Vi siete mai chiesti cosa vuol dire il termine peculato? In quanti sono a conoscenza che siamo davanti a un vero e proprio reato?
Il peculato, termine riferito a reati dei pubblici ufficiali, è un vero e proprio reato, punibile con il carcere. In quanti sono a conoscenza della gravità del’infrazione?
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Spesso associato a illeciti nella pubblica Amministrazione, si sente il termine peculato. Vi siete mai chiesti cosa vuol dire questa parola e a che tipo di illecito penale si riferisce? Scopriamo di seguito il suo significato, portando anche alcuni esempi della sua applicazione e perché siamo davanti a un reato!
Peculato significato
Nell’articolo 314 del Codice Civile è spiegato il termine peculato: “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro anni a dieci anni e sei mesi”.
Il reato di peculato, già presente nell’ordinamento giuridico romano, trae origine dalla parola latina pecus, gregge. In epoca arcaica, prima che questo termine acquisisse il significato di appropriazione indebita di denaro pubblico, l’accusa di peculato era infatti riservata al furto di bestiame pubblico.
Che cos’è?
In maniera chiara ed esplicita, quindi, è evidente come il peculato consista “nell’appropriazione indebita di cose non proprie, da parte di un pubblico ufficiale, per conseguire un vantaggio personale”.
È un reato?
Vi state chiedendo se sia un crimine? Ebbene sì: il peculato è un reato contro la Pubblica amministrazione commesso dal pubblico Ufficiale. Chi commette peculato è punito dalla legge con la reclusione che può andare da quattro anni fino a dieci anni e sei mesi.
Ecco qualche esempio
Prima di portare qualche esempio pratico di peculato, chiariamo è il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio. Il pubblico ufficiale è la persona che esercita una funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa. Sono pubblici ufficiali: il sindaco, i componenti del consiglio comunale, il notaio, i parlamentari, i ministri, i giudici, i pubblici ministeri, le forze dell’ordine. L’incaricato di pubblico servizio è chi, a qualunque titolo, presta un pubblico servizio, come i medici, gli infermieri, i collaboratori scolastici, gli insegnanti, gli impiegati presso uffici comunali o statali.
Molti reati di peculato potrebbero sembrare di poco conto, invece, facendo qualche esempio, ci rendiamo conto che si tratta di infrazioni che chi è chiamato a rappresentare i cittadini non dovrebbe compiere. Sono tanti gli esempi di peculato, con tanto di sentenze. Uno di questi reati è quello della condotta di un Sindaco che ha utilizza ripetutamente l’automobile di rappresentanza e l’autista assegnato per ricoprire i suoi impegni, per recarsi anche a Roma, ma anche per farsi accompagnare in aeroporto con la propria moglie per il viaggio di nozze. In questo caso siamo davanti a un peculato d’uso, citato nel secondo comma dell’art. 314 del Codice Penale.
Altro esempio è quello di “un dipendente pubblico che aveva smontato dal proprio computer d’ufficio alcuni pezzi per installarli su quello privato per lavorare a domicilio, salvo rimontarli quando la manomissione era stata scoperta”.
Facciamo altri esempi. Siamo davanti a peculato quando un tesoriere comunale, o un altro funzionario che amministra denaro statale, si appropria di somme appartenenti all’ente pubblico.
In maniera più esplicita, il reato di peculato si consuma nel momento stesso in cui avviene l’appropriazione. “Nell’ipotesi di riscossione di denaro per conto della Pubblica Amministrazione, facciamo l’esempio di un vigile urbano per le multe o dell’esattore per le tasse. Ebbene, il pubblico funzionario è tenuto a versare le somme nelle casse dell’ente pubblico entro il giorno stesso della loro riscossione. Perciò si ha reato se non provvede a versare le somme entro tale termine”.