Cosa ha detto Selvaggia Lucarelli su Michelle Comi? E cosa c'entra Antonella Elia? Tutti i dettagli a seguire nell'articolo
Cosa hanno in comune Michelle Comi e Antonella Elia? Le analisi dei loro personaggi fatte da Selvaggia Lucarelli: perché?
Chi usa i social avrà sicuramente notato il fenomeno Michelle Comi, una ragazza nota per essere parte della grande comunità di OnlyFans e per i suoi video sopra le righe in cui spara a zero su ogni cosa. Oggi lei è una giovane influencer che guadagna attraverso le attività online, ma quello che davvero fa scatenare gli utenti sono le sue costanti provocazioni.
Oltre a questo, Michelle è spesso presente in programmi radiofonici come La Zanzara, in cui viene intervistata per dare una sua opinione su diverse tematiche attuali. Selvaggia Lucarelli ha quindi deciso di analizzare questo personaggio e – facendolo – ha paragonato la giovane onlyfanser ad Antonella Elia.
Selvaggia Lucarelli analizza il fenomeno Michelle Comi
Michelle Comi non è certo la prima ragazza a fare della provocazione il suo guadagno, e questo appare chiaro a tutti. Secondo Selvaggia Lucarelli, infatti, si tratterebbe di una vera e propria strategia di marketing, anche se molti continuano a chiedersi se l’influencer sia puramente così ingenua o semplicemente finga di esserlo.
La popolarità, comunque, è direttamente proporzionale ai fegati che si corrodono standola a sentire. Selvaggia Lucarelli, in un suo recente articolo ha parlato della tecnica usata da Michelle, giudicandola anche un po’ datata. E proprio qui è scattato il paragone con Antonella Elia, la “bionda svampita” che ha costruito su questo stereotipo un’intera carriera.
Il paragone con Antonella Elia
Cosa ha detto Selvaggia Lucarelli su Antonella Elia e su Michelle Comi? Ecco le sue parole: “Elia non era affatto scema, al massimo un po’ naif, ma quello era il suo personaggio, che risuonava con un sentire molto diffuso ai tempi. A suo modo era un po’ la stessa idea che c’è dietro a Comi, pur nella sua innocuità: Elia promuoveva sé stessa con l’esagerazione di tratti caricaturali, spacciandoli per genuini.“
Ancora, la riflessione di Selvaggia sul fenomeno Comi, poi, si conclude in questo modo: “E se il marketing non ci piace, indignarsi è una mossa suicida, perché è proprio della viralità dell’indignazione che lo shockvertising si nutre.”. Dunque, potremmo azzardarci a dire: niente di nuovo.