Mimì ha vinto X Factor, ma Francamente ha pienamente ragione: la musica ha un problema con le donne

Il fatto che Mimì abbia vinto X Factor non cambia di una virgola il senso e l'importanza delle parole di Francamente: ecco perché.

Dire «A X Factor ha vinto una donna, quindi Francamente aveva torto», significa non aver capito proprio niente di quello che ha detto Francamente. E, onestamente, lo trovo parecchio sconfortante, perché le parole si possono travisare (il più delle volte volontariamente e disonestamente, perché guardare il dito e non la luna è più comodo), ma i fatti no. E i fatti ci raccontano di un’industria musicale in cui le donne soffrono non solo per la loro scarsa presenza, ma anche per il trattamento che ricevono.

Innanzitutto, ci sono poche, pochissime donne in ruoli di potere (per il solito discorso, che vale in ogni ambito, per cui gli uomini sono sempre stati considerati idonei ai ruoli apicali, le donne no), ci sono poche donne “dietro le quinte” della musica (produttrici, arrangiatrici, direttrici artistiche) e le cantanti subiscono da sempre un trattamento di disparità. Basti pensare a Sanremo: nel cast del Festival, da settantacinque anni a questa parte, c’è sempre stato un numero nettamente maggiore di uomini. Non solo: non c’è mai stata una direttrice artistica.

X Factor: ecco perché Francamente ha ragione

Per non parlare della disparità di trattamento che ricevono le donne che fanno pop: se utilizzano la grammatica visiva per comunicare (l’estetica, il corpo, l’abbigliamento, l’immagine) vengono considerate automaticamente poco talentuose, poco capaci, prive di contenuti. Se lo fa un uomo, è un valore aggiunto. Le cantautrici, molto spesso, devono faticare persino perché venga riconosciuto loro il mestiere di cantautrici, cioè di musiciste che scrivono i propri brani. Levante, ad esempio, ha dovuto sottolineare in più occasioni di non essere una cantante, ma una cantautrice: non è la stessa cosa (senza togliere spessore e validità a chi è soltanto interprete).

Per non parlare di Paola Iezzi: mi lascia basito il fatto che ci sia gente sorpresa che sia una professionista competente, che abbia una vasta cultura musicale e, soprattutto, che sia una cantautrice. «Troppo bella», «Troppo nuda», «Troppo pop», com’è possibile che sappia impugnare una chitarra e scrivere dei brani? Nessuno mette in dubbio che Irama, cantautore di bell’aspetto, spesso a petto nudo e certamente molto pop, sia l’autore dei propri brani, perché per una donna è diverso?

Insomma, ridurre tutto a «Ha vinto una donna, quindi Francamente aveva torto» è scorretto, significa voltarsi dall’altra parte e offendere e sminuire, ancora una volta, per l’ennesima volta, le donne. Significa togliere loro persino lo spazio del dissenso, significa togliere loro la voce e la dignità di una lotta che non fa bene solo alle donne, ma alla società tutta. Perché una società in cui uomini e donne hanno un ruolo paritario è una società sana, libera, che ha un futuro.

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