Grazie all'inchiesta di Selvaggia Lucarelli possiamo far luce sugli Influencer e sui loro guadagni, tra ADV e Supplied
Supplied e ADV sono termini usati in maniera sproporzionata su Instagram. Conosciamo il vero significato dei due neologismi? Perché sono legati agli influencer? Scopriamo di seguito quanto è emerso dall’inchiesta di Selvaggia Lucarelli!
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Siamo arrivati forse alla fine dell’era degli influencer? Lo scoperchiamento del vaso di “Pandoro” di Chiara Ferragni grazie all’inchiesta di Selvaggia Lucarelli ha portato alla luce un’immensa industria del profitto basata su pubblicità esplicita di prodotti e servizi, capace di cambiare il mercato e, nello stesso tempo, di ampliare la popolarità di personaggi poco conosciuti.
Tutto quello che arriva ai comuni mortali, fruitori dei social media, è frutto di campagne pubblicitarie pensate fino ai più piccoli dettagli, tra ADV e Supplied. Cosa vogliono dire questi due termini? Scopriamo tutto di seguito!
Cosa significa ADV e perché viene usato su Instagram?
ADV è l’abbreviazione di Advertising: il suo significato letterale è pubblicità, cioè un messaggio a pagamento inviato da un brand o da un’azienda. L’unico scopo dell’ADV è informare le persone che il prodotto promosso sui social è frutto di un accordo economico tra l’influencer di turno e l’azienda.
Per diffondere il proprio annuncio, nel mondo contemporaneo, l’advertising usa qualsiasi mezzo di comunicazione disponibile, dalla televisione alla carta stampata, tra giornali e riviste, radio, e soprattutto il web. In altre parole, la digital advertising trae profitto dalla popolarità da siti affidabili, fornendo servizi ai propri clienti e vendendo spazi pubblicitari su Facebook, YouTube, Google, Instagram e altro ancora.
È quindi evidente come la grande industria dell’ADV, composta da miriadi di agenzie pubblicitarie, abbia bisogno di mostrare capillarmente le campagne create, in maniera continua e immediata. E quale mezzo migliore di Instagram, dove praticamente tutta la popolazione che ha accesso a internet ha un account visualizzato sessanta volte al minuto?
Non si tratta di un’esagerazione. Nell’immenso numero di visualizzazioni quello che fa la differenza sono le persone seguite, in particolar modo gli influencer, capaci, appunto, di influenzare scelte, decisioni e, persino, il mercato e le vendite.
Qual è il significato di Supplied?
Il termine Supplied fa riferimento a prodotto o servizio ottenuto in cambio di merce. In molti casi può anche essere retribuito.
In altre parole, ciò che viene mostrato in qualsiasi post, dall’abbigliamento ai cosmetici, dagli elettrodomestici agli smartphone, dalle vacanze agli hotel, è stato donato dal brand (o dall’azienda) all’influencer. Ovviamente a titolo del tutto gratuito per lui che non ha speso un solo euro per ciò che mostra, viaggi compresi.
L’inchiesta di Selvaggia Lucarelli fa luce sugli Influencer
Selvaggia Lucarelli, puntualmente, offre un’analisi completa e dettagliata in riferimento a Supplied e ADV. E ovviamente mette a nudo la relazione stretta che hanno gli Influencer con il fenomeno pubblicitario. Quanto esposto dalla giornalista fa riflettere tantissimo sul fenomeno degli Influencer, offendo consapevolezza e ampliando rabbia e indignazione.
Ai poveri mortali che quotidianamente tirano la cinghia per riuscire a sbarcare il lunario non piace più l’idea che milionari del calibro di Chiara Ferragni debbano ricevere gratuitamente anche soltanto un panino con la mortadella. Oggi l’Italia conta oltre sei milioni di persone che vivono in condizioni di assoluta povertà e un numero altrettanto alto di chi non riesce a permettersi una vacanza decente o una cena al ristorante, nemmeno una volta l’anno.
Con una situazione sociale di tale portata, secondo la Lucarelli, forse “gli influencer dovrebbero iniziare a riflettere su quanto il divario sociale, la mancanza di alloggi, il calo del potere di acquisto dei salari siano una polveriera”. La giornalista, inoltre, sottolinea quanto i supplied siano una forma di benefit verso chi è già ricco di suo e può permettersi quello e altro ancora.
Tra le ultime considerazioni, non meno importanti, Selvaggia Lucarelli pone l’attenzione su quanto il Supplied sia “una sorta di far west dal punto di vista fiscale“. Praticamente, riferendosi alla legge italiana, tutti i lavoratori dipendenti pagano le tasse su ogni benefit ricevuto dal proprio datore di lavoro, concorrendo al computo del reddito personale: dai buoni pasto alle auto aziendali.
La Lucarelli, quindi, apre gli occhi sui Supplied e gli Influencer, facendoci comprendere che, di fatto, si tratta di transazioni commerciali. Le sue parole: “visto che “il baratto” non mi risulta essere fiscalmente inquadrato” hanno la capacità di aprire una voragine, aprendo gli occhi a chi, ancora, si ostina e tenerli ben chiusi.
Supplied e Influencer
Nel proseguire la sua inchiesta, Selvaggia Lucarelli continua con esempi pratici: “Faccio un esempio: molti influencer mostrano pavimenti delle loro nuove case interamente “supplied”. Se quel parquet ha un valore di 30 000 euro, l’influencer incassa beni di quel valore e il guadagno è completamente detassato. Non solo. Spesso l’influencer rivende quei beni (auto, mobili, elettrodomestici) e ha un ulteriore guadagno da un guadagno detassato”.
E la Lucarelli non si ferma qui. Ha tirato in ballo la fiscalista e esperta in diritto societario Elisa Migliorini che rincara la dose: “La ricezione di prodotti gratuitamente può avere implicazioni fiscali. In molti ordinamenti, se un prodotto viene ricevuto in cambio di una promozione o di un post, il valore di mercato di quel prodotto potrebbe essere considerato come reddito imponibile e, pertanto, soggetto a tassazione”.
Praticamente nessuno degli Influencer paga le tasse sui supplied ricevuti. Si tratta di un modo legale – quasi – di scroccare? Le ultime parole della Lucarelli? “Insomma, forse sarebbe ora di tassare lo scrocco”.