiusto – profitto ricavato dalle società della Ferragni. Calcolando la differenza fra i due prezzi e moltiplicandolo per le vendite, infatti, si superano i 2 milioni di euro.