Pamela Mastropietro, la mamma Alessandra lancia un appello a Papa Francesco: «Non rimanga indifferente»

La mamma di Pamela Mastropietro chiede ancora giustizia per sua figlia e per le altre vittime: ecco l'appello di Alessandra Verni al Papa

La storia di Pamela Mastropietro ha dell’incredibile e purtroppo non con accezione positiva: la ragazza, di soli 18 anni, è stata fatta a pezzi a Macerata, dopo aver incontrato il suo assassino Innocent Oseghale. Sua mamma chiede ancora giustizia.

Nonostante oggi esista una sentenza che condanna all’ergastolo l’omicida di Pamela Mastropietro, sua mamma Alessandra Verni chiede la verità su quanto accaduto a sua figlia, brutalmente uccisa dopo esser scappata da una comunità di recupero a doppia diagnosi. Cosa è successo davvero quel terribile giorno a Macerata?

Pamela Mastropietro aveva lasciato la comunità per raggiungere Roma e tornare dalla sua famiglia, ma purtroppo una serie di eventi hanno fatto in modo che la ragazza non arrivasse mai al pullman che l’avrebbe riportata a casa. Durante la sua fuga dalla struttura, la diciottenne è stata vista da diverse persone, che però non hanno fatto niente per aiutarla.

Anzi, in due casi sarebbe stata addirittura abusata; due tassisti si sarebbero offerti di darle un passaggio verso Macerata, così da raggiungere gli autobus in direzione di Roma. A fronte di questo favore, però, entrambi avrebbero preteso favori sessuali da Pamela. Oggi mamma Alessandra chiede aiuto a Papa Francesco: perché?

Cosa è successo a Pamela Mastropietro?

Pamela Mastropietro fugge dalla comunità il 29 gennaio del 2018, ma di lei si perdono le tracce poco dopo. Mamma Alessandra Verni e papà Stefano, oggi scomparso, lanciano immediatamente un appello a Chi L’ha Visto. Il 31 gennaio, solo due giorni dopo la sparizione della ragazza, un uomo – passando per caso fra Via dell’Industria, fra Casette Verdini e Pollenza – vede poco distante da una villetta due valigie, una rossa e una blu.

Dentro, purtroppo, ci sono i resti di una giovane donna uccisa e fatta a pezzi. La Polizia giunge sul posto facendo l’esame del DNA, che combacia proprio con quello di Pamela Mastropietro. I genitori della diciottenne vengono immediatamente chiamati per identificare il corpo e tramite la redazione di Chi L’ha Visto fanno sapere quanto segue: “Speriamo che non sia lei, anche se questo vorrebbe dire che un’altra famiglia dovrà vivere quest’incubo”.

Purtroppo per mamma Alessandra e papà Stefano, però, si tratta proprio della loro unica figlia Pamela. Ma cosa cerca ancora oggi sua madre? Perché si parla di una verità parziale? Le indagini per l’arresto dei mostri che hanno fatto a pezzi la ragazza scattano immediatamente e durano poche ore. La mattina del primo febbraio del 2018, infatti, rintracciano un 29enne nigeriano, Innocent Oseghale, che da subito si dichiara innocente.

Lui vive in Italia dal 2015, non ha il permesso di soggiorno ed è già conosciuto dalle Forze dell’Ordine per le sue attività circa lo spaccio di droga. Insieme a lui, però, vengono individuate altre due persone: Desmond Lucky e Lucky Awelima. Questi due vengono indagati per concorso in omicidio, ma escono ben presto di scena e vengono accusati solamente di spaccio di stupefacenti. Proprio su questo, però, Alessandra Verni ha forti dubbi.

Chi c’era insieme a Oseghale nella casa di Via Spalato in cui è stata uccisa e fatta a pezzi Pamela Mastropietro? È impossibile credere che un uomo soltanto abbia potuto fare tutto ciò e per questo motivo la mamma della giovane prematuramente scomparsa chiede ancora oggi che possa uscire fuori la verità: per farlo si rivolge a Papa Francesco, che – a quanto pare – troppe volte ha fatto finta di non sentirla. Ma cosa chiede Alessandra?

L’appello di mamma Alessandra Verni a Papa Francesco

Scrivendo a Papa Francesco – tramite DonnaPOP – Alessandra Verni, mamma di Pamela Mastropietro, chiede a gran voce l’intervento del Papa. Ecco come inizia la sua lettera a cuore aperto:

“LETTERA AL VESCOVO DI ROMA: Papa Francesco.
Le scrivo da un letto di ospedale per essere operata di carcinoma alla mammella e La prego di non rimanere, ancora, indifferente davanti a tanto dolore, causato dalla perdita di mia figlia.
Mi Perdonerà se Le scrivo pubblicamente, ma penso sia l’unico modo perché queste mie parole Le arrivino, dati anche i Suoi tanti Impegni Importanti per la Pace e le varie Ingiustizie nel mondo. Le chiedo, però, di non dimenticare, anche, l’Ingiustizia perpetrata su mia figlia Pamela”.

