Cosa significa che la gestazione per altri è un “reato universale”? Tutti i dettagli della legge varchi e cosa non funziona
La nuova legge sulla gestazione per altri (GPA) ha suscitato un acceso dibattito in Italia e all’estero. La proposta di Fratelli d’Italia, approvata mercoledì, introduce la GPA come “reato universale”, con l’obiettivo di punire anche i cittadini italiani che si recano all’estero per farne ricorso, rendendo questa pratica perseguibile secondo la legge italiana, indipendentemente dal luogo in cui è stata effettuata.
Tuttavia, l’applicazione concreta di questa normativa solleva diversi dubbi giuridici, con implicazioni che potrebbero avere conseguenze significative sulla vita delle persone coinvolte.
GPA: cosa è la gestazione per altri?
La gestazione per altri, spesso nota come maternità surrogata o “utero in affitto” (un termine considerato dispregiativo), è una tecnica di procreazione assistita che prevede che una donna porti avanti una gravidanza per conto di altre persone, incapaci di farlo per ragioni mediche o biologiche. Solitamente, a ricorrervi sono coppie eterosessuali in cui la donna non può gestire una gravidanza, ad esempio a causa di un intervento chirurgico come l’asportazione dell’utero, o coppie omosessuali maschili.
Esistono due forme di GPA: quella commerciale, in cui la donna riceve un compenso economico, e quella altruistica, dove riceve solo il rimborso spese. Questa pratica è legale in molti Paesi, come il Regno Unito, i Paesi Bassi, il Portogallo e la Grecia, con normative diverse a seconda della giurisdizione.
In Italia, invece, la GPA è vietata dall’articolo 12 della legge 40 del 2004, che prevede pene severe per chi realizza, organizza o pubblicizza la GPA, inclusa la reclusione da tre mesi a due anni e multe da 600 mila a un milione di euro. La nuova legge aggiunge un’importante modifica: anche chi pratica la GPA all’estero può essere punito secondo la legge italiana, con sanzioni equivalenti.
Cosa significa renderla un reato universale
La definizione della GPA come “reato universale” significa che chiunque ricorra a questa tecnica all’estero, pur essendo cittadino italiano, può essere perseguito e punito in Italia. Tuttavia, dal punto di vista giuridico, il concetto di “reato universale” risulta problematico. Il termine è generalmente riservato ai crimini più gravi, come genocidi e crimini di guerra, che possono essere perseguiti ovunque, indipendentemente dal luogo in cui sono stati commessi. La gestazione per altri, legale in molte parti del mondo, non rientra tra questi crimini di portata internazionale.
I giuristi sottolineano che questa legge, più che un intervento giuridico funzionale, rappresenta un’azione simbolica volta a scoraggiare l’uso della GPA. Nonostante ciò, la sua applicabilità appare incerta. L’Italia già prevede la possibilità di perseguire reati commessi all’estero, come stabilito dagli articoli 7 e 9 del codice penale, ma la GPA non si adatta chiaramente a questi articoli, che riguardano reati contro la personalità dello Stato o crimini più gravi. Inoltre, il principio della “doppia incriminazione”, secondo cui un atto deve essere considerato reato anche nel Paese dove è stato compiuto per essere punibile in Italia, rappresenta un ulteriore ostacolo all’applicazione della nuova legge sulla GPA.
Nonostante queste difficoltà giuridiche, la nuova norma permette comunque alle autorità italiane di avviare indagini e, potenzialmente, processi contro coloro che ricorrono alla GPA all’estero. Le conseguenze potrebbero includere pesanti sanzioni economiche, come multe elevate, e una condanna penale che potrebbe avere ripercussioni sulla vita quotidiana delle persone, ad esempio nella partecipazione a concorsi pubblici.
Infine, c’è la questione dei bambini nati attraverso la GPA. Le ricadute più gravi potrebbero colpire loro, poiché una condanna dei genitori o un processo legale potrebbe influire sul loro status giuridico o sul riconoscimento legale all’interno del sistema italiano. Tuttavia, il principio dell’“interesse superiore del minore”, fondamentale nel diritto internazionale e nazionale, dovrebbe garantire la protezione di questi bambini, anche in casi complessi come quelli legati alla GPA.
In conclusione, la nuova legge che rende la gestazione per altri un reato universale in Italia apre scenari complessi e incerti. Sebbene abbia un forte valore simbolico, la sua reale efficacia dipenderà dall’interpretazione giuridica e dall’applicazione pratica nei casi futuri.