Aurora Ruffino, la tragedia della morte della madre e l’amore per il fidanzato francese: tutto sull’attrice

Aurora Ruffino ha avuto una vita tutt'altro che semplice: la drammatica morte della madre l'ha segnata, ma oggi ha un fidanzato accanto a sé.

Aurora Ruffino è una delle attrici più apprezzate della sua generazione, ma la sua vita non è stata semplice. Dietro il suo successo c’è una storia segnata dalla sofferenza e dalla determinazione. La sua infanzia difficile, segnata dalla tragica morte della madre e dalle difficoltà familiari, ha influito profondamente sulla sua crescita.

Tuttavia, la sua carriera ha preso il volo, permettendole di affermarsi nel panorama televisivo e cinematografico italiano. Ma accanto al lavoro, c’è anche l’amore che l’ha accompagnata in questi anni, un legame che l’ha resa più forte e serena. In questo articolo ripercorriamo la vita e la carriera di Aurora Ruffino, tra tragedie familiari, successi professionali e un amore che ha cambiato la sua vita.

Aurora Ruffino racconta la sua infanzia difficile

Aurora Ruffino nasce il 22 maggio 1989 a Druento, un piccolo paese in provincia di Torino, come quarta di sei figli. La sua infanzia è segnata dalla morte della madre Fiorinda, che la lascia quando Aurora ha solo cinque anni, vittima di complicazioni nel parto del suo fratellino. Questo evento tragico cambia radicalmente la sua vita, costringendo Aurora a crescere senza la figura materna.

Subito dopo, il padre Giuseppe si risposa, ma la sua vita familiare prende una piega drammatica quando viene condannato a nove anni di carcere per violenza su minore, privandosi della patria potestà. Aurora e i suoi fratelli vengono così affidati ai nonni materni e alla zia, che si occupano di loro con amore e dedizione. La perdita della madre e le difficoltà con il padre sono esperienze che hanno segnato profondamente l’attrice, ma che, allo stesso tempo, l’hanno spinta a trovare la propria strada nel mondo, con un forte desiderio di riscatto.

Chi è il fidanzato di Aurora Ruffino? Ha figli?

Nel 2016, Aurora Ruffino trova l’amore con un giovane ingegnere francese, Maxime, che conosce durante una vacanza in Francia. La loro relazione è solida e longeva, ma a causa delle rispettive vite nei due Paesi, la coppia ha dovuto affrontare sfide logistiche, divisa tra Italia e Francia. Tuttavia, le cose cambiano nel 2020, quando Maxime riceve un incarico a Torino e i due si trasferiscono insieme, affrontando anche il periodo del lockdown.

In un’intervista a Donna Moderna, Aurora ha parlato del suo fidanzato con grande affetto, descrivendolo come “l’uomo migliore che abbia mai incontrato”. I due condividono una visione della vita simile, basata sul rispetto reciproco e sulla libertà. Maxime, inoltre, le ricorda molto suo nonno, una figura fondamentale nella sua vita. Il legame tra Aurora e Maxime appare forte e stabile, confermato dalla loro convivenza a Lione, dove hanno costruito una vita insieme. Al momento, i due non hanno figli.

Aurora Ruffino e la sua carriera strepitosa!

La carriera di Aurora Ruffino è segnata da numerosi successi, iniziati fin dal suo esordio nel 2010 con il film La solitudine dei numeri primi. Dopo aver frequentato la Gipsy Musical Academy di Torino, si trasferisce a Roma per studiare al Centro Sperimentale di Cinematografia, diplomandosi nel 2013. La sua carriera esplode con il ruolo di Benedetta Ferraris-Costa nella miniserie Questo nostro amore (2012), che la rende nota al grande pubblico.

Da quel momento, l’attrice diventa un volto familiare per gli spettatori, partecipando a numerose produzioni di successo, tra cui Braccialetti rossi, I Medici e Non dirlo al mio capo. La sua versatilità le permette di spaziare tra film, serie TV e cortometraggi, con ruoli che vanno dalla giovane avvocata Cassandra Reggiani a Bianca de’ Medici. Nel 2022, è protagonista della serie Noi, mentre nel 2023 è nel cast di Black Out – Vite sospese su Rai 1.

Inoltre, nel 2024 pubblica il suo primo libro, Volevo salvare i colori, dove racconta le sue difficoltà personali, tra cui la morte della madre e l’infanzia trascorsa con i nonni, offrendo uno spunto di riflessione profondo sulla sofferenza e sulla resilienza. La sua carriera, ricca di traguardi, è anche un testamento della sua capacità di superare le avversità e di trasformare il dolore in arte.

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