Cosa ha raccontato Gabriele Corsi sui suoi genitori? Le parole sul padre e sulla madre commuovono tutti: leggile nell'articolo
Gabriele Corsi lo conosciamo per essere uno del Trio Medusa, nonché un conduttore televisivo e radiofonico, ma molti non sanno che nasconde un oscuro segreto che riguarda i suoi genitori: cosa è successo alla madre? E cosa al padre?
Molti dei “segreti” circa la vita privata di Gabriele Corsi sono stati svelati nel suo libro autobiografico, dal titolo Che bella giornata, speriamo che non piova. Nonostante siamo abituati a vedere il noto conduttore nei panni del simpatico umorista che tutti noi abbiamo imparato a conoscere, nel suo intimo nasconde invece ricordi dolorosissimi.
Stiamo parlando di quello che riguarda i suoi genitori: sua madre ha lottato a lungo contro tumore, mentre suo padre, un uomo di 83 anni, è malato di Alzheimer. Nel libro, infatti, Gabriele parla anche e soprattutto di questo e racconta la sua esperienza nel progetto Casa Antonietta, ovvero una struttura che mira al recupero dell’autonomia da parte dei pazienti reduci dagli ospedali psichiatrici.
In una recente intervista del Corriere della Sera,Gabriele Corsi ha raccontato un po’ della sua vita privata e del suo lavoro presso l’Associazione citata precedentemente: “La scena più triste che ho mai visto è un mattacchione per ore su una sedia ad aspettare il fratello. A un certo punto, mi fa: non viene più, vero? Si alza, si spoglia e si mette a letto alle 11 del mattino. Io, con papà malato, per stimolarlo, gli ricordavo aneddoti del passato. Poi, ho capito che non ascoltava, ma che intanto lo tenevo per mano, una cosa che non mi avrebbe mai permesso”.
Gabriele Corsi parla del padre malato di Alzheimer
Nel libro, Gabriele Corsi apre il suo romanzo con una poesia che recita quanto segue: “Fammi essere ancora figlio. Solo una volta. Una volta sola… Per una volta, ancora, fammi sentire al sicuro…”. Le parole sono proprio del conduttore stesso, ma quando le ha scritte? A domanda diretta, risponde: “Quando ho capito che papà non stava bene. Dopo, scrivendo il libro, ho fatto i conti con tutta la mia vita. Ho scritto pagine con gli occhi annebbiati dal pianto e altre che non ho mai più riletto perché mi fanno male”.
E ancora, parlando di nuovo di suo padre, Corsi ha aggiunto: “Ha iniziato a perdere colpi un paio di anni fa, ma ai primi test cognitivi, fregava i medici: faceva i calcoli alla perfezione; però dopo, magari, non si ricordava che giorno fosse. Poi, un giorno, è finito sull’A1 senza sapere perché. Il peggioramento è stato fulmineo, si è rimpicciolito come un uccellino. Però, mamma dice: almeno, c’è”.
Come ci si prende cura di una persona malata? A questa domanda, Gabriele Corsi – riferendosi a suo padre – dice: “Abbiamo tre persone che stanno con lui, una la mattina, una il pomeriggio, una la notte. Quanti possono permetterselo? Purtroppo, non esiste una rete sociale che supporti adeguatamente le famiglie. Io posso fare poco. Se è una bella giornata, lo porto a fare una passeggiata. O porto fuori mamma”.
La diagnosi
La diagnosi ricevuta dal padre di Gabriele Corsi è “Atrofia fronto temporale, mutacismo completo”. Per giorni, quindi, può capitare che l’uomo sia completamente assente.
Cosa è successo alla madre?
Il padre di Gabriele Corsi, comunque, nella sua vita ha ricevuto tante onorificenze e ha addirittura insegnato a Princeton. La madre del conduttore, invece, lottò per diverso tempo contro un tumore al seno e per questo motivo, suo marito inventò una macchina a infrarossi per la diagnosi non invasiva della malattia. A queste parole, il membro del Trio Medusa aggiunge questo ricordo: “Poi, l’industriale per cui lavorava scoprì che coi suoi infrarossi si potevano fare armi e papà si licenziò. Per non fare le armi. Questo è mio padre”.
Prima della malattia, Gabriele e suo padre hanno vissuto tanti alti e bassi: “Avrei voluto di più da lui, non abbiamo mai parlato dei miei sogni; mi sarebbe piaciuto un ‘bravo’ in più. Però negli ultimi anni, entravamo nei negozi e diceva: avete visto chi è mio figlio? Prima, mi era mancata la pacca sulla spalla che io cerco di non far mancare ai miei figli. Ma so che ha fatto quel che poteva: con mamma, veniva sempre ai miei spettacoli. Persino in discoteca, dove sembravano due poliziotti in borghese”.