Barbara D’Urso non c’è più, ma la sua tv è più viva che mai: omofobia e sessismo a Pomeriggio 5

Barbara D'Urso non c'è più, ma la sua tv è viva e vegeta: con Myrta Merlino, Pomeriggio 5 non è migliorato affatto, anzi.

Barbara D’Urso è diventata, colpevolmente, il primo (e per molto tempo unico) simbolo del trash della televisione italiana. Col senno di poi, mi viene da dire che sia stata una sorta di vittima sacrificale: ha pagato lei per tutti. E non solo perché è stata licenziata da Mediaset, ma perché quel marchio le è rimasto attaccato addosso ed è ormai indelebile. Chiarisco: la responsabilità è solo e soltanto sua, da parte mia non vi è alcuna intenzione di giustificarla né di discolparla; D’Urso ha creato una tv brutta, morbosa, volgare e la sua assenza non può che fare bene alla qualità di una rete, Canale 5, assuefatta da trash e mancanza di gusto e garbo.

Almeno così pensavo. Sì, perché togliere Barbara D’Urso da Canale 5 è stato del tutto inutile, oltre che fuorviante: si è creduto, erroneamente e ingenuamente, che bastasse licenziarla per migliorare le sorti della rete. Invece è stato un abbaglio, perché D’Urso non c’è più, ma la sua tv sì. È viva e vegeta e, udite bene, funziona ancora.

Barbara D’Urso non c’è più, ma la sua tv funziona ancora (purtroppo)

Se è vero che un asino raglia anche in giacca e cravatta, quello che sta succedendo a Pomeriggio 5 ne è la prova: c’è una conduttrice nuova, un nuovo parterre di opinionisti, ma il programma, in buona sostanza, è lo stesso di sempre. La cronaca serve a solleticare la curiosità più morbosa del telespettatore medio e lo spazio dedicato ai talk è sempre più populista e vacuo: a nessuno interessa portare un contenuto di valore, quello che conta è arrivare alla pancia del pubblico, stuzzicare i suoi istinti più bassi, parlare come parla l’italiano medio.

La conduttrice, Myrta Merlino, al di sopra delle parti e in nome della libertà di ognuno di esprimere la propria opinione, lascia spazio anche a ciò che opinione non è. Omofobia e sessismo, per intenderci (e per anticipare quanto sto per dire), non sono opinioni. E veniamo a ieri: Patrizia Groppelli ha disquisito, indistintamente, di fluidità di genere e di Grande Fratello, perché la prima grande colpa della televisione di Barbara D’Urso è proprio questa: aver creato approssimazione, massificazione, ovvero una tv in cui chiunque può trattare qualsiasi argomento in nome dell’abusato e pericoloso «qui tutti sono liberi di dire tutto».

Tutti possono dire tutto: la tv di Barbara D’Urso non è trash, ma pericolosa

Certo, ci mancherebbe altro, ma servirebbe quantomeno un discrimine: un conto è dibattere sulle dinamiche di un reality show, un altro è trattare un argomento delicato come quello della fluidità di genere, tema trattato – ça va sans dire – come un capriccio che riguarda artisti che non hanno altro da dare al pubblico o che hanno perso il successo di un tempo. Ma c’è di più: Groppelli ha detto che lei ha smesso di seguire Tiziano Ferro, di cui era grande estimatrice, dopo aver scoperto la sua omosessualità: questa, nel caso servisse specificarlo, non è un’opinione, è omofobia. Ed è pericolosa, specie per il pubblico che segue una trasmissione come Pomeriggio 5.

Ma non è finita qui: Groppelli, parlando di Jessica Morlacchi, che – ricorderete – qualche tempo fa è stata vittima di Memo Remigi, che le ha palpato il fondoschiena e che, per tale motivo, è stato allontanato dalla trasmissione in cui lavorava, ha fatto un’affermazione gravissima.

Parlando di Morlacchi, infatti, ha detto: «Mi viene da pensare a cosa fece al povero Memo Remigi»: la vittima, dunque, diventa colpevole. Il 25 novembre siamo tutte e tutti pronti a pubblicare scarpe rosse, slogan contro la violenza sulle donne, frasi motivazionali per invitare le donne a denunciare abusi di ogni tipo, dalle molestie sul lavoro fino alle violenze domestiche. Poi, però, si permette a un’opinionista qualunque di fare un’affermazione come questa.

Ecco, il problema non è (più) Barbara D’Urso, ma la televisione che ci ha lasciato in eredità. Una tv in cui Patrizia Groppelli esprime pensieri omofobi e sessisti e fa passare due concetti del tutto sbagliati e devianti: il primo, che sia lecito discriminare una persona per il proprio orientamento sessuale; il secondo, che la violenza sulle donne non sia sempre e solo colpa del violento, ma possa essere anche responsabilità della vittima.

Tutto ciò è inammissibile. Siamo ben oltre il trash: questa tv è pericolosa.

(Clicca su una delle 2 foto)
Seguici su Instagram