E ancora:

“Spero, con questa lettera, Lei possa Ascoltare il mio grido di Aiuto, perché non so più a chi rivolgermi su questa terra.
Mi presento, sono Alessandra Verni mamma di Pamela Mastropietro.
Conoscerà, immagino, la tragedia di mia figlia, raccontata dal gennaio 2018, da tante trasmissioni televisive e su tante testate giornalistiche italiane e mondiali.
Pamela era una ragazza di 18 anni, quando fu strappata alla vita da una Violenza e una Disumanità inaudita, a dir poco Demoniaca, che nessun essere umano può immaginare.  È stato definito un Unicum nella storia degli ultimi 50 anni della criminologia mondiale”.

Le violenze sul corpo di Pamela

Come abbiamo anticipato, Pamela Mastropietro è morta a causa di diverse coltellate, ma quello che è stato fatto al suo corpo è anche peggiore: il cadavere della ragazza appena 18enne è stato fatto in oltre 20 pezzi; è stato poi scuoiato in alcune parti e lavato con la candeggina. Proprio su questo tasto, dolentissimo, mamma Alessandra chiede l’aiuto dell’istituzione Papale:

“Era una ragazza piena di Vita, mia figlia, giovane, bella, socievole, simpatica, altruista, solare, dolce, sensibile…tanto che Aiutava sempre chi era in difficoltà e non si tirava mai indietro davanti alle ingiustizie. Aveva delle fragilità, come possiamo averle tutti quanti noi, ma era sempre determinata, tanto che si stava riprendendo la vita in mano. Pamela è stata violentata, picchiata, drogata, uccisa con 2 coltellate, fatta a pezzi, disarticolata chirurgicamente ,scuoiata, tolti degli organi, decapitata, tagliati I seni, lavata con la candeggina e messa in 2 trolley lasciati sul ciglio di una strada, a Macerata ( città di Maria)”.

E poi aggiunge:

“Non ci furono manifestazioni di femministe o di certi partiti politici che, come vediamo spesso in televisione, si avvicinano, alle tragedie, solo per un loro resoconto politico, quando, invece, la violenza riguarda tutti, e non dovrebbe dividere, ma unire le persone perché non avvenga più. Servono certezze di pena, senza sconti, serve che le vittime vengano tutelate, rispettate, ascoltate ed aiutate.
Le chiedo di non dimenticare, perché mentre, alcuni Potenti cercano giustizia per i detenuti, c’è anche una giustizia che dobbiamo alle vittime e alle loro famiglie”.

Innocent Oseghale era solo?

È evidente, per quanto concerne ciò che è stato fatto al cadavere di Pamela Mastropietro, che Innocent Oseghale – attualmente l’unico condannato per la sua morte – non potesse essere solo. Alessandra Verni chiede di trovare tutti i responsabili della morte di sua figlia, che oggi sarebbero ancora a piede libero.

Le sue parole:

“Dopo 5 gradi di giudizio è stato condannato solo Oseghale, mentre gli altri complici sono liberi di continuare a delinquere, violentare ed uccidere.
Nonostante le tante archiviazioni, ho sempre cercato Aiuto dalle varie Istituzioni ,anche da quelle del luogo dove vi fu il Martirio di mia figlia, per far aprire delle indagini verso i complici di Oseghale o per fare una commissione d’inchiesta, ma senza avere nessun riscontro positivo , dando così, a mio avviso, più potere a chi compie queste violenze inaudite ed confermando, ancora di più, la convinzione che dietro l’efferato omicidio di Pamela, ci sia qualcosa di più grande che molte persone, anche potenti, non vogliono far uscire fuori”.

L’appello a Papa Francesco continua…

Alessandra Verni, con lucidità e fermezza, confessa a Papa Francesco di essersi sentita abbandonata, da tutti e in particolare dalla Chiesa. La mamma di Pamela Mastropietro è credente, ma ricorda bene di non aver mai ricevuto supporto dal Santo Padre in persona.

Ecco come continua la sua lettera:

“Voglio essere Sincera con Lei e Le confesso che, all’epoca dei fatti, da cristiana, da essere umano e da mamma, speravo in una Sua parola di conforto, in un Suo abbraccio fraterno, in un incontro con Lei che, purtroppo ad oggi, non sono ancora mai arrivati. Rimasi così male dell’assenza di quelle Sue parole in un momento, per me, di Grande Sofferenza.
Il 10 maggio 2023, venne a mancare anche il papà di Pamela per il forte dolore ed ora, nonostante io debba combattere, anche, contro il figlio di quel dolore che ha trafitto con le lame il mio cuore, io non mi fermo”.

