Chiara Ferragni cerca di svincolarsi dall'accusa di truffa aggravata: ecco cosa hanno deciso di fare i suoi avvocati
Non si scappa dall’accusa di truffa aggravata, ma Chiara Ferragni vuole provare una nuova strategia per difendersi: cosa ha deciso di fare?
Da oltre un anno non c’è pace per l’influencer di Cremona: prima la maretta creata da Fedez attorno al Festival di Sanremo 2023, poi le continue corse in ospedale per le emorragie del suo ex marito; ancora lo scandalo che ha coinvolto lei e l’azienda dolciaria Balocco, seguito dalla separazione con Lucia e infine la rottura con Silvio Campara, che le aveva regalato attimi spensierati.
Oltre a questo, ovviamente, si aggiunge anche l’accusa per truffa aggravata, di cui dovrà rispondere anche il suo ex manager Fabio Maria Damato. Proprio nelle ultime ore, gli avvocati di Chiara Ferragni, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, hanno incontrato il Procuratore aggiunto Eugenio Fusco.
Il dialogo fra i legali e la Procura porterà i difensori dell’influencer a presentare atti dettagliatamente scritti su tutto quello che è accaduto dall’inizio della collaborazione tra l’imprenditrice digitale e l’azienda Balocco. Così facendo, quindi, sembra essere escluso che Chiara possa effettivamente essere ascoltata in prima persona dagli inquirenti.
Chiara Ferragni rimane indagata per truffa aggravata
Gli avvocati di Chiara Ferragni presenteranno dunque una memoria scritta per dimostrare ai PM che si occupano del caso che la vicenda in cui è coinvolta la loro assistita non ha alcuna rilevanza penale e che le controversie sono già state risolte di fronte al Garante della Concorrenza e del Mercato.
L’obiettivo della difesa è, quindi, l’archiviazione del caso. A quanto pare, Iannaccone e Bana hanno chiesto alla Procura di Milano di avere più tempo a disposizione per depositare i loro atti. A questo punto, quindi, gli inquirenti dovranno decidere se archiviare tutte le accuse o citare in giudizio l’imprenditrice, entro dicembre.
Fra gli indagati per truffa aggravata, come appena ricordato, compare anche Fabio Maria Damato e non solo; a lui e a Chiara Ferragni si aggiungono l’AD di Balocco, Alessandra Balocco e Francesco Cannillo, Presidente di Cerealitalia Id. Le indagini, comunque, hanno ormai stabilito che le operazioni commerciali fossero fuorvianti.
Cosa dicono le indagini della Procura?
La Procura di Milano ha dichiarato che nell’iniziativa benefica è stato omesso in maniera senziente che l’ospedale Regina Margherita di Torino avesse già ricevuto una donazione di 50mila euro da Balocco, ben prima che l’azienda iniziasse la sua collaborazione con Chiara Ferragni.
Dunque non ci sarebbe stata alcuna correlazione fra il pagamento del pandoro e i profitti di vendita del dolce stesso. Nelle carte del processo, inoltre, i PM hanno contestato a Chiara Ferragni un profitto pari a circa 2milioni e 200mila euro; di questi soldi, però, nemmeno un euro è andato a beneficio dell’ospedale.