Un famoso cantante ha detto no a Sanremo e si è scagliato duramente contro il sistema discografico: accuse pesantissime.
Il Festival di Sanremo è da sempre uno degli eventi musicali più attesi in Italia, non solo per l’opportunità di ritrovarsi artisti emergenti e affermati, ma anche per il suo impatto sulla cultura musicale nazionale. La scelta dei partecipanti, le canzoni proposte e la conduzione del festival sono oggetto di dibattito e polemica, generando reazioni contrastanti tra gli addetti ai lavori e il pubblico. Nel 2025, tuttavia, uno dei protagonisti indiscussi degli ultimi anni, Fabrizio Moro, ha deciso di non partecipare alla kermesse sanremese, e le sue dichiarazioni hanno sollevato un acceso dibattito su come il festival si inserisca nel panorama musicale attuale. “Sanremo 2025? No, grazie!“, ha affermato Moro, evidenziando la sua volontà di prendere le distanze da un sistema che lui stesso definisce malato.
La decisione di Moro non è stata una semplice rinuncia, ma una manifestazione di dissenso nei confronti di una formula che, secondo lui, ha smesso di dare priorità alla qualità e al valore artistico. Le sue parole, rilasciate in un’intervista a Luca Dondoni de La Stampa, rispecchiano il malcontento di molti artisti che si sentono subordinati a dinamiche di mercato e a pressioni esterne. L’artista ha chiarito che il suo obiettivo è di godersi il frutto di vent’anni di carriera, lontano dalla competizione e dal confronto forzato con le nuove generazioni.
Fabrizio Moro non torna a Sanremo: ecco cosa ha dichiarato
Fabrizio Moro ha spiegato le ragioni dietro la sua scelta di non partecipare al Festival di Sanremo 2025, esprimendo un forte sentimento di disillusione nei confronti della direzione artistica attuale. “Il cantautorato della mia generazione sta per essere soppresso“, ha affermato, evidenziando come le nuove tendenze musicali, dominate dai rapper e da un’industria discografica guidata dalle piattaforme di streaming, stiano guidando la musica verso un’assenza di filtri e di qualità. Moro ha criticato l’assenza di un vero e proprio processo di selezione artistica, sostenendo che, mentre una volta era necessario confrontarsi con un direttore artistico, oggi l’esposizione mediatica e il successo sono guidati da meccanismi che non sempre riflettono la vera arte.
In una chiara presa di posizione, l’artista ha sottolineato la sua preferenza per la musica di qualità rispetto al clamore effimero generato da singoli che spesso non hanno contenuti significativi. “Non mi va di fare sala d’attesa insieme a una pletora di ragazzini che hanno pubblicato un singolo o poco più”, ha aggiunto, lasciando intendere che la sua partecipazione all’evento sarebbe stata riduttiva rispetto alla carriera e all’eredità musicale che ha costruito nel corso degli anni. Moro ha infatti sottolineato l’importanza di “portare rispetto” al Festival di Sanremo, una luce che ha illuminato il suo percorso, ma al contempo ha dichiarato fermamente: “No, non ci sarò”.
Tutti i Sanremo di Fabrizio Moro: quando ha partecipato e che canzoni ha cantato?
Fabrizio Moro ha una lunga storia legata al Festival di Sanremo, che ha caratterizzato in modo significativo la sua carriera musicale. La sua prima partecipazione risale al 2007, quando si è esibito nella categoria Nuove Proposte con il brano Pensa, conquistando il primo posto e segnando così l’inizio di un percorso di successo. Nel 2018, l’artista vince di nuovo, in coppia con Ermal Meta, presentando il brano Non mi avete fatto niente, un pezzo potente che ha toccato temi profondi e attuali. La sua musica è spesso caratterizzata da testi emozionanti e significativi, che affrontano tematiche sociali e personali, evidenziando la sua sensibilità da cantautore.
Ecco le altre partecipazioni di Fabrizio a Sanremo: nel 2008 con Eppure mi hai cambiato la vita, nel 2010 con Non è una canzone, nel 2012 con Sono solo parole ma in qualità di autore (a cantarla è Noemi), nel 2016 con Finalmente piove ma di nuovo in qualità di autore (a cantarla è Valerio Scanu), nel 2017 con Portami via, nel 2022 con Sei tu.
Tuttavia, nel contesto attuale, Fabrizio Moro ha espresso un netto dissenso nei confronti della direzione che ha preso il Festival e, in particolare, della sua gestione da parte di Carlo Conti e Amadeus. A suo avviso, l’ingresso di artisti con una discografia limitata e l’aumento della pressione per lanciare hit istantanee hanno cambiato la natura stessa dell’evento, trasformandolo in una piattaforma prevalentemente commerciale
Con il suo rifiuto di partecipare, Moro non rappresenta solo una voce solitaria, ma si fa portavoce di tanti artisti che vedono nella trasformazione del festival un rischio per l’integrità e la qualità della musica italiana. Come evidenziato nelle sue dichiarazioni, il cantautore vuole continuare a preservare la propria arte e a godere del lavoro realizzato nel corso della sua carriera, senza soccombere alle dinamiche di un sistema che non rappresenta più il suo mondo musicale.