La malattia

Oggi la mamma di Pamela sta affrontando l’ennesima battaglia: dopo una diagnosi di tumore al seno, infatti, sarà operata per capire se questo ha intaccato altri organi. Nel frattempo, però, Alessandra non smette di cercare la verità per sua figlia:

“Nonostante mi abbiano diagnosticato il tumore al seno, continuerò sempre a cercare e gridare Giustizia per Pamela…perché non avvenga più una violenza così Orribile, perché già una vittima è troppo, perché ogni Loro ferita è anche nostra.
Il 23 agosto 2024, giorno in cui la mia bambina avrebbe compiuto 25 anni, ho scritto una lettera al carnefice di mia figlia per chiedergli un incontro in carcere. Credo che guardare negli occhi chi ha causato tanto male, possa essere d’aiuto per trasformare questo dolore in qualcosa di costruttivo e di non distruttivo. Vorrei cercare di fargli capire le conseguenze delle sue scelte sbagliate, della distruzione che provoca la mancanza di Rispetto, del Dolore che mi ha condannata a portare per tutta la vita”.

Sul possibile incontro con Oseghale in carcere, Alessandra Verni aggiunge:

“Spero che da questo incontro possa emergere un barlume di Umanità e di Verità che possa portare ad una Profonda Riflessione. Non cerco vendetta ma Verità, Giustizia e Pace. Non voglio essere schiava della rabbia e del suo male.
Le chiedo, con la Sua Autorità e per ciò che rappresenta sulla terra, di non restare indifferente e di intercedere, con le Istituzioni e con la Magistratura, affinché venga fatta piena Giustizia per Pamela. Le chiedo di intercedere perché i suoi complici e chiunque li protegga, vengano portati davanti alla Legge. La società civile è in pericolo, e il silenzio di chi dovrebbe agire non fa altro che aggravare la situazione, alimentando violenza su violenza, paura su paura”.

Le accuse

Alessandra Verni esprime tutta la sua rabbia nell’appello per Papa Francesco, sottolineando che – ancora oggi – qualcuno che sa cosa è successo a sua figlia sia libero di circolare e – forse – di fare ancora del male a qualcuno:

“Ci sono persone potenti, uomini privilegiati, che proteggono chi non dovrebbe neppure essere qui in Italia, forse lo fanno per scopi di potere, ferendo pero” ‘così un Paese che per la sua storia, e la sua stupenda cultura, rischia di cadere in un baratro senza fine.
Non parlo solo come madre, ma anche come donna che chiede giustizia non solo per mia figlia, ma per tutte le vittime coinvolte in violenze inaudite da parte di chi non avrebbe dovuto avere la possibilità di far loro del male.
Ogni storia di violenza è un grido che ci chiede di non restare indifferenti e un motivo per lottare affinché tragedie simili non si ripetino più. Le nostre istituzioni e la magistratura hanno il dovere morale di garantire sicurezza, tutela e giustizia a tutti noi cittadini. Hanno il compito di punire, in modo esemplare e senza sconti di pena chi compie questi crimini atroci. La Giustizia non può essere lenta o indulgente. Le decisioni che prendono, non riguardano solo la legge, ma anche la vita reale delle persone”.

Sulle vittime, tutte, e le loro famiglie – che sono vittime a loro volta – la mamma di Pamela Mastropietro fa poi un’importantissima riflessione:

“È troppo facile additare, discriminare, dimenticare e trascurare le vittime e le loro famiglie, è molto più difficile pensare e immedesimarsi: ” ..e se fosse successo a me??” Per questo è essenziale ricordare queste storie, non solo per onorare la memoria delle nostre vittime, come anche la storia ci insegna, ma anche per sensibilizzare la nostra società, affinché si possa fare tutto il possibile per prevenire che altre famiglie vivano lo stesso dolore. Non posso più piangere in silenzio. Voglio che la mia voce, e la voce di Pamela, vengano ascoltate. La Verità deve emergere, e la Giustizia deve essere fatta, anche sulla Terra”.

E ancora, rivolgendosi al Papa, aggiunge:

“Sono consapevole del Suo appello costante all’accoglienza, ma ciò che vedo ogni giorno è un’accoglienza fuori controllo, non equilibrata. Molti di coloro che arrivano nel nostro Paese con i barconi, come i carnefici di mia figlia, non desiderano integrarsi, non vogliono rispettare la nostra cultura, la nostra gente, il nostro vivere civile, la nostra religione. Lo dichiarano loro stessi, lo vediamo con i nostri occhi nelle strade e nei resoconti delle trasmissioni televisive e testate giornalistiche.
È giusto accogliere chi, veramente, ha bisogno, ma, è anche giusto che chi viene accolto porti rispetto e senso di dovere civico a chi li sta ospitando, altrimenti, come stiamo vivendo tutti, non c’è equilibrio più in nulla con il rischio, anche, di una guerra civile”.

Per concludere, poi, Alessandra Verni usa queste parole:

“Questo porta a un senso di smarrimento e di insicurezza tra coloro che, come me, desiderano vedere un futuro in cui tutte le comunità possano convivere in armonia.
Le chiedo di Ascoltare le parole di una madre che, nonostante tutto, continua a lottare per il Rispetto, l’Amore e la Giustizia di sua figlia Pamela.
Con Fede
Alessandra Verni”.

(Clicca su una delle 2 foto)